Avellino-Rocchetta, 15 stazioni da riqualificare per il turismo

Le stazioni che interessano il tratto ferroviario dell'Avellino- Rocchetta saranno oggetto di un apposito bando regionale, Ad oggi si attende una pianificazione definitiva che abbraccia la cernita sui fabbricati da coinvolgere per la costruzione della vetrina turistica territoriale

Quindici vecchi scali ferroviari della linea ferroviaria storica irpina, lungo l’Avellino Rocchetta, saranno ceduti in comodato gratuito per fini turistici. In prima fila per ottenerne la gestione ci sono i Comuni, ma non solo. Questi luoghi potrebbero essere utilizzati come porte d’accesso a località attrezzate per attirare visitatori. Vigneti, montagna, mete naturalistiche, castelli e percorsi della fede e dell’arte, avrebbero in questi scali un passaggio caratteristico ma innovativo.

Valendosi di un investimento finanziato dalla Regione, questi piccoli terminal saranno riqualificati e portati a nuova vita.

Anche se sono 33 le stazioni tuttora esistenti, tra queste molte non sono ritenute utilizzabili. Così la rosa dell’intervento di riqualificazione e valorizzazione si stringe a 15 in tutto.

Nel corso dell’ultimo anno, molte operazioni di ripulitura e disboscamento sono state giá realizzate in vista della riapertura della linea ferroviaria, ma i fabbricati attendono interventi di riqualificazione strutturale.

L’arrivo del treno alla stazione di Rocchetta Sant’Antonio

Su questo fonte è attiva la Presidente del Consiglio Regionale della Campania Rosetta D’Amelio, che in un incontro congiunto con il direttore della Fondazione Fs Luigi Cantamessa, le associazioni, le pro loco e le amministrazioni comunali ha favorito la nascita di un coordinamento di sindaci. L’obiettivi è un progetto complessivo, per consentire di raccogliere i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione con apposite misure.

La stazione di San Tommaso del Piano

La progettualità rispetto alle stazioni ferroviarie dismesse risale agli anni 90, da quando non era più previsto personale, ma il sito veniva gestito da automatismi. Poi è seguito il progetto del 2015, con un’occasione offerta dal Governo e nello specifico dal Dipartimento del Turismo, che aveva messo a punto un piano multi-regionale per rilanciare il turismo nel Mezzogiorno finanziando 447 progetti con circa 530 miliardi dell’Unione Europea, “a condizione che non contribuiscano all’ulteriore cementificazione delle aree e siano ambientalmente compatibili” recitava il provvedimento.

Alla stazione di Lioni

LO STUDIO INTERNAZIONALE SUI SITI FERROVIARI. La riqualificazione dei terminal interessa il Master Universitario sulle aree interne, promosso dalla Facoltà di Architettura della Federico II di Napoli e diretto dall’architetto Federico Verderosa. La stazione di Lioni, baricentrica rispetto all’intero percorso ferrato fra Rocchetta Sant’Antonio e Avellino, è il sito di maggiore interesse per il laboratorio universitario. Gli Architetti hanno assunto l’impegno di elaborare una proposta per un riutilizzo innovativo del terminal..

La stazione di Lioni

Le stazioni cosiddette “impresenziate” della provincia di Avellino (ovvero quei luoghi in cui non opera più personale ferroviario, nè addetti alla circolazione dei treni, nè ai servizi commerciali), rappresentano un patrimonio immobiliare quantificato per circa 2milioni di euro. Alcuni dei 25 comuni interessati dal tracciato ferrato, hanno già manifestato interesse a Ferrovie dello Stato per ottenere la cessione in comodato d’uso, per il riuso delle aree e per fini sociali. Lo stato di conservazione varia da pessimo a discreto.

Stazione di Rocchetta S.Antonio- Lacedonia

Discreti sono stati considerati gli immobili delle stazioni di Aquilonia, Bagnoli, Calitri, Conza, Lioni, Montefalcione, Montella, Montemarano, Morra, Nusco, Sant’Angelo dei Lombardi, S.Tommaso del Piano e Taurasi. In pessime condizioni invece, sono considerate le stazioni di Campo di Nusco, Cassano, Castelfranci, Castelvetere, Luogosano, Paternopoli, Pisciolo e Sanzano. Di queste, soltanto Lioni occupa una posizione centrale rispetto al centro abitato, mentre le altre distano da uno, fino a nove chilometri.

Secondo il report elaborato dalle Direzioni Regionali dell’A.s.a. Trasporto Metropolitano Regionale (2015), la maggior parte dei comuni interessati ha avviato trattative per la cessione degli immmobili. A quella data risultano infatti, contatti avviati solo con Enti Locali. Per gli stabili della stazione di Lioni, si registrano soltanto accordi definiti relativi a soli appartamenti, mentre restano in sospeso altri immobili, disponibili al momento per la cessione in comodato d’uso.

Stazione di Monteverde

Nessuna trattativa in corso risulta invece per le stazioni di Lapio, Percianti Arianiello, Lioni Valle delle viti, Pisciolo, S.Tommaso del Piano e Sanzano. Ferrovie dello Stato intanto, aveva definito l’ipotesi di una ridefinizione d’uso che guardava alla fornitura di servizi per la collettività. Di qui, l’invito alle associazioni di volontariato, immaginando il sostegno alla popolazione più esposta e indigente. A questo inoltre, bisogna aggiungere la riqualificazione della stazione a scopi turistici come una opportunità a cui potrebbe essere destinata la stazione ferroviaria con particolare riguardo al segmento del turismo ecocompatibile.

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