Enza Ambrosone

«E’ tempo di fare chiarezza. Non è più rinviabile un confronto interno vero e franco. Bene la scelta di andare alle elezioni comunali di Avellino con una lista di partito, ma sotto il simbolo del Pd non può più nascondersi tutto ed il contrario di tutto». E’ quanto sostiene Enza Ambrosone, ex capogruppo dei Democratici a Piazza del Popolo.

Quale messaggio politico è venuto fuori dalle primarie del Pd?

«Il risultato delle primarie ci consegna un’apertura di credito da parte dell’elettorato che si riconosce nell’orizzonte del centrosinistra, al di là della classe dirigente dei partiti che lo rappresenta. Di lì bisogna ripartire, per aprire una pagina nuova nel Paese e sui territori. Un processo da attivare anche qui da noi. Ancora una volta i cittadini e gli elettori hanno dimostrato di essere più avanti di chi li rappresenta».

Nel Pd irpino il dialogo tra le diverse componenti di partito stenta a decollare, nonostante gli annunci che vanno in quella direzione.

«Perseguire l’unità all’interno del partito, non significa costruire un falso unanimismo, ma dare senso e contenuto alle dichiarazioni di intenti. Soltanto attraverso una discussione laica, aperta e franca si può è possibile avviare un percorso condiviso». (Leggi l’articolo)

Pensa che sia possibile coinvolgere tutte le anime del partito, nella gestione del Pd, come ha dichiarato di voler fare il segretario provinciale, Giuseppe Di Guglielmo?

«Penso ci sia il dovere di recuperare agibilità politica nel partito e nei suoi organismi. Dopo il congresso provinciale dello scorso anno occorre chiarezza. Di Guglielmo deve quindi lavorare per superare le divisioni e ritrovare un’autentica coesione interna. Il ritiro da parte di Ciarcia del ricorso è un segnale che conferma la necessità che si deponga finalmente l’ascia di guerra».

In questi giorni emerge un’inaspettata domanda di centrosinistra sulla scena politica. Come se lo spiega?

«Le primarie hanno dato la stura ad un nuovo sentimento politico, superare divisioni e chiusure. Come poi si possa tradurre questa spinta in pratiche nuove è tutto da verificare. C’è bisogno di ragionare insieme e costruire un luogo di incontro con pezzi di società e forze politiche. Qualunque iniziativa vada in questa direzione non può che incontrare il mio favore. L’assemblea convocata dall’associazione Controvento è una pagina bianca ancora da scrivere. Al Pd spetta fare la propria parte. Non può esistere un progetto di centrosinistra senza il Pd e senza il suo protagonismo».

L’ipotesi di una lista ufficiale di partito per le elezioni comunali di Avellino, sta conquistando sempre più consensi.

«Ho salutato con soddisfazione il fatto che la segreteria provinciale del Pd ed autorevoli esponenti del partito condividano quella che da tempo è la mia posizione. Non bisogna nascondere il simbolo. Ad Avellino va presentata la lista sotto le insegne ufficiali del Pd. E’ una vera e propria necessità, soprattutto dopo l’esito delle politiche dello scorso anno e dopo l’infausta esperienza amministrativa a Palazzo di Città, targata Movimento Cinque Stelle. La sfida elettorale nel capoluogo ha una forte valenza politica».

La scelta del candidato sindaco dovrà avvenire attraverso le primarie o in altro modo?

«Il Partito Democratico dovrebbe consumare al proprio interno tutti i passaggi necessari per giungere ad una decisione. La classe dirigente deve assumersi per intero le proprie responsabilità. Non si può più nascondere sotto il simbolo tutto ed il contrario di tutto. Servono chiarezza e coerenza di comportamento. Questo nodo va affrontato con determinazione. Chi pensa di selezionare le candidature senza un chiarimento interno, vuole consegnare il partito ad una lotta fratricida, che non può che lasciare sul campo “morti” e “feriti”. Evitiamo, quindi, di parcellizzare la discussione. Considero, poi, opportuna la convocazione di un’assemblea pubblica del Pd in Città, con la presenza di dirigenti, rappresentanti istituzionali, eletti e candidati alle scorse elezioni comunali».


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