D’Amelio: il Pd unito guarda con fiducia al futuro del partito

La presidente del consiglio regionale sostiene la candidatura di Vignola alla presidenza della Provincia ed auspica un confronto interno per il rilancio del progetto politico democratico e del centrosinistra.

Rosa D'Amelio, Presidente del Consiglio Regionale della Campania

«Il Pd ha scelto il nome di un sindaco competente, come gli altri primi cittadini in lizza, che rappresenta una realtà importante, polo industriale di primo piano, ancora oggi, nonostante la crisi». La presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, spinge la coalizione di centrosinistra e il candidato alla presidenza della Provincia, Michele Vignola, per la competizione del 31 ottobre.

«Alla fine – prosegue – siamo riusciti a tenere unite tutte le componenti del Pd attorno alla proposta, oltre agli alleati. Una coalizione con la presenza dei Popolari e dei Socialisti».

Presidente, c’è poi una lista, Proposta civica per l’Irpinia, che si colloca sul crinale delle due compagini, anche se non ha sciolto con chiarezza il nodo.

«Si ha l’impressione che si tratti di un contenitore, nel quale coabitano sensibilità diverse. Ci sono rappresentanti dichiaratamente di centrosinistra, che credo voteranno Vignola. Penso, tra gli altri, al sindaco di Summonte, Pasquale Giuditta, e al consigliere di Guardia Lombardi, Giandonato Giordano».

Una critica che è stata mossa ai vertici del Pd, sulla candidatura del sindaco di Solofra, è che si tratterebbe di una soluzione precostituita. Come risponde?

«E’ un’ipotesi assolutamente fantasiosa. In realtà è nata in extremis. Tanto è vero che non c’erano ancora nemmeno le firme per la presentazione».

La convergenza costruita non senza fatica per le provinciali può essere un punto di partenza per tirare il partito fuori dalla conflittualità permanente?

«Sì, certamente. Abbiamo sempre auspicato un’unità di intenti e d’azione. Anche nella fase congressuale, pienamente riconosciuta dagli organismi nazionali. D’altra parte ci aspettano scadenze e decisioni importanti, a cominciare dalle elezioni amministrative del Comune di Avellino, che sembra andare verso uno scioglimento anticipato».

Dal fronte dell’area franceschiniana, guidata dall’ex senatore Enzo De Luca, arrivano ripetuti segnali di distensione e sollecitazioni a riorganizzare il Pd. Ci sarà un asse tra la sua area e quella componente?

«Considero apprezzabile l’atteggiamento di De Luca e spero che trovi riscontri concreti. Pensare ancora di riproporre la logica delle correnti e della personalizzazione della politica, significa non essersi resi affatto conto di ciò che sta succedendo e del giudizio espresso dagli elettori. Dopo il 4 marzo occorre dare inizio ad una nuova fase. Ci sono problemi molto seri, che richiedono impegno e responsabilità».

Sul piano nazionale, si sta aprendo un dibattito sul futuro del partito, anche in vista della scadenza congressuale. Qual è la sua posizione?

«Andiamo verso la celebrazione del congresso regionale e di quello nazionale. Bisogna sperare che si apra un dibattito franco e vero, evitando lacerazioni. Sono, quindi, auspicabili anche più candidature. Basta non disperdere le energie».

Sul tavolo c’è la candidatura di Zingaretti con il progetto politico Piazza Grande.

«E’ una candidatura di grande rilievo e prestigio. Personalmente, però, non ho ancora maturato una posizione. Deciderò sui programmi che saranno presentati».

L’idea di rilanciare il centrosinistra la trova d’accordo?

«Sì, certamente. C’è bisogno di un campo progressista coeso, in grado di contrastare il populismo dilagante. Ma vanno espressi meglio i nostri valori ed obiettivi strategici, come la difesa dei diritti dei più deboli e la legalità».

Si parla anche del superamento del leaderismo.

«Diciamo che c’è bisogno di una leadership riconosciuta, che non può significare gestione autoritaria di un partito. Servono, quindi, indirizzi precisi, sui quali anche gli alleati possano riconoscersi».

 

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