Partecipato vernissage alla AXRT di Avellino sabato 22 settembre, per l’inaugurazione della mostra collettiva dal titolo “ECO – sostenibilità visionaria”. Curata da Stefano Forgione, propone la collettiva di cinque artisti che hanno presentato lavori inediti, preparati in esclusiva per l’evento e attinenti al tema trattato.

A queste opere si aggiunge la performance live di Teresa Sarno, che ha prepareato i suoi lavori direttamente nella galleria d’arte, secondo le sue tecniche di writer. La mostra sarà inaugurata il prossimo 22 settembre ad Avellino.

L’obiettivo della nuova iniziativa culturale dell’AXRT «è avvicinare il mondo dell’arte, in tutte le sue espressioni, a quanto può essere inteso ‘sostenibile’…», fanno sapere gli organizzatori. Certo, si tratta di un “argomento già ampiamente analizzato e affrontato dalla critica nel mondo dell’arte», spiegano. Tuttavia, «nessuna presunzione, nessun suggerimento, ma solo una visione tipicamente artistica, sognatrice, cromatica, estetica che avvicina inesorabilmente l’immagine, raccontata dal singolo artista, a qualcosa di intangibile che riporta il fruitore a fantasticare, associare quel colore o quell’immagine alla percezione soggettiva, lasciando libera ogni interpretazione».

Tra i cinque autori non c’è stata contaminazione prima dell’esposizione. «Ognuno con le sue tecniche ed il suo percorso, esporranno le loro opere e le ‘racconteranno’ ai visitatori, aggiungendo all’immagine pittorica un’accurata descrizione di ciò che la stessa nasconde».

La sostenibilità raccontata ad Avellino in questa mostra non tenta di arrivare ad una sintesi generale, ma semplicemente declina il punto di vista di ognuno degli autori presenti. «Dare una definizione universale di “sostenibilità” è un’impresa assai difficile, forse impossibile, poiché si tratta di un tema che abbraccia i significati più disparati, campi diversi, talvolta contraddittori». Per questo, «la collettiva è stata pensata senza considerare le varie tecniche rappresentative ed artistiche dei singoli, proprio perché il senso della stessa, è quello di dare l’opportunità all’osservatore di leggere in maniera soggettiva, secondo l’attrazione presso questo o quell’artista, apprezzando la bellezza dell’opera, l’attinenza con il tema della mostra, senza lasciarsi trasportare dalla grammatica espressiva». Secondo i promotori dell’iniziativa, quindi, «l’insieme delle opere, dopo un’attenta lettura, garantirà ad ognuno la possibilità di cogliere il tema della sostenibilità, non analizzando esclusivamente l’immagine rappresentata, ma leggendolo oltre il raffigurato e cogliendo ciò che si nasconde dietro ogni tela. Ecco come la raccontano a parole, dopo averla indagata con le proprie opere.

Davide Biroschi

Sostenibilità è un concetto da ricercare nella consapevolezza di essere parte di un ecosistema. Significa concepire ogni cosa nella sua totalità, abbattere i confini, dal proprio mondo interiore verso una più ampia identità universale, che tenga conto della relazione tra individuo e ambiente, tra psiche e natura. Le opere sono una sintesi creativa del lavoro iniziato in strada e proseguito in studio. Sono frutto di un flusso di lavoro inconscio , sondano l’ignoto , interrogandosi , attraverso il segno e i simboli , sul destino ultimo dell’uomo.

Emiliano Stella

Un paesaggio ambiguo, la dualità di un ambiente pulito, silenzioso, antico e perenne, che vede la presenza di secolari campi di grano insieme a simboli di un futuro sostenibile, in contrasto con la realtà di vecchie auto abbandonate, trasformate dalla ruggine in eterne e mostruose statue. Un paesaggio irpino: Bisaccia, una discarica di vecchie auto, carcasse meccaniche su un panorama bucolico, la realtà.

Gennaro Vallifuoco

L’ idea alla base delle mie opere parte da una citazione di un tema ricorrente nella Architettura dei giardini del periodo rinascimentale , ovvero: i teatri di verzura, che ho già trattato con delle opere nel 2007. In questo ciclo di dipinti ed in quello attuale, ho ripercorso il sogno di una reinvenzione e modifica della architettura delle piante e della loro collocazione scenografica, che nel Rinascimento caratterizzava i giardini detti: all’ italiana, attigui alle grandi residenze ed alle corti di tutta l’ Europa. Alla base di tutto ciò ci stava l’ idea della reinvenzione della natura da parte dell’ uomo – architetto, che ne teatralizzava le forme modificandola secondo criteri estetici e simbolici. Era quindi una pratica di andare al di là del visibile che portava quegli uomini verso l’ idea della creazione di un mondo ideale, di ricerca e di ipotetico recupero di un Eden irrimediabilmente perduto.

Luigi Grassia

Tutto si trasforma e tutto ricomincia. Quello che appare ai nostri occhi come “rifiuti” può essere l’inizio di un’altra vita e della sostenibilità dell’eco sistema .

Teresa Sarno

Il mio segno distintivo è caratterizzato da linee nere spesse e marcate, grazie alle quali scandisco un ritmo fluido e astratto di pieni e vuoti, evocando forme naturali o floreali. E’ un segno sinusoidale, sintetico e grafico, che può adagiarsi su ogni cosa, come una tessitura di cui non è visibile il punto di origine, che uniforma lo spazio e può estendersi all’infinito. L’opera è concepita nel suo insieme ma pensata per essere divisa in frammenti.


La mostra termina giovedi 18 ottobre 2018
Info mostra: axrtgallery.com
[email protected]
Tel: +393355819837 

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