Dalla fabbrica alla logistica nell’Ufita.
Sì della Regione alla Zes

La Giunta della Campania ha approvato l’istituzione della Zona Economica Speciale di Porti e Retroporti: ci saranno anche Pianodardine e il Calaggio

L'industria 4.0 è il fondamento della produzione e della logistica nella nuova fase storica dell'economia contemporanea

L’Ufita sarà ZES. ll documento che ha aggiornato il Patto dello Sviluppo in Provincia di Avellino lo aveva posto tra i punti chiave. La richiesta delle parti sociali al governo regionale è stato accolto in pieno. La Valle dell’Ufita sarà una delle Zone Economiche Speciali della Campania. La Giunta Regionale della Campania ha approvato martedì scorso il documento di base per l’istituzione della Zona Economica Speciale dei Porti e delle aree retroportuali di Napoli e Salerno e dell’area di Bagnoli. “La proposta verrà sottoposta al Governo  nel corso dell’incontro già convocato per i prossimi giorni, allo scopo dell’inoltro alla Commissione Europea della proposta nazionale per le prime Zes da avviare a sperimentazione”, hanno fatto sapere il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e l’Assessore alle attività Produttive, Amedeo Lepore.

L’assessore alle Attività Produttive della Regione Campania, Amedeo Lepore

Si tratta del primo risultato concreto incassato dal Ministro per la Coesione e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, che aveva lavorato a questo obiettivo da Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma darà seguito alla misura come titolare del dicastero interessato. “Il documento è frutto di un’interlocuzione con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per le Politiche di Coesione ora Ministro, con il Ministero delle Infrastrutture e con quello dello Sviluppo Economico”, ricordano infatti fonti regionali. Si prevede la sperimentazione della Zes in alcune aree e direttrici a forte consistenza logistica, infrastrutturale e produttiva. Rientrano nel progetto i porti di Napoli e Salerno; l’area Est di Napoli; l’area industriale di Salerno; Bagnoli e l’area ex Nato; le aree produttive del Porto di Castellammare e dell’agro nocerino-sarnese; le direttrici di Salerno verso Pontecagnano – Battipaglia – Eboli; gli interporti e le relative aree dei consorzi Asi di Nola – Acerra e di Marcianise; l’area di Valle Ufita. La provincia di Avellino sarà interessata anche con il Capoluogo nel programma per la logistica, come ha sottolineato la Giunta: «In una seconda fase si potrà estendere l’intervento anche ad altre aree, come quelle indicate nel documento». Ricadono in questo secondo elenco: l’area logistica di Contrada Olivola-Roseto a Benevento; le aree della Valle dell’Irno e di Fisciano, Castel San Giorgio e Mercato San Severino; le aree di Pianodardine e del Calaggio; l’area di Carinaro, Teverola e Gricignano.

Segue lo stralcio del documento: “Patto  per lo Sviluppo e per il Lavoro della Provincia di Avellino”, siglato nello scorso novembre da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil e inviato alle istituzioni locali, regionale e nazionale”.

ZES, NUOVI POLI PER L’INVESTIMENTO. Le Zes, le Zone Economiche Speciali, sono una settantina in Europa, 2700 nel mondo. Nascono per rendere duraturi gli investimenti produttivi privati internazionali, grazie ad agevolazioni e semplificazioni. All’interno del perimetro geografico individuato come Zes, si applica per un periodo di tempo prestabilito una legislazione economica differente da quella nazionale. Le Zes rappresentano una evoluzione delle Zone franche. I tagli delle imposte e le forti semplificazioni burocratiche garantite alle imprese che sottoscrivono un impegno duraturo al mantenimento delle produzioni si associano ad altri interventi, come possibili incentivi per gli investimenti iniziali, agevolazioni o esenzioni fiscali, deroghe alla regolamentazione sui contratti di lavoro, canoni di locazione ridotti e utenze a tariffe agevolate. In Italia il modello è stato sviluppato e approfondito con successo a Milano. . In Europa hanno dato risultati significativi soprattutto in Polonia, dove se ne contano il numero maggiore, ma ce ne sono anche in Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Malta. Olanda, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Gran Bretagna. A livello globale la Cina ha fatto di questo lo strumento principale per importare con le imprese straniere il know how necessario a far germogliare a livello locale un’industria autonoma paragonabile a quella europea o americana.

«STRATEGIA PER LA RIPRESA AL SUD». Il provvedimento della Giunta regionale della Campania ha indicato nel documento tutte le opportunità disponibili per le Zes, “in termini di incentivi finanziari, di sgravi e di esenzioni doganali e fiscali, di semplificazioni normative e amministrative, che dovranno essere definite in un successivo provvedimento del Governo”. Presentando il provvedimento, l’Assessore alle attività produttive Amedeo Lepore ha spiegato che la Zes rappresenta un altro decisivo tassello sulla strada della piena attuazione del Patto per lo Sviluppo della Campania, siglato dal governatore Vincenzo De Luca e dall’allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella scorsa primavera. «Con questo documento si avvia concretamente la procedura di carattere regionale e nazionale per l’istituzione della Zona Economica Speciale, già prevista dal Patto per lo Sviluppo per la Campania». In questo senso, «continueremo il lavoro in corso da tempo con il Governo, per far sì che la Zes della Campania, insieme a quella di Gioia Tauro,  sia tra i due progetti pilota per il Mezzogiorno. Lepore ha sottolineto «l’apporto positivo fornito dalle forze sociali e produttive, dall’Autorità Portuale e dalle principali istituzioni locali per giungere a un primo risultato di grande importanza per l’attrazione di investimenti e lo sviluppo economico della Campania».

LA ZES IN UFITA DECISIVA PER FAR PARTIRE L’OCCUPAZIONE. La Filera Agroalimentare è uno degli assi strategici in materia di politica industriale contenuti nel Patto per la Campania che, puntando sulle quattro A, cioé aerospazio, agroalimentare, automotive e abbigliamento-moda, prova a disegnare un rilancio complessivo della produzione regionale di qualità. Tuattavia, se appaiono tangibili le ipotesi di sviluppo legate a realtà territoriali su cui insistono produzioni industriali d’eccellenza, meno strategica nella sua dimensione complessa appare l’idea di sviluppo dell’Agroalimentare a cui tuttavia si assegnano le più vere e immediate possibilità di ripresa nel breve periodo dell’intera regione, anche per la presenza sul territorio irpino di realtà industriali di rilievo. In tal senso, recuperando a fattor comune l’idea-progetto della ‘Piattaforma Logistica in Valle Ufita’ con il Polo del Freddo utile alla conservazione, stoccaggio e manipolazione dei prodotti di filiera avviati poi con la distribuzione; rilevata la conferma della realizzazione della Fermata Hirpinia dell’Alta Capacità e l’annunciato collegamento ferroviario per la nuova Industria Italiana Autobus, potrebbe essere  coerente e strategico in quell’Area la individuazione di una Zes (Zona Economica Speciale) con l’adozione di specifiche leggi finanziarie ed economiche costruite con l’obiettivo di attrarre investitori italiani e stranieri che potrebbero essere interessati a fare impresa in una zona con trattamenti vantaggiosi in termini fiscali, economici e finanziari e di burocrazia semplificata, puntando talaltro ad efficaci iniziative di back-shoring (il rientro della produzione nel Paese d’origine**, ndr), che in Campania non hanno ancora registrato significative attenzioni. La Regione, puntando alla crescita dei traffici portuali della Campania come ad uno degli elementi di sviluppo della nostra economia e dell’intero Mezzogiorno, ha immaginato una Zes proprio per le aree portuali e retroportuali di Napoli e Salerno, rilevato come oggi le merci che transitano il Canale di Suez sono indirizzate quasi totalmente ai porti del Nord Europa, con tre/quattro giorni di navigazione in più, anziché a quelli dell’Italia Meridionale più immediatamente raggiungibili per la loro collocazione geografica, ma isolati e non in grado di offrire garanzie affidabili per la gestione delle merci, visto il deficit infrastrutturale in cui operano per la scarsa qualità e quantità dei collegamenti con il centro Europa e anche con il Nord d’Italia. Pertanto, tenuto conto: dell’attuale qualità e capacità produttiva delle aree interne con Avellino e Benevento per il fattore di produzione oggi più incidente sull’export, appunto quello dei prodotti dell’Agroalimentare; della realizzazione in Valle Ufita della stazione di AC Hirpinia, del collegamento ferroviario previsto da Rfi e del reinsediamento industriale in atto; della posizione baricentrica dell’area interessata rispetto ai due mari ed alle regioni di Puglia, Basilicata e Calabria per le economie che si realizzerebbero per la logistica delle rispettive attività industriali; appare evidente come la realizzazione della nuova Zes o la rivalutazione degli ambiti di quella già individuata, potrebbe rilanciare gli investimenti nell’area dell’Ufita con il recupero, il reinsediamento e la creazione di nuovi siti produttivi, che unitamente alla realizzazione delle opere infrastrutturali già definite e altre in viadi definizione, potrebbe così recuperare realmente al Sistema Regionale e, per esso, al Sistema Paese, le aree interne della Campania, candidando l’intera Regione Campania quale piattaforma logistica nel cuore  del Mediterraneo, immersa come sarebbe, totalmente nel Corridoio Ten-T Scandinavo-Mediterraneo.

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