I cartelli esposti al Senato dalle Opposizioni: "Povertà per tutti. FATTO"

«La Finanziaria che in queste ore sta maturando in Parlamento rappresenta un durissimo colpo al Mezzogiorno» afferma il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca. A margine della inaugurazione della nuova stazione della metropolitana a Scampia De Luca ha espresso alcune valutazioni estremamente critiche sulla manovra finanziaria del Governo gialloverde.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

Nel mirino del Governatore ci sono «i tagli per 800 milioni di euro operati sui fondi di Coesione per il Sud», ha segnalato con rammarico. «Per il Meridione sarà perciò lacrime e sangue». De Luca ha poi indicato tra i provvedimenti a maggior impatto sociale «il blocco delle rivalutazioni delle pensioni sopra i 1500 euro e la ecotassa automobilistica per medie dimensioni». misure che colpiscono i redditi e i consumi senza produrre alcun vantaggio per le finanze pubbliche o per la crescita. «Non c’è un’ombra di investimento. La Regione Campania investe il doppio di quanto investe lo Stato italiano rispetto a questa legge di stabilità», ha affondato il colpo, aggiungendo che occorre guardare con preoccupazione anche alle sforbiciate sul terzo settore e il volontariato.

Carlo Verna, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti

«ATTACCO AL PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE, COLPENDO I PICCOLI EDITORI DI GIORNALI». Ha definito «una vergogna» il taglio dei fondi ai giornali «una delle tante vergogne che contiene questa bozza di legge finanziaria, che ancora nessuno ha visto». Contro l’emendamento presentato al Senato dal pentastellato Stefano Patuanelli, che realizza il progressivo taglio dei finanziamenti pubblici alle testate cosiddetti minori, per le quali le risorse pubbliche appaiono decisive per la sopravvivenza, il Governatore De Luca esprime solidarietà a giornalisti ed editori. «Considero una vergogna comprimere spazi di autonomia per la stampa e di libertà per l’opinione pubblica». Per l’editoria e l’informazione interverrà nei limiti del possibile la Regione Campania, ha affermato. I tagli all’editoria tradizionale si sommano a quelli per l’informazione digitale.

Il Premier Giuseppe Conte (a sinistra) con il Sottosegretario Giancarlo Giorgetti
LE REAZIONI

NICOLA ZINGARETTI.  Di Maio e Salvini hanno chiesto voti per combattere le ingiustizie. Con il maxiemendamento di oggi le alimentano e tradiscono questo impegno. Hanno sfruttato le paure delle persone e ora aumentano i problemi che le creano.

PAOLO GENTILONI. Da qualche ora si conoscono i veri contenuti della legge di bilancio. E si conferma l’impressione che si tratti di una manovrina stagionale: primavera-estate 2019

CARLO COTTARELLI. Il governo, nel maxiemendamento, aumenta le clausole di salvaguardia, cioè gli aumenti di tasse, nel 2020-21. Senza questi aumenti il deficit salirebbe al 3%. Ma i due vicepresidenti dicono che loro le tasse non le aumenteranno. E allora che faranno?

FORZA ITALIA CAMPANIA. Il reddito di cittadinanza è una truffa. Si passa da 780 euro a 83 euro mensili!

MARA CARFAGNA. Il governo prova a salvare la faccia destinando 3mln a famiglie che crescono orfani di femminicidio. Ne chiedevamo 10, il minimo per 2000 bambini non tutelati. Si erano pubblicamente impegnati a trovarli. Vedete qui quanto stanziano. Almeno su questo risparmiateci le buffonate.

FIEG, RIFFESER: SCONCERTO PER NUOVA TASSA SULLE IMPRESE EDITORIALI ITALIANE. «Sconcerto e stupore per la nuova imposta sui servizi digitali proposta dal Governo. Una imposta che colpisce i ricavi anche delle aziende italiane del settore già soggette al prelievo ordinario, con una nuova tassa che rischia di deprimere ulteriormente i bilanci delle imprese», scrive il Presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti, Federazione Italiana Editori Giornali ha così commentato l’imposta sui servizi digitali messa a punto dal Governo nella legge di Bilancio. «La web tax dovrebbe essere uno strumento per il riequilibrio della concorrenza dei diversi operatori nel mercato digitale e per far pagare le tasse a chi oggi non le paga in Italia, ma non può costituire un alibi per una forma generalizzata di nuova tassazione sulle imprese italiane del settore con il rischio di riduzione degli investimenti e della occupazione».

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