«IIA, stop cassaintegrazione». Gli operai autoconvocati: il Natale più amaro

NATALE DRAMMATICO PER I LAVORATORI, PREVALE IL PESSIMISMO. Presente il Sindaco Angelo Lanza, i lavoratori dell'ex Irisbus si preparano all'epilogo peggiore. Con la produzione spostata in Turchia, senza un piano industriale, non avranno diritto agli ammortizzatori sociali, dopo anni di battaglie e speranze. Ma c'è chi vorrebbe riutilizzare gli stabilimenti

La IIA di Flumeri è ai titoli di coda, spiegano alcuni operai autoconvocati in una assemblea spontanea promossa in piazza San Rocco, nell’ambito della manifestazione «Teniamo accesa la fiamma». Rischiarati dalla luce dei falò, accesi per richiamare e riunire gli operai e le famiglie dei lavoratori dopo gli ultimi avvenimenti riguardanti una vertenza che dura da quasi otto anni, i lavoratori dell’ex Irisbus considerano concluso nel peggiore dei modi il tentativo annunciato in estate dal Governo e dal Vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio.

Presso la Casa “Ex Eca” l’incontro dibattito con il primo cittadino di Flumeri, Angelo Lanza. Gli operai presenti si affidano ora al territorio, alle istituzioni locali, per tentare un’ultima disperata iniziativa che li separa dalla disperazione. L’obiettivo è un incontro finale con il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e avanzare la proposta della nazionalizzazione. Ritengono ormai impossibile aspettarsi qualcosa dalla Karsan, che le scelte le ha compiute, puntando sulla produzione in Turchia, lasciando le briciole alla ex Bredamenarinibus di Bologna.

Industria Italiana Autobus

Tra pochi giorni finiranno ammortizzatori sociali non reiterabili in assenza di un piano industriale, che i turchi hanno chiarito non ci sarà per la IIA. Completate le forniture sgombreranno il campo. Il Sindaco Angelo Lanza ha espresso la propria forte perplessità circa la possibilità di dare concretezza al proposito degli operai. «La nazionalizzazione la sosterremo con voi, ma i margini per una sua effettiva praticabilità a Roma non li vedo», ha spiegato. Quello che emerge in modo palese sono i dati, ad oggi, obiettivamente negativi. Nessun decreto per la cassa integrazione, nessun piano industriale quindi; una situazione debitoria e una perdita mensile che viene stimata intorno ad 1 milione e mezzo di euro al mese. Un dissesto generale quello che emerge dallo scheletro dell’ex Irisbus.

L’attesa della convocazione nelle sale del Mise

Ma a prendere la parola però sono soprattutto i lavoratori, stanchi di «essere rappresentati da altri», pronti a proporre soluzioni, come la nazionalizzazione appunto. Ipotesi che per «tanti motivi – afferma Lanza – dalla Legge Madia, alla Spending review non credo sia praticabile. Tuttavia se voi ci credete io vi sostengo pure ma francamente vi dico di non crederci molto». Il Sindaco nota troppe assenze in sala tra chi per molti mesi si è seduto ai tavoli per discutere il futuro dell’ex fabbrica in nome dei lavoratori. «Non sono presenti le segreterie sindacali – osserva Lanza – e la cosa mi preoccupa». Il Sindaco fa autocritica: «Ho dato fiducia al Governo e sono prontissimo a ricredermi: oggi guardo ai fatti e per me sono preoccupanti». Presenti in sala anche Antonio De Donato (Failms Cisal) e Francesco Minichiello, Rsa Failms, che dichiara di non aver trovato in azienda «tutta la documentazione che invece doveva esserci». Nodi irrisolti e cunicoli bui. Per molti dei presenti questa sera a Flumeri «la IIA non è mai esistita, è stata una parentesi fasulla. Preferiamo parlare di ex Irisbus, dopo non c’è stato nulla di reale». Si ipotizza un’ultima scialuppa di salvataggio, «chiedere al Governo il decreto per permettere poi alla Regione Campania di far partire cassa integrazione in deroga».

Panoramica dell’area industriale Valle Ufita di Flumeri. Qui opera la IIA, ma anche importanti marchi dell’agroindustria, come Pasta Baronia

LO SCENARIO FUTURO GUARDA ALL’AREA INDUSTRIALE DI FLUMERI, CUORE DELLA ZONA ECONOMICA SPECIALE. Il sindaco Angelo Lanza rilancia la vocazione industriale di Flumeri a prescindere dalla Industria Italiana Autobus. «Il valore dei terreni destinati a divenire area ZES (Zona economica speciale) da troppo tempo inutilizzati, possono tornare a diventare produttivi». Lanza spiega che da tempo «giungono manifestazioni di interesse da parte di investitori che troppe volte abbiamo dovuto respingere». Ci sono margini per considerare un rilancio dello stabilimento con altre produzioni. Personalmente amareggiato, come si definisce, spiega che occorre procedere con ordine: «Valutiamo la fine della storia che tra Roma e la Turchia si sta scrivendo, poi, eventualmente, penseremo alla riconversione dello stabilimento». Durissimi tutti nei confronti dei vertici dell’IIA che, dichiara uno dei presenti «ha preso in giro pure il parroco partecipando alle numerose celebrazioni cui abbiamo assistito in Valle Ufita. E nessuno si è accorto delle cattive intenzioni».

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