Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca

«Non ci sono motivi per mantenere il commissariamento della Sanità in Campania, se non evidentemente ragioni di ordine politico». E’ l’attacco indirizzato dal governatore, Vincenzo De Luca, oggi in visita al Corp, il Centro Oncologico di Riferimento Polispecialistico, dell’Azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino, al ministro della Salute, Giulia Grillo.

Il Governatore Vincenzo De Luca interviene al Moscati durante il convegno promosso per la presentazione del Centro oncologico regionale. Al tavolo, da sinistra: il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Avellino, Angelo Percopo, il Delegato alla Sanità, Enrico Coscioni, Attilio Bianchi, Direttore Generale dell’Istituto “Pascale” e il coordinatore scientifico della Roc, Sandro Pignata

«Questa struttura – ha proseguito l’inquilino di Palazzo Santa Lucia – è  un’eccellenza non solo campana, ma nazionale. In meno di tre anni abbiamo recuperato 60 punti nella griglia dei Livelli essenziali di assistenza ed abbiamo dimezzato i tempi d’attesa in maniera netta. Il Moscati è l’esempio assoluto di questo cambiamento, della rivoluziona che abbiamo attutato in campo sanitario».

Di qui l’affondo nei confronti della rappresentante del governo: «Abbiamo approvato il piano ospedaliero dopo uno scontro con il sedicente ministro della Salute. Era diverso da quello che abbiamo approvato in giunta, perché hanno preteso che eliminassimo entro il 2019 60 strutture complesse. Una cosa demenziale, ma non ci hanno lasciato alternativa. Avrebbero bloccato le assunzioni e la stabilizzazione dei primari».

Non è mancato poi un riferimento al deputato irpino Generoso Maraia, anche lui dei Cinque Stelle, come Grillo: «E’ sconcertante che poi sui territori, i rappresentanti istituzionali dello stesso partito del ministro facciano sciacalaggio e demagogia dimenticando che i tagli li ha imposti il loro ministro».

Tra commissariamento e prospettive di federalismo differenziato la Campania sta pagando e rischia di pagare ancor più, insieme alla altre regioni del Mezzogiorno, un prezzo altissimo: «Durante l’anno subiamo un furto di circa 400 milioni di euro all’anno. Se continuerà l’ipotesi dell’autonomia differenziata, il Veneto incamererebbe sei miliardi di euro in più all’anno. La richiesta di maggiori poteri avanzata da alcune regioni del Nord provocherebbe effetti pesanti sui trasferimenti al Mezzogiorno, in primo luogo nella sanità, che sarebbe messa in ginocchio. Rischiamo di subire al Sud una truffa politica vergognosa». (Leggi l’articolo)

De Luca, quindi, è pronto a confrontarsi con il Ministro degli Interni Matteo Salvini: «Quando verrà la prossima volta a Napoli gli diremo che non si può continuare a fare il gioco delle tre carte. Se vogliono conquistare i voti del Nord chiedendo l’autonomia differenziata, bisogna spiegare ai cittadini del Sud che questo avviene a loro discapito, perché gli vengono sottratte risorse, destinate al funzionamento di servizi essenziali. Il ministro Salvini e la Lega devono rispettare il Sud, soprattutto se vengono qui per prendere consensi. Basta menzogne e cialtronate. Serve un fondo di perequazione e di coesione se ai vuole realmente recuperare il divario tra le aree del Paese».

Al vicepresidente del Consiglio viene riservata anche qualche altra battuta pungente: «Perde le giornate dietro ai tweet. I gettoni, i broccoletti, la focaccia. Di giorno fa il ministro dell’Interno, pensando alla secessione, e di notte si occupa dei tweet».

De Luca ha effettuato, quindi, un’amara considerazione sul clima che si respira nel Paese, la cui tenuta appare sempre più a rischio: «Abbiamo spezzato l’Italia. E detto nella terra dove è nato Francesco De Sanctis è una vergogna nazionale. L’unità nazionale è un valore non negoziabile».


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