Montoro, l’ex Sindaco chiama l’Arpac: verificare le falde acquifere

LA NOTA CONGIUNTA CON FRANCESCO TOLINO E RENATO SINISCALCHI: «SU ACQUA E TORRENTE SOLOFRANA PERSI CINQUE ANNI». I firmatari di una lettera aperta chiedono alle istituzioni locali, al Comune e alla Regione di intervenire per mettere in sicurezza il territorio assicurando ai cittadini la tranquillità anche sotto il, profilo del rischio idrogeologico.

Con una nota l’ex amministratore Francesco Tolino di Montoro, il consigliere comunale Salvatore Carratù e Renato Siniscalchi di Sinistra Italiana chiedono di accertare l’eventuale contaminazione delle falde acquifere. Messi in sicurezza i pozzi idrici, che all’inizio del 2014 furono interdetti a causa delle elevate concentrazioni di tetracloroetilene riscontrate dalle analisi a campione, i tre esponenti politici montereste chiedono di accertare le eventuali conseguenze nell’ecosistema di quell’inquinamento, che per anni impose misure straordinarie per garantire il fabbisogno idrico della città.

LA VICENDA. Era il 7 gennaio 2014 e nelle strade di Montoro si vedevano cittadini con le taniche ed autobotti cariche d’acqua dei Vigili del fuoco. A cinque anni di distanza da quella data le autobotti per strada non ci sono più. Ed i pozzi idrici chiusi nel 2014 per la presenza di tetracloroetilene sono stati riaperti ma solo grazie all’installazione di filtri a carboni attivi che depurano l’acqua che beviamo. «E’ rimasta però la contaminazione della falda acquifera», si legge nella nota firmata dall’ex amministratore Francesco Tolino, del consigliere comunale Salvatore Carratù e da Renato Siniscalchi (Si). «Si tratta di cinque anni di emergenza ambientale, che ancora non trova una risposta da parte delle istituzioni», scrivono, aggiungendo che «siamo ancora al piano di caratterizzazione non ancora attuato, che servirà a capire l’origine della contaminazione e la sua estensione».

IL NODO DEL RISANAMENTO. «Per la bonifica ci vorrà altro tempo ed altri quattrini», osservano i firmatari, che contestano i ritardi: «Cinque anni di nulla in barba al fatto che, stando alla letteratura tecnica, la caratterizzazione andrebbe effettuata nelle settimane immediatamente successive all’emergere del fenomeno inquinante, ed inoltre anche una modesta quantità di PCE può costituire una sorta di  serbatoio in grado di determinare un  inquinamento costante e diffuso», si legge. «Nelle acque sotterranee l’assenza di luce ne impedisce l’ossidazione fotolitica e le elevate pressioni ne riducono drasticamente la volatilità: il risultato è un aumento dei tempi di permanenza che compromettono la qualità delle risorse idriche per tempi molto lunghi».

NEL MIRINO TUTTI GLI ENTI COMPETENTI. «I Comuni di Montoro e Solofra, la Regione Campania e l’Ato si sono concessi il lusso, ed ancora lo fanno, di attendere non si sa bene cosa», mentre «il territorio ha bisogno di risposte e di interventi concreti non di ‘rassicurazioni’, che periodicamente arrivano da Regione e sindaci senza conseguenti fatti».
i tre firmatari propongono di «chiedere all’Arpac un monitoraggio della condizione ambientale dei corpi idrici. I dati di Legambiente sulla Solofrana descrivono la lenta agonia di un torrente che sta morendo. La priorità è dunque la bonifica del corso d’acqua, il contrasto agli sversamenti abusivi civili ed industriali e non certo la realizzazione di vasche di laminazione». Anche a questo proposito si contesta l’attuale operato. «Assistiamo al solito balletto: si attua il progetto, non si attua il progetto, si modifica il progetto …
Gli stessi Enti già citati continuano su percorsi ignoti alla popolazione: la Regione non ascolta i territori, il Comune di Montoro cambia versione a seconda dell’attenzione mediatica! Se questa è alta, allora si è contrari alle vasche e si spediscono lettere accorate ad ogni Istituzione, se l’attenzione scema, per alcuni consiglieri diventano addirittura un’opportunità».

ATTACCO ALLA AMMINISTRAZIONE DI MONTORO. Nella nota si rilevano criticità nelle scelte della Amministrazione attualmente in carica a Montoro. «Nel luglio 2013 l’Amministrazione di Montoro Inferiore aveva assunto una posizione chiara di contrapposizione, anche giudiziaria. L’amministrazione di Montoro ha pubblicato una deliberazione del C.C. del 3 novembre 2014 dalla quale non si capisce quale sia la posizione assunta». Se «l’assessore all’ambiente di Montoro Inferiore era l’attuale delegato all’ambiente di Montoro», si sottolinea, «il dato di fatto, come confermato dalla cronologia delle alluvioni, è che nella parte alta del corso della Solofrana gli interventi per mitigare il rischio idrogeologico vanno attuati a monte, per cui le vasche sarebbero un inutile spreco di risorse e ulteriore sfregio al territorio». Per queste ragioni, si conclude, «occorre assumere una posizione chiara e chiedere interventi definiti, senza tatticismi ed ipocrisie. Solo questo può portare giovamento alla Comunità».


LEGGI ANCHE:

Costa a Montoro: tavolo a Roma per risanare Sarno e Solofrana

ARTICOLI CORRELATI