Lanfranco Musto dirige il coordinamento provinciale del Dipartimento di Radiologia dell’Asl di Avellino e i tre punti di screening mammografico di Ariano, Sant’Angelo, Avellino e dell’Unità itinerante che inizierà il tour entro trenta giorni. In prima linea alla presentazione della rete oncologica regionale illustrata al Moscati di Avellino, Musto è in forza al reparto di Radiologia dell’Ospedale Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi da cui coordinerà il team di medici e infermieri che saranno a bordo del camper itinerante, nella sperimentazione della telemedicina tesa a rafforzare la prevenzione delle malattie tumorali e abbattere in maniera più incisiva la mortalità. “Grazie all’Unità mobile avremo la possibilità di raggiungere tutte quelle donne che per varie difficoltà non riescono a raggiungere i centri di screening e di avviare un monitoraggio a tappeto su tutta la provincia” ha dichiarato nell’intervista a Nuova Irpinia.
Dottor Musto, la parola d’ordine è prevenzione.
“La prevenzione è un anello fondamentale indicato anche come obiettivo nel raggiungimento dei Lea, che il Ministero ha calato sulle Regioni, e le regioni sulle Asl provinciali. Oggi infatti, le aziende ospedaliere sono soggette ad uno studio preliminare, l’apertura al percorso “P.D.T.A.” ovvero Percorso diagnostico terapeutico assistenziale. Se n’è parlato infatti alla presentazione della rete oncologica regionale al Moscati di Avellino: l’obiettivo è intercettare il cancro nella fase iniziale per rendere più facile la guarigione”.
Oltre alla presentazione della rete oncologica regionale al Moscati, l’Asl di Avellino ha promosso una settimana dedicata alla cura delle donne, per spingere sulla cultura della prevenzione.
“Dal 2012 al 2015 è stato registrato un incremento dell’incidenza del tumore alla mammella del 4 per cento, con 52mila nuovi casi registrati a livello nazionale. All’incremento dell’incidenza corrisponde anche un incremento della mortalità. L’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro rileva che dove si effettua lo screening mammografico l’incidenza della mortalità cala del 25 per cento”.
L’Asl di Avellino ha messo in campo l’Unità mobile di screening della mammella, che sarà sotto il suo diretto coordinamento. In cosa consiste?
“La sanità pubblica ha messo in campo un intervento per avviare uno screening a tappeto su una fascia di popolazione ampia, che va dai 50 ai 69 anni. Non si tratta di un semplice test mammografico, ma è un percorso nuovo e innovativo, che prevede la presa in carico da strutture, con test ogni due anni, e indagini del secondo e terzo livello- ovvero un esame ecografico e citografico- qualora il quadro clinico lo richieda”.
Continui.
“Se il terzo test è positivo (ovvero l’esame citologico), la paziente viene presa in carico al Brest Unit di Avellino, e viene seguita durante tutto il suo percorso, che vene rimodulato in base alle innovazioni tecnologiche attuali”.
L’ospedale Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi è dotato della mammografia in 3D, la cosiddetta Tomosintesi.
“Vengono inserite le risonanze magnetiche nella stagnazione locale. Questo ci consente di ‘sartorializzare’ l’indagine per fasce d’età differenti, e di effettuare risonanze magnetiche ogni anno a donne che potrebbero avere familiarità di tumori, anche se l’indagine genetica per questo tipo di verifica si effettua tramite il BCRA1, che però è di competenza della genetica.
Quando possiamo considerare efficace lo screening mammografico?
“Per essere efficace lo screening deve avere aderenza, ovvero si deve raggiungere una percentuale di popolazione almeno soddisfacente, infatti la provincia di Avellino rispetto al territorio regionale si attesta intorno al 35 per cento, confermando una media insufficiente se consideriamo che la media nazionale è del 55 per cento”.
Di qui l’idea del camper itinerante.
“L’Irpinia è un territorio orograficamente difficile, e molti comuni distano fino ad 1 ora e mezza di viaggio per raggiungere uno dei tre centri di screening della provincia: se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna a raggiungere Maometto. L’Asl ha acquistato l’unità mobile mammografica di ultima generazione, che in regione ha il primato per la sperimentazione della telemedicina su camper, e si prepara a viaggiare per la provincia per raggiungere i piccoli centri e dare la possibilità alle donne di rispondere alle lettere d’invito inoltrate dalla struttura, e incoraggiarle ad effettuare controlli”.
Lei avrà la possibilità di visionare gli esami ed elaborare referti dalla sua postazione di Sant’Angelo dei Lombardi.
“Il mammografo di ultima generazione sarà in collegamento con i due ospedali e con il distretto sanitario di Avellino. A bordo del camper ci sarà un team dedicato allo screening, e sarà utilizzato un software che consentirà la doppia lettura, da parte mia e di un altro medico che effettuerà l’esame, per poi ottenere un confronto telematico da cui sarà possibile desumere il terzo parere medico”.
Il rafforzamento della prevenzione mira al contenimento della malattia, che sarà monitorata dal registro tumori attivo solo da pochi mesi.
“Il registro è in vigore da poco: non si ha un dato scientifico della mortalità per tumori perché spesso si è verificato che le pazienti si sono trasferite al nord per affrontare le cure, rientrando nella fascia della mobilità passiva. Ora però, avremo modo di ottenere risposte efficienti e veritiere quando sarà redatto il primo report del registro, che ci consentirà di mappare i tumori, la distribuzione territoriale e la fascia anagrafica, utile a stabilire l’incidenza di fattori ambientali e relativi all’alimentazione”.
Intanto il Moscati ha annunciato l’apertura del centro oncologico regionale.
“Innanzitutto una migliore gestione della clincal governance del paziente oncologico, che dall’ingresso in ospedale viene preso in carico da un team specializzato e multidisciplinare e viene accompagnato durante tutto il percorso: dalla diagnostica oncologica, e fino alla fase della cura. La presa in carico comprende anche la prenotazione di esami e analisi successive, e ogni paziente sarà seguito da un case manager adeguatamente formato, che lo seguirà in tutto il percorso delle indagini e coordinerà l’incontro poi con altre professionalità per la fase della terapia”.
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