Vincendo la concorrenza della Ragioneria Generale dello Stato e dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, la società di gestione ambientale Irpiniambiente ha ottenuto in locazione per i propri uffici amministrativi gran parte del primo piano nel Palazzo Dorso di corso Vittorio Emanuele (ex Caserma Litto).

Nei giorni scorsi il Presidente della Provincia, l’ente azionista totalitario dell’azienda presieduta dall’avvocato Nicola Boccalone, ha firmato il provvedimento con cui si aderisce alla richiesta di Irpiniambiente, attualmente ubicata in locali privati in via Cannaviello.

In base al provvedimento disposto da Domenico Gambacorta, l’ente di Palazzo Caracciolo ha anche concesso una riduzione del canone su base annua pari al 30 per cento. Con l’arrivo della società, provvisoriamente concessionaria dei servizi ambientali e di igiene urbana ad Avellino e in Irpinia, sarà spostato l’Ufficio per le Pari Opportunità, che sarà sistemato nella sede principale di Palazzo Caracciolo.

Nello stabile sono già ospitati altri uffici pubblici, che utilizzano spazi di minore entità. Si tratta dell’Ato dei Rifiuti (Eda – Ente d’Ambito di Avellino), l’Ente Provinciale del Turismo di Avellino, l’Atc, il Cirpu ex Ufficio Ambiente e due associazioni, la Nazionale dei Carabinieri, in continuità con l’antica destinazione d’uso di Palazzo Dorso, quindi la Federazione del Maestri del Lavoro. Ora al Corso Vittorio Emanuele saranno sistemati anche gli uffici amministrativi di Irpiniambiente.

La nuova sistemazione consentirà un risparmio alle società, che ha la sede legale in piazza Libertà, una sede operativa a Flumeri e gestisce un impianto di compostaggio a Teora, un impianto di valorizzazione del secco a Montella, lo Stir di PIanodardine, il Centro RAEE di campo Genova ad Avellino, due sedi distaccate a Quindici e Monteforte Irpino, oltre alla discarica di Savignano in località Pustarza.

L’istanza della partecipata provinciale è stata accolta dopo che in precedenza erano state respinte le richieste della Ragioneria dello Stato in un primo tempo, poi dell’Ispettorato del Lavoro. “La particolare divisione interna della struttura con spazi comunicanti tra loro, l’utilizzo parziale e frazionato quale sede di uffici dell’Ente, l’utilizzo da parte di altri organismi con finalità non omogenee ancorché tutte rientranti in ambito pubblico, la presenza di consistenti archivi con documenti della Provincia, non hanno consentito di rispondere favorevolmente alla richiesta di fitto, proprio per l’impossibilità  di individuare gli spazi necessari con adeguata dotazione di archivio e con la necessaria autonomia rispetto al resto della struttura ed alle altre attività in essa presenti”, si legge.

“La richiesta di Irpiniambiente, sia per la limitata quantità di spazi richiesti, sia per il fatto di non aver bisogno di ulteriori spazi da destinare ad archivi, appare accoglibile”.

Da segnalare il carattere assolutamente provvisorio della disposizione, tenuto conto della fase di transizione in corso per la gestione dei rifiuti in Campania. Come è riportato nel provvedimento firmato dal Presidente della Provincia, con riferimento alla legge numero 14.2016 che ha ha dettato le norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti, che ha introdotto la divisione del territorio regionale in Ato,  “le società provinciali  istituite ai sensi del decreto legge n.195/2009”, si legge nel provvedimento, “continuano a svolgere le funzioni ad esse assegnate fino alla data dell’effettivo avvio di esercizio da parte del nuovo soggetto gestore, individuato ai senso della presente legge”.

Toccherà all’Ato di Avellino presieduto da Valentino Tropeano e dai sindaci che lo compongono stabilire il destino della gestione ambientale in Irpinia, affidando il servizio in concessione. Da quelle scelte dipenderà anche il futuro di Irpiniambiente.

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