
La sciarpa rosa di Lioni ha ottenuto e certificato il record mondiale. Il lavoro delle donne irpine, coadiuvate dalle tante altre giunte dalle altre province della Campania, ha ottenuto il risultato sperato, nella giornata in cui si celebra a livello internazionale la donna. Voleva essere ed è un monito alla «prevenzione che salva la vita», un’iniziativa che è stata salutata dalla presenza del Governatore Vincenzo De Luca. Lunga 16.943 metri, larga venti centimetri il “manufatto di lana con la metodica roll pillots” resterà come un manifesto di questa giornata, hanno convenuto i protagonisti del pomeriggio lionese. Le massime istituzioni regionali sono state accolte dal Sindaco e dal Vicesindaco Yuri Gioino e Mamma Gallo. Presenti i Presidenti della Giunta Regionale Vincenzo De Luca, del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, l’Assessore regionale Chiara Marciani, accanto al Direttore dell’Asl di Avellino Maria Morgante, a tanti amministratori locali giunti dall’Alta Irpinia e dal resto della provincia. Con loro il medico chirurgo Carlo Iannace, testimonial con le associazioni Amdos e Amos della campagna per sensibilizzare l’universo femminile sulla prevenzione del tumore al seno.



Ma soprattutto c’erano le donne. L’intera cittadina è stata invasa da un’onda rosa, nella quale si sono mescolate le signore che hanno continuato a sferruzzare per giorni con l’obiettivo di confezionare una calda sciarpa per avvolgere simbolicamente le nuove generazioni, le giovani madri e nonne di domani, soprattutto. «Questa sciarpa vuole essere un atto d’amore per le nostre ragazze, augurando loro di poter vivere nella sicurezza e nel benessere in un mondo più ospitale e sicuro del nostro», hanno affermato le tante volontarie presenti.

«Quanto amore è stato sferruzzato?», è il titolo della manifestazione, che ha visto protagoniste le associazioni Amdos, Amos e Noi in rosa, evento organizzato all’interno della manifestazione “Treno dell’8 marzo”.
Dopo l’intervento del Governatore, seguito al discorso pronunciato da Carlo Iannace, il tempo della riflessione cede il passo alla socialità e allo spettacolo. «L’8 marzo a Lioni si tinge di rosa con un ricco programma di eventi patrocinati e promossi dall’Amministrazione comunale», ha spiegato Mimma Gallo, Vicesindaco di Lioni, per un giorno la capitale rosa della Campania.
«Si tratta di una ricorrenza importante, durante la quale è doveroso ricordare la centralità della donna nella società contemporanea», ha spiegato Mimma Gallo nella sua qualità di Assessore alle Pari Opportunità, presentando la Giornata lionese della Donna.

«A parte il richiamo alle tante conquiste politiche, sociali ed economiche che si sono succedute nel corso della storia, diviene fondamentale discutere delle difficoltà che il genere femminile incontra quotidianamente». Se è vero che «in passato la donna è riuscita a conquistare diritti importanti», ha spiegato la Gallo, «nel corso degli anni le sue potenzialità sono state oscurate da un mondo incapace di rinunciare a stereotipi maschilisti e preconcetti obsoleti». Ora «credo sia necessario riflettere su tali fenomeni, creando momenti di aggregazione e dialogo collettivo».
SERATA DI RIFLESSIONE CON IL GRANDE CINEMA. Alle ore 20 la Giornata sarà conclusa dalla proiezione presso il Multisala Cinema Nuovo del film “La favorita”, evento promosso in collaborazione con la Consulta delle donne, con ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Ospite d’onore Ida Sansone, la doppiatrice italiana del Premio Oscar come miglior attrice protagonista, Olivia Colman.

«La scelta del film non è casuale, ma riflette l’intenzione di approcciarci al senso reale di questa giornata con sensibilità ed intelligenza, anche perché molto raramente si vedono film che hanno protagoniste tre donne. Il lungometraggio del regista greco Yorgos Lanthimos narra una storia tutta al femminile che, nonostante sia ambientata oltre 300 anni fa, parla di noi e dei nostri tempi», aggiunge ancora Mamma Gallo. «Le tre donne che amano, tramano, odiano, desiderano, si trovano a vivere in un universo che le vorrebbe sempre e comunque sottomesse al maschio». E proprio come allora, conclude, «quello che accade oggi tra le donne e gli uomini, di potere e non, è rimasto immutato».
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