Zingaretti proclamato segretario del Pd. Irpinia verso la svolta unitaria

All'HOTEL ERGIFE L'ASSEMBLEA NAZIONALE, GENTILONI ELETTO PRESIDENTE. Illustrato il nuovo corso ai delegati, tra i quali gli eletti irpini Enzo De Luca, Ida Grella, Gianfranco Iacobelli, Giuseppe Di Guglielmo, Massimo Storti e Marco Parrella. Monito all'unità per ricostruire il centrosinistra. Riferimento a Moro: «Aprite i circoli alla partecipazione». Il segretario provinciale di Avellino nella sua lettera all'ex sindaco Enzo Venezia ha già aperto al cambiamento.

Nicola Zingaretti è stato proclamato segretario del Pd a Roma dall’assemblea nazionale convocata all’Hotel Ergife. «Serve un nuovo partito, dobbiamo cambiere tutto», ha avvertito Zingaretti, confermando gli obiettivi del suo programma approvato alle primarie nei gazebo aperti in tutta Italia. Ufficializzati i risultati definitivi delle primarie, alle quali hanno votato 1.582.083 di persone, tributando a Nicola Zingaretti 1.035.955 voti (66%), a Maurizio Martina 345.318 (22%) e a Roberto Giachetti 188.355 (12%).

Enzo De Luca, già senatore, componente della segreteria regionale del Partito Democratico

Di fronte ai delegati eletti in provincia di Avellino, Enzo De Luca, Ida Grella, Gianfranco Iacobelli, Giuseppe Di Guglielmo, Massimo Storti e Marco Parrella, il segretario ha illustrato la piattaforma programmatica su cui costruire l’alternativa al Governo gialloverde, impegnando il partito sui territori a costruire quel consenso necessario a rilanciare il Pd nelle autonomie locali e nelle regioni, nel Parlamento Europeo e, oltre, nella responsabilità di guidare il Paese oltre la pericolosa inadeguatezza di chi guida.

Per questo, «accanto a una nuova piattaforma serve un nuovo partito, dobbiamo cambiare forse tutto e dobbiamo crederci tutti perché tutti saremo chiamati a dare il nostro contributo», ha spiegato, indicando la prospettiva del nuovo partito. «Credo in un partito aperto, in relazione continua e viva con chi pratica altre forme di militanza: tornino ad essere i nostri circoli i luoghi in cui gli altri si incontrano per fare associazionismo», ha sottolineato, riprendendo il monito di Aldo Moro ad aprire «porte e finestre per fare entrare nel partito la società intera».

IL segretario Pd Nicola Zingaretti

In questo senso, il cambiamento riguarda il superamento dell’autoreferenzialità, dell’individualismo, della logica che vede prevalere minoranze e singoli. «Dobbiamo cambiare cultura politica e organizzazione. Provare ad abbattere almeno per un periodo l’idea di un partito fatto di tanti ‘io’ e provare ad essere un partito del ‘noi’. Il Pd non è una bad company». Noi possiamo cominciare da subito: per questo proverò nei prossimi giorni a costruire forum tematici accanto ai dipartimenti. Un partito nuovo con uno nuovo statuto che dovremo scrivere insieme. Abbiamo bisogno di un partito di differenze, non voglio un partito monocromatico. Bisogna costruire accanto alle nostre strutture, le strutture del web, per aumentare la partecipazione e la democrazia interna”.

La parola chiave del nuovo corso è apertura: «Faremo un’alleanza con la società italiana», perché «è importante dare vita a un coordinamento di un nuovo possibile campo del centrosinistra». Ed ha precisato che non si tratta di recuperare chi è andato via, ma di far entrare la società italiana non escludendo nessuno: «Non si tratta di rimettere indietro le lancette, a cominciare da chi è uscito dal Pd, a mio giudizio sbagliando, ma costruire un campo plurale nel quale ognuno deve fare la propria parte per riprendere un protagonismo nel Paese».

Spiegando la posizione sull’Europa, sottolineando che il gruppo parlamentare non è solo dei socialisti ma anche dei democratici, ha aperto la porta anche a sinistra «a Tsipras a Macron», ammettendo che anche se forze diverse «in quel Parlamento condurremo una battaglia comune a difesa dell’Europa e delle democrazie».

Nicola Zingaretti all’Assemblea nazionale del Pd all’ergile di Roma

AD AVELLINO TRA POCHE ORE ELETTI E CIRCOLI MOBILITATI PER IL NUOVO CORSO. La linea dettata da Nicola Zingaretti non trova impreparata una buona parte del partito irpino. Sostenuta da Piazza Grande e Area Dem, componenti che con Enzo De Luca coesistono nel sostegno alla candidatura di Zingaretti, ha visto nella giornata di sabato la condivisione nei tratti fondamentali da parte del segretario provinciale, Giuseppe Di Guglielmo. Dialogando attraverso i media locali con l’ex Sindaco di Avellino Enzo Venezia, Di Guglielmo ha parlato di cambiamento nell’unità e nella collegialità, dicendosi pronto a farsi carico dell’esigenza di una svolta nazionale che deve partire dai territori.

Giuseppe Di Guglielmo, segretario provinciale del Pd Avellino

LA DIFESA DEL PERCORSO, PRESUPPOSTO DELLA DISPONIBILITÀ A CAMBIARE. «Il Partito Democratico irpino viene da anni difficili nei quali è mancato non solo un segretario ma anche gli organismi dirigenti locali», quando «prima della mia elezione a segretario», ha puntualizzato, «vi era un direttorio sostituito poi, per otto mesi, un commissario inviato dal partito nazionale». Di Guglielmo ha difeso il congresso provinciale che lo ha eletto, «non solo una speranza, ma un’opportunità concreta per ridare struttura, ordine e valore alla comunità democratica irpina». Purtroppo, si è rammaricato, «qualcuno prova ancora a ridurre questo passaggio fondamentale alle inutili polemiche interne che ancora echeggiano a via Tagliamento».

Rivendicando il proprio impegno e quello della sua segreteria per il dibattito, le questioni sociali e del lavoro, ha chiarito la sua posizione sul futuro della città di Avellino, indicandola come «un’opportunità per mettere in campo un laboratorio politico che possa essere un esempio nazionale». Ha ammesso che «per troppi anni le dinamiche conflittuali legate ad assetti e divisioni prettamente individualistiche, hanno reso le questioni politiche di Avellino un condizionamento, un freno per la vita politica del Partito». Guardando avanti, «le prossime elezioni amministrative in città possono davvero rappresentare una nuova occasione per un nuovo progetto politico, fresco, diverso, alternativo alle destre, partecipato, inclusivo e soprattutto vincente».

In questo solco, Di Guglielmo ha riconosciuto la portata delle primarie del 3 marzo, indicandole come il punto di svolta determinato dalla partecipazione popolare contro «chi, dentro e fuori dal Pd, sperava di poter vivere lucrando sulle macerie del 4 marzo 2018», Oggi, invece, la realtà è diversa, ha spiegati. «Le macerie non ci sono più, le hanno spazzate via le donne e gli uomini che a piazza del popolo ci hanno chiesto unita e che domenica 3 marzohanno fatto la fila non per scegliere un leader ma per dare fiducia al Pd».

Indicando l’orizzonte del Centrosinistra come l’approdo, ha ammonito «chi continua a rimarcare le differenze», spiegando che cos’ facendo «sbaglia e si allontana dal compito che ci ha consegnato il popolo delle primarie». Il mandato ricevuto da ogni Democratico è «unire, condividere, ascoltare e costruire». Queste «devono essere le nostre parole d’ordine».

A questo punto, «ora che le macerie non ci sono più e che gli avvoltoi hanno smesso di volteggiare, c’è bisogno della forza e dell’impegno di tutti per governare il presente per costruire un futuro concreto e vivibile alle nostre comunità».

Da domani, già nel confronto con i Circoli e gli eletti delle primarie, la segreteria provinciale del partito irpino sarà chiamata a concretizzare la nuova fase unitaria. In settimana il confronto per la costruzione della nuova coalizione per la sfida elettorale ad Avellino non consentirà ulteriori ritardi.

 

 

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