«Impianti eolici nel mirino del racket»,
a Lacedonia l’Anticamorra

A richiederne l’intervento, previsto per il prossimo 25 settembre, il consigliere regionale del gruppo “De Luca Presidente”, Francesco Todisco. «Dietro i danneggiamenti potrebbe operare una organizzazione criminale risoluta a creare danni alle iniziative imprenditoriali della zona»

Gli impianti eolici sarebbero nel mirino di una unica grossa organizzazione criminale, il cui obiettivo è colpire le attività economiche collegate alla produzione di energia pulita in Alta Irpinia. Questa l’ipotesi formulata dalla Commissione anticamorra della Regione Campania, che il 25 settembre sarà a Lacedonia.

A richiederne l’intervento il consigliere regionale del gruppo “De Luca Presidente”, Francesco Todisco. «Saremo a Lacedonia per provare a far luce sugli attentati che hanno interessato le pale eoliche presenti su questo pezzo importante di territorio altirpino», fa sapere Todisco.

In questi ultimi cinque anni gli episodi di danneggiamento degli impianti eolici è cresciuto, nonostante l’attività repressiva delle forze dell’ordine. A parte il fenomeno nella vicina provincia di Foggia, a Lacedonia e Bisaccia, distretto naturale dell’energia verde, sono numerosi gli episodi di sabotaggio, vandalismo e attentati incendiari.

«È evidente che dietro gli attacchi subiti c’è una vera e propria organizzazione criminale che ha aggredito questi interessi economici». Per queste ragioni «vogliamo ascoltare le istituzioni, gli imprenditori del settore, i rappresentanti delle associazioni locali».

Obiettivo della visita ricostruire il contesto ambientale nel quale avvengono questi atti criminali e l’impatto sociale che l’industria dell’eolico ha sul territorio, spiega il consigliere di Articolo Uno Mdp.

«Sarà un’occasione utile anche per ragionare insieme su ciò che questo territorio vuole rappresentare dal punto di vista ambientale, su come la produzione energetica possa rendere più forte questa comunità». E conclude: «Sicurezza, ambiente ed economia devono necessariamente viaggiare insieme. L’una condizione senza le altre, non può portare ad uno sviluppo strutturato e condiviso, ma rischia solo di mettere ulteriormente a rischio la serenità del territorio».

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