Maurizio Petracca a sinistra, poi Rosa D'Amelio e Maurizio Petracca al circolo della stampa

Il confronto interno al centrosinistra irpino inizia dalla deputazione di Palazzo Santa Lucia. La presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, ha convocato per oggi una riunione, presso la sede del coordinamento provinciale del Pd di Avellino, invitando i consiglieri regionali Maurizio Petracca, Vincenzo Alaia e Francesco Todisco.

L’obiettivo è sgombrare il campo da incomprensioni ed incertezze, per costruire un percorso condiviso per le elezioni amministrative del Comune di Avellino.

In attesa degli altri appuntamenti che prenderanno corpo nei prossimi giorni, dall’assemblea pubblica indetta per mercoledì 20 marzo dall’associazione Controvento e dal tavolo ufficiale della coalizione che presto sarà convocato dal segretario provinciale del Pd, Giuseppe Di Guglielmo, i rappresentanti istituzionali delle forze politiche della maggioranza regionale provano a definire una traccia di lavoro.

La possibilità che anche nel capoluogo irpino, nonostante le profonde divisioni che si registrano attualmente tra i partiti del centrodestra, possa materializzarsi un’alleanza conservatrice alle elezioni, su impulso dell’intesa che sarebbe stata sancita sul piano nazionale tra Lega e Forza Italia, rende ancora più necessario per il fronte progressista ritrovare le ragioni di un accordo, per andare insieme al voto.

Restano però da superare difficoltà e tatticismi che ancora ostacolano l’avvio di un dialogo sereno e concreto tra i partiti di quella che fu la coalizione di centrosinistra. Il modello delle scorse elezioni, che fondamentalmente è stato un asse Pd-Popolari, con la presenza di liste civiche di dissidenti ed ex dissidenti democratici, non solo non ha funzionato, al di là dei numerosi consensi raccolti dai candidati al primo turno, vanificati però al ballottaggio, ma non ha retto politicamente alla prova dell’aula. La coalizione oggi può allargare i confini, riprendendo il bandolo della matassa sfuggito anni addietro, anche se in un contesto politico e sociale molto differente.

Il percorso non appare affatto semplice e scontato e non basterà l’intesa più o meno spontanea o forzata, che riusciranno a raggiungere i vertici dei partiti, a far decollare il progetto, che andrà riempito di contenuti. Bisognerà innanzitutto fare chiarezza all’interno delle singole forze, a cominciare dal Pd, ma non solo, e creare un sentimento diffuso, in grado di dare una spinta ad un’alleanza politico-programmatica, il cui vero scopo – e di questo bisognerà convincere gli elettori – sia il rilancio di Avellino ed il recupero effettivo del suo ruolo di capoluogo.

L’ex capogruppo dei Democratici a Piazza del Popolo, Enza Ambrosone, già vicesindaco della Città, proprio in un’intervista rilasciata a Nuova Irpinia (Leggi l’intervista), ha detto che il nodo del chiarimento interno non può più essere rinviato od eluso. Senza di esso non si potrà procedere con linearità ai passaggi successivi, come il confronto con gli alleati e con le forze sociali e soprattutto alla scelta del candidato sindaco.

Ambrosone ha chiesto al gruppo dirigente del partito di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, anche scoperchiando definitivamente il pentolone nel quale «c’è tutto ed il contrario di tutto», recuperando «chiarezza e coerenza di comportamenti». Un netto altolà, insomma, non solo a tatticismi, personalismi ed operazioni di piccolo cabotaggio, ma anche e soprattutto ad ambiguità e doppi giochi.

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