Elezioni provinciali: una sfida nel segno dell’incertezza. Ultime battute per la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio e della presidenza di Palazzo Caracciolo. Due i candidati in lizza per l’incarico di vertice, Michele Vignola e Domenico Biancardi, cinque le liste e 58 gli amministratori locali che si contenderanno i dodici seggi disponibili.

Un voto – in programma il 31 ottobre – che interesserà esclusivamente sindaci e consiglieri comunali, come previsto dalla riforma delle Province, Delrio, in attesa che il legislatore restituisca all’ente un ruolo di rappresentanza diretta dei territori, come sollecitato da più parti, anche tenendo conto della bocciatura della revisione costituzionale, sancita dal referendum del 4 dicembre 2016.

Incertezza, dunque, non solo e non tanto in termini di risultati delle urne, ma anche di prospettiva amministrativa e di quadro politico.

Il Gonfalone della Amministrazione provinciale di Avellino

Questa tornata elettorale, infatti, prima ancora di consumarsi, ha già risentito della fluidità della scena politica nazionale, che preannuncia ulteriori evoluzioni, con aggregazioni, divisioni e gemmazioni di partiti e movimenti.

Il principale attore del Parlamento e del governo nazionale di questo momento, il Movimento Cinque Stelle, non parteciperà alla competizione. Proprio in queste ore, infatti, è stato definitivamente sciolto il nodo, che aveva alimentato non poche ipotesi di collaborazioni, alleanze e possibili blitz degli amministratori grillini, per incidere negli equilibri complessivi, pur non disponendo di una propria lista.

L’organo ufficiale del M5S, il Blog delle Stelle, ha ribadito la linea: «Le prossime elezioni provinciali si svolgeranno senza alcuna consultazione popolare, sarà il festival delle correnti e degli accordi nei partiti, tra i partiti. Il Movimento 5 Stelle, coerentemente con quanto ha sempre sostenuto, non parteciperà a queste elezioni».

Il simbolo del Movimento Cinque Stelle

Un’opzione più volte sancita dal sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, in ossequio alle regole del sodalizio, che però più di qualche rappresentante, parlamentari compresi, sembrava voler trasgredire. L’altro protagonista dell’attuale scena politica, la Lega, alleato di governo del M5S, invece, sarà presente per la prima volta in maniera massiccia nella campagna elettorale delle province del Mezzogiorno, compresa Avellino, con l’obiettivo di ritagliarsi un ruolo.

Ingresso alla sede nazionale del Partito Democratico al Nazareno

A determinare incertezza sull’esito della sfida sono anche le divisioni interne, ormai una vera e propria costante, al Pd, acuitesi con l’appuntamento congressuale della scorsa tarda primavera e con le trattative per la definizione delle candidature per la Provincia. A rendere più caotica l’elezione anche il posizionamento dei cespugli moderati del centrosinistra, spesso ridotti al rango di sigle personali, sempre pronti a fare da contraltare alle scelte dei partiti maggiori, poco inclini ad ascoltare le ragioni degli alleati. Va però registrata pure la ritrovata intesa tra i Popolari di De Mita ed i Democratici, che potrebbe dare il via libera a nuovi percorsi. Un calcolo asettico dei rapporti di forza in campo, darebbe in netto vantaggio il sindaco di Solofra, Vignola, candidato del centrosinistra, ma non si possono affatto escludere colpi di scena, a causa della frammentazione del quadro politico e delle tante contraddizioni già segnalate.

In ogni caso, il risultato elettorale avrà un peso significativo sugli assetti degli enti di servizio e sulle scelte strategiche che si andranno a compiere nella gestione dei servizi essenziali.

 

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