Il Premier Giuseppe Conte (a sinistra) con il Sottosegretario Giancarlo Giorgetti

Confindustria, sindacati e sindaci uniti chiedono al Governo di evitare il naufragio della costruenda SSV Lioni-Grottaminarda.

Con una lettera aperta indirizzata in primis al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quindi alla intera deputazione irpina o eletta ad Avellino e, per conoscenza, ai componenti delle Commissioni parlamentari ai Lavori Pubblici, si chiede di intervenire con urgenza per restituire il diritto di cittadinanza italiana ad un territorio, quello della provincia di Avellino.


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«È oramai noto a tutti che, dopo il 31 dicembre 2018, si è determinato un sostanziale e completo blocco dei lavori della strada Lioni – Grottaminarda (relativi al completamento dell’asse vario Contursi-Grottaminarda), opera ritenuta strategica per l’assetto infrastrutturale del Mezzogiorno della Nazione». Inizia così la lettera, firmata dai Sindaci di Ariano Irpino, di Grottaminarda, di Lioni, di Flumeri, di Frigento, di Melito Irpino, di Fontanarosa, di Gesualdo, di Rocca San Felice e di Sant’Angelo dei Lombardi. Con loro i Presidenti dell’Unione Terre dell’Ufita e del Consorzio per i servizi industriali, le deputazioni regionali, i Presidenti di Confindustria e dei Costruttori, i quattro segretari sindacali.

In sostanza i firmatari intendono far rilevare che la struttura commissariale, con funzioni di stazione appaltante per l’opera, non costituisce retaggio della gestione emergenziale seguita al terremoto in Irpinia e Basilicata nel 1980, ma è stata istituita nel 2002 con il compito di dare attuazione ad un disegno infrastrutturale strategico nelle Aree Interne del Mezzogiorno.

«L’Irpinia tutta, dunque nei suoi livelli di rappresentanza istituzionale locale e categoriale chiede alla politica di fare presto per evitare danni e pregiudizi che possono avere effetti esiziali per l’Irpinia», si legge in conclusione. «I cittadini irpini sono degni di più attenzione, senso di responsabilità e competenza e meritano come e forse più degli altri di essere tratti dal secolare isolamento che ne pregiudica lo sviluppo economico e sociale a beneficio delle future generazioni che devono continuare ad avere il diritto di abitare una Terra antica e nobile», si conclude la missiva. Di seguito l’intero testo della lettera appello.


La lettera inviata al Governo e al Parlamento


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