«Dobbiamo rompere l’isolamento che vivono i cittadini nella società e nei luoghi di lavoro, in questa fase di grande difficoltà». Franco Vittoria, ex segretario provinciale del Pd, appena eletto nella direzione nazionale del partito, prova a tracciare un percorso per il rilancio del progetto politico democratico.

Che aria si respirava all’assemblea nazionale dell’Ergife, che ha visto la proclamazione del nuovo segretario nazionale, Nicola Zingaretti?

«Direi che c’era la percezione di una nuova speranza per il partito, ma soprattutto per il Paese. Siamo di fronte ad un nuovo inizio. E’ necessario però rimettersi in cammino tutti assieme, avendo la capacità di cogliere le differenze, che sono un valore, nel momento in cui non si trasformano in elemento di divisione».

L’assemblea nazionale del Partito Democratico all’ergile durante l’intervento del segretari Nicola Zingaretti

Qual è la principale novità che viene fuori, in questa fase, nel partito?

«L’idea che il partito è innanzitutto una comunità, fatta di uomini e donne, e non solo un leader che indica il percorso. Gli avversari non sono all’interno, ma fuori. E’ la Lega, con la sua visione retriva della società, che alimenta le paure dei cittadini, con la demagogia, con i disegni di autonomia differenziata che puntano a separare il Nord dal Sud del Paese, con le campagne contro i migranti, ed il governo gialloverde, le cui scelte ci fanno fare un balzo nel passato, sono i nostri avversari da battere». (Leggi l’articolo)

Da dove bisogna ripartire?   

La Novolegno di Montefredane in località Arcella

«Dai temi più delicati ed avvertiti dalle persone: il lavoro, l’ambiente e la scuola. Non possiamo più lasciare soli i lavoratori di fronte all’imprenditore di turno o di fronte al potere di turno, che li vessa e li soverchia, espellendoli dal mondo produttivo e negandogli il futuro. Mi viene da pensare alle tante vertenze occupazionali che ci sono in Irpinia. Una situazione drammatica che richiede risposte chiare, forti e decise. Non possiamo, ad esempio, lasciare soli i 117 operai licenziati dalla Novolegno. Dobbiamo intervenire, cercare una soluzione».

In una parola quale dovrebbe essere la strategia politica di rilancio del Pd?

«Dobbiamo occuparci dei problemi concreti del Paese e dei territori, che colpiscono la quotidianità delle persone. Va rimesso in piedi il capitale umano. Occorre dare forma e contenuto ad una politica della dimensione umana, anche mettendo al centro il tema della felicità, oltre che della dignità e della tutela dei cittadini. In Irpinia, come in altri contesti, stiamo purtroppo assistendo ad un continuo processo di desertificazione economica e sociale, che appare quasi inesorabile, ma che va arrestata, con interventi mirati e costruendo un’alternativa».

Palazzo di Città e la Torre dell’Orologio, simbolo di Avellino

Come si può voltare pagina anche nelle istituzioni e nell’amministrazione della cosa pubblica?

«Oltre ad un progetto capace di cogliere le sfide del momento e di volare alto, serve un ricambio della classe dirigente, che deve essere all’altezza dei compiti richiesti. La lezione di Guido Dorso è quanto mai attuale. Servono “cento uomini d’acciaio” pronti a portare avanti un’idea nuova di politica, fondata sul bene comune, contro gli interessi di parte, le mediocrità ed i trasformismi».

 

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