Michele Vignola

Michele Vignola è tra i pochi amministratori locali del suo partito ad aver espresso la propria netta contrarietà alla abolizione delle Province, nei giorni in cui si discuteva in Parlamento la cosiddetta legge Delrio. Sosteneva la causa della centralità dell’ente intermedio, riferimento naturale di chi sul territorio è chiamato ad amministrare le sorti di una comunità piccola o grande in un contesto più generale. Partendo da questo punto di vista ha deciso di accettare la candidatura offertagli dalla coalizione composta in prima battuta dal Partito Democratico, dai Popolari per l’Italia e dal Psi, ma sostenuta anche da chi, all’interno della platea degli amministratori espressione del cosiddetto civismo, si riconosce in una prospettiva riformista della politica nelle istituzioni. L’orizzonte del suo impegno, come spiega a Nuova Irpinia, è ridare slancio e incisività alla Amministrazione provinciale e al suo Consiglio, valorizzando l’Assemblea dei Sindaci. «Guardando a Palazzo Caracciolo, sindaci e consiglieri comunali dovranno poter individuare il giusto riferimento utile alla soluzione dei problemi», spiega. «Non mi sono candidato per accomodarmi su una poltrona, considerando l’impegno gravoso che comporta la responsabilità di indossare la fascia tricolore ogni giorno, come può comprendere chi oggi è alla guida di una tra le amministrazioni irpine, meridionali e italiane. Sono pronto ad assumermi la responsabilità della Provincia per qualificarne il ruolo al servizio della comunità sulle questioni fondamentali, per favorire una riforma a livello regionale che ne accresca funzioni e peso nell’interesse dei Comuni, ma soprattutto per accompagnare i sindaci nei processi di sviluppo collegati agli investimenti strutturali, aiutandoli a individuare le soluzioni, migliorando la qualità dei servizi pubblici locali». Insomma, Vignola si candida «per realizzare un progetto di cambiamento dell’Irpinia, unendo i 118 Comuni su una piattaforma per lo sviluppo territoriale nel contesto del Mezzogiorno».

Vignola, in questi primi giorni di campagna elettorale tengono ancora banco le polemiche sulle alleanze interne alle coalizioni e nelle singole forze politiche. C’è chi le contesta di essere a capo di uno schieramento diviso. Come risponde?

«Credo che in molti oggi non abbiano ancora ben metabolizzato ciò che sta avvenendo nel Paese, soprattutto quello che è già accaduto nell’opinione pubblica, tra i cittadini. Dalla gente arriva una domanda di concretezza sulla individuazione delle soluzioni ai problemi sociali. Le persone, le famiglie, le imprese, gli emarginati, chi soffre le conseguenze di una crisi che ha mutato la struttura stessa della società italiana, possono perdonare tutto alla politica, tranne che le divisioni. Sprecare l’opportunità di dare una risposta è un delitto capitale giustamente non più consentito».

“Dalla gente arriva una domanda di concretezza sulla individuazione delle soluzioni ai problemi sociali”

Si è posto questa esigenza di ‘concretezza’ quando ha accettato la candidatura?

«Ha detto bene, la candidatura mi è stata proposta. Ho deciso di accettare con la candidatura tutti gli oneri che comporta. L’ho fatto consapevole che assumendo questa responsabilità avrei dovuto portare con me un compagno di viaggio, che è la concretezza, cioè elaborare un progetto di cambiamento a partire dalla Provincia…».

Guidare la Provincia può aiutare a cambiare l’Irpinia?

«Credo che la Provincia possa dare il suo contributo importante per favorire un processo di cambiamento che richiede il protagonismo della comunità e degli enti locali, con riferimento al ruolo decisivo che ogni consigliere, assessore o sindaco è chiamato a svolgere con il proprio impegno tutti i giorni. Serve però un progetto».

La sede della Provincia di Avellino

Qual è il suo?

«Il mio progetto consiste nel lavorare per creare condizioni di sviluppo competitivo della nostra terra, favorire investimenti in grado di rilanciare l’occupazione, ridurre l’incidenza della burocrazia sulla libertà di impresa, favorire un impegno finanziario massiccio sull’ambiente e le risorse naturali che non domani, ma oggi, già rappresentano il motore di una economia sostenibile, in grado di realizzare un miglioramento delle condizioni di vita».

“Dobbiamo lavorare per creare condizioni di sviluppo competitivo della nostra terra, favorire investimenti in grado di rilanciare l’occupazione”

Qual è la sua visione?

«Ritengo che sull’asse Salerno-Avellino-Benevento, sulla direttrice tra i due Mari tra est e ovest, dobbiamo sfruttare la centralità storica che per millenni la posizione geografica ci ha assicurato come territorio provinciale, per canalizzare i grandi investimenti in logistica, industria della trasformazione collegata all’agricoltura e all’agroalimentare, ricerca applicata, ripensando l’offerta formativa e l’istruzione in funzione dello sviluppo e per la crescita. Badi bene, non sacrificando il bagaglio culturale individuale, ma garantendo ai giovani di realizzarsi pienamente nella loro vita con soddisfazione».

Il tema della logistica vale solo per l’Ufita, ora inserita nella Zona Economica Speciale, la ZES?

«Al contrario, lo dimostrano i fatti intorno a noi. Salerno da oltre un decennio cerca spazio per la logistica retroportuale guardando all’Irpinia, così come Napoli attraverso il Nolano che lambisce il Baianese e il Vallo di Lauro. Abbiamo un sistema articolato di aree industriali, le ferrovie in cantiere come l’Alta Capacità, quella in fase avanzata come la connessione all’Alta velocità grazie alla elettrificazione della Salerno-Avellino, potenzialmente anche tratti interni di raccordo per le merci».

“Dobbiamo sfruttare la centralità storica che per millenni la posizione geografica ci ha assicurato come territorio provinciale”

Treno Frecciarossa

Oggi auspicare l’attrazione di investimenti esteri va di moda. Lei ritiene esistano davvero realtà che potrebbero spendere le proprie risorse per insediarsi da noi?

«Le rispondo citando un articolo di Ennio Cascetta, pubblicato su Il Sole 24 Ore di domenica scorsa, “Integrazione treno-nave per conquistare quote commerciali”. Il professor Cascetta prefigura uno scenario ‘oltre la via della Seta’, nel quale la Cina non si limiterà ad investire 1.400 miliardi di dollari per connettersi ‘via terra e via mare’ all’Europa, ma spenderà altre diverse centinaia di miliardi in grandi investimenti della stessa Cina in Africa…».

Continui.

«Cascetta spiega che l’Italia può ambire ad una fetta delle quote di mercato garantite dalla Cina attraverso le rotte dei container per Suez, ma anche guardando alle nuove rotte commerciali che Pechino sta aprendo verso l’Africa con le autostrade del mare. Tra la Puglia e Napoli-Salerno noi siamo esattamente al centro. Ci sono già investimenti delle imprese cinesi nel Mediterraneo africano per oltre 5 miliardi di euro in corso».

“La Cina si prepara a investire moltissimo oltre la via della seta su Mediterraneo e Africa. Dobbiamo essere appetibili alla domanda di logistica”

Container in una zona portuale

In questo contesto cosa occorre?

«Dobbiamo attrezzarci, unendo le forze, preparando i nostri ragazzi con una formazione adeguata, migliorando le nostre infrastrutture e i servizi, perché chi verrà ad investire qua dovrà insediare manager, portare tecnici, cogliere le opportunità delle nostre grandi risorse naturali».

Come può farlo questa Provincia, oggi ridimensionata dalla mancata riforma?

«In primo luogo, sul piano delle funzioni la Provincia può fare molto – e il mio impegno va nella direzione di agire con il maggiore vantaggio della comunità – nel settore dei trasporti, della viabilità, della scuola e dell’istruzione. Su questi punti cardine ci sono poche risorse da amministrare, molte da ottenere e negoziare per esempio alla Regione Campania. C’è un lavoro quotidiano che deve essere fatto di concretezza, di ascolto, di raccordo istituzionale. Mi lasci dire che il Presidente della Provincia deve avere la sua porta sempre aperta, pronto ad intervenire al fianco di comunità e istituzioni…».

E poi?

«E poi realizzando pienamente quelle prerogative che la riforma Delrio ha stabilito, secondo me contraddicendo la volontà di soppressione affermata quattro anni fa».

“La promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale è prerogativa della Provincia”

“Quali?

«La pianificazione territoriale generale, l’organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale, la programmazione di sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione, stabilite in particolare per le aree metropolitane, appartengono pienamente alla mission dell’ente».

In sostanza, cosa propone?

«La Provincia deve affermarsi come il luogo del confronto e della convergenza tra gli enti locali nell’ottica della individuazione delle soluzioni. Ci sono le questioni riguardanti le aree vaste e un progetto pilota avviato, la concertazione sulla riorganizzazione dei grandi servizi pubblici locali, la pianificazione del territorio oltre il singolo campanile, tutto questo ha bisogno di un luogo dove parlare e decidere insieme».

Mi permetta una digressione, prima di entrare nel merito del suo programma. Saltata la soppressione delle province per la bocciatura del referendum costituzionale, non crede che questo ente susciti maggiori aspettative rispetto a quanto realmente possa fare?

«La Provincia deve unire le rappresentanze locali offrendosi come raccordo con la Regione da un lato, facendosi carico dall’altro delle battaglie da condurre a Napoli nell’interesse generale, ma soprattutto deve portare avanti le istanze per vere riforme in grado di dare forza e peso alle autonomie, sconfiggendo la centralizzazione tipica della macchina buriocratica regionale».

“La Provincia deve unire le rappresentanze locali offrendosi come raccordo con la Regione e facendosi carico delle battaglie da condurre a Napoli nell’interesse generale”

Gli uffici della Regione Campania ad Avellino

Parliamo delle riforme.

«Noi sindaci ne attendiamo una in particolare da molto tempo. Se ne parla dal 2010, ma non è ancora stata realizzata fino ad oggi. Questo è il tempo per un trasferimento della gestione agli enti territoriali, i centri di costo devono essere spostati sui territori».

Michele Vignola, sindaco di Solofra durante la firma dell’intesa di area vasta alla presenza del Vicepresidente della Giunta regionale, Domenico Bonavitacola

Questa è una battaglia che si impegna a fare se verrà eletto?

«Questo è un impegno che già da Sindaco sento irrinunciabile. Va affermato un modello di Provincia che come ho detto possa coordinare il dibattito sullo sviluppo e concertare con le forze sociali, offrendo una visione economica e sociale precisa dell’Irpinia nei prossimi anni e decenni».

Si dice che la sua nota vicinanza al Governatore potrebbe frenarla nel rapporto dialettico con la Regione?

«La mia storia dimostra il contrario. Con il Governatore De Luca ci siamo ritrovati in tante vicende dai tempi in cui era ancora sindaco di Salerno, ma nel rispetto delle posizioni. Ci sono la massima stima e rispetto sul piano personale, ma entrambi non abdicheremmo mai dai doveri imposti dalla funzione e dal mandato. Oggi difendo gli interessi dei solofrani, domani se sarò eletto anche quelli di tutti i cittadini della nostra provincia e lo farò agendo collegialmente, con il contributo di ogni amministratore locale, al di là dello steccato».

“Il Centrosinistra può ritrovare nella sfida elettorale per la Provincia entusiasmo, l’orgoglio di rappresentare con credibilità e concretezza una comunità”

Prima di tornare al merito del programma, in molti nel suo partito l’hanno presentata come un candidato forte per unire il Pd prima, la coalizione dopo. Cosa chiede alla sua parte politica?

«Il Centrosinistra può ritrovare nella sfida elettorale per la Provincia entusiasmo, l’orgoglio di rappresentare con credibilità e concretezza una comunità, abbracciando il modello di amministrazione che sto proponendo per l’ente di Palazzo Caracciolo. Non stiamo facendo una campagna per rivalerci su una sconfitta patita in passato, ma per assumerci la responsabilità di dare risposte e soluzioni».

Auspica un Centrosinistra unito sulle soluzioni?

«Governare i processi, dare risposte è il compito della politica, al di fuori di ogni qualunquismo, esprimendo dei valori. Nel progetto in campo con la mia candidatura c’è una visione democratica del benessere. Lo sviluppo tecnologico e le innovazioni devono servire a produrre reddito sociale, nella solidarietà fondamentale verso chi è svantaggiato, debole, in difficoltà. I benefici della competizione devono distribuirsi».

Torniamo al programma. Quali sono le sue priorità?

«Dobbiamo riordinare il sistema dei servizi pubblici locali, valorizzare un ambiente che va risanato e reso fruibile, garantire una ripresa degli investimenti pubblici coordinata, in modo da distribuire i vantaggi sull’economia reale. Nel futuro non andranno avanti individualmente Solofra senza Montoro o Avellino senza Baiano, dobbiamo camminare insieme».

Dopo la conferenza stampa di presentazione della annessione al Moscati del Landolfi e le interviste di rito, i vertici ospedalieri si sono intrattenuti a parlare con il personale

Lei è reduce dalla lunga rincorsa per salvare l’ospedale della sua città, il Landolfi. L’operazione ha ridisegnato l’intero assetto del servizio sanitario. Ritiene soddisfacente il risultato finora conseguito?

«Lo ritengo un esempio paradigmatico di ciò che la Provincia potrà fare. L’alleggerimento dell’Asl permette all’Azienda Sanitaria di qualificare Sant’Angelo dei Lombardi e di puntare ad avere il Dea di primo livello per Ariano. Nel frattempo il Landolfi garantisce al Moscati la possibilità di recuperare forza, migliorando le sue alte specialità e rafforzando il pronto soccorso su scala più ampia. Abbiamo citato Avellino, Sant’Angelo dei Lombardi, Solofra e Ariano, città e centri urban protagonisti in un disegno che migliora il servizio per tutti i 118 Comuni».

“Il riassetto della Sanità a partire dall’annessione dell’Ospedale Landolfi dal Moscati dimostra quanto il confronto istituzionale possa risultare determinante per cambiare davvero”

Tra le priorità ha messo l’ambiente. In ballo c’è il tema del riassetto dei rifiuti. La Provincia che ruolo avrà?

«L’ente farà da raccordo anche in questo caso, portando avanti le responsabilità che le competono. Il ruolo di Palazzo Caracciolo resterà anche con l’Ato. Soprattutto dovrà favorire il dialogo per rendere l’Irpinia autonoma sul piano delle infrastrutture, blindandola nel caso di eventuali emergenze altrui».

Oggi l’ubicazione della impiantistica divide.

«Dobbiamo realizzare gli impianti con il consenso delle comunità, ma dobbiamo attuare il Piano della Regione Campania difendendo un sistema basato sulla raccolta differenziata e non sugli inceneritori. Chi di noi oggi baratterebbe un impianto di compostaggio con un termovalorizzatore…? Dobbiamo essere autosufficienti, nel rispetto delle vocazioni locali, conseguendo vantaggi economici per i cittadini sulla tariffa».

Per noi è una notizia importante sapere che la Regione sia pronta a dare battaglia alla Puglia per difendere le nostre sorgenti. Fino a pochi anni fa non era così…”

Le sorgenti Pollentina_di Cassano

Ambiente è anche il nodo idrico. Si sta riprendendo un confronto tra Campania e Puglia sulle sorgenti. Che ne pensa?

«Per noi è una notizia importante sapere che la Regione sia pronta a dare battaglia alla Puglia per difendere le nostre sorgenti. Fino a pochi anni fa l’asse Napoli-Bari ci aveva ridotti alla penuria nei mesi estivi, a fiumi prosciugati e a falde intaccate da idroprelievi insostenibili, per non parlare delle reti colabrodo. La Provincia sarà in campo per difendere con i nuovi accordi il nostro territorio e gli interessi dei nostri cittadini».

Infine, l’istruzione e la formazione superiore. La Provincia ha una emergenza nell’edilizia sotto il profilo della sicurezza sismica in alcuni edifici. Qual è il suo programma su questo punto.

«La sicurezza degli edifici è la pre-condizione del progetto fin qui esposto. Occorre finanziare un programma imponente a partire da un monitoraggio scientifico della situazione scuola per scuola. Con la Regione questo è il momento di ottenere la canalizzazione delle risorse europee necessarie».

Quanto alla istruzione superiore?

«Le università di Napoli e Salerno sono presenti in Irpinia in diversi settori. Condivido la preoccupazione della ex dirigente della Provincia, Liliana Monaco, che propone di completare il programma universitario in corso per la creazione di un “polo di valenza internazionale” collegato alla sede dell’Università del vino in corso di realizzazione ad Avellino. Una cittadella universitaria per la formazione alta e la ricerca applicata è un obiettivo condivisibile, al servizio di un distretto enologico dalle grandi potenzialità».

“Realizzare il programma di cambiamento vero richiede una squadra e la coesione politica dei partiti…”

Il Sindaco di Solofra, Michele Vignola

Un programma ambizioso che richiede quale condizione necessaria?

«Richiede una squadra, la coesione delle forze politiche per sostenerlo, la determinazione a mettere al servizio della gente le nostre energie nella più ampia collegialità».

Cosa intende dire agli amministratori locali?

«Il 31 ottobre votiamo insieme un progetto credibile di cambiamento dell’Irpinia, sapendo che con me dovremo realizzarlo tutti insieme, ogni giorno, lavorando».

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