L'interno delle Isochimica (repertorio)

L’assessore all’ambiente Augusto Penna indica le linee guida della costruenda Green City e sottolinea la nuova centralità affidata al quartiere Borgo Ferrovia, oggetto del più grande processo di bonifica della storia della provincia. 

La giunta Foti conclude il mandato e si prepara a consegnare le procedure avviate sul piano di bonifica dell’ex Isochimica dall’esecutivo di governo alla prossima compagine amministrativa. Il testimone viene ceduto da Augusto Penna, assessore all’ambiente e promotore della Green City annunciata alla nomina del suo assessorato. Il percorso della bonifica del sito intanto, preceduto da un’attività di programmazione, progettazione e controllo delle operazioni si preannuncia impegnativo e richiederà la collaborazione di tutti gli enti partner del progetto.

Ad oggi, infatti, il Project Plan dell’Isochimica si ritiene concluso soltanto per la fase attinente al punto 1. della mappa (vedi foto) concernente la “rimozione dei silos ed altro, e relativa perizia di assestamento inferiore al 5 per cento per 8 cubi danneggiati; e lavori complementari per tubazioni connesse al sistema”. Il punto 2. è alla fase del bando per l’esecuzione dei lavori.

“Sono in corso di esecuzione interventi per un valore di oltre 13 Milioni di euro, che consentiranno di recuperare tutto il quartiere di Borgo Ferrovia, un’area importantissima della città, anche per la definizione di nuovi paradigmi urbanistici e, in generale, per una riprogrammazione della città volta all’inclusione urbana delle periferie” spiega l’ingegnere Penna.

I passi compiuti dal quartier generale allestito presso il Comune descrivono una procedura di disinnesco di una bomba ad orologeria, particolarmente attesa dal quartiere Borgo Ferrovia, interessato dalle polveri sottili esalate dal sito, ma anche dall’intera città, allarmata da decine di decessi e centinaia di malati che tutt’oggi continuano a gonfiare l’elenco delle morti da avvelenamento. L’opificio negli anni ’80 si occupava della scoibentazione delle carrozze ferroviarie. I lavoratori rimuovevano a mani nude e senza protezioni la fibra killer dai treni, che diventavano incubatori da cui le polveri sottili si disseminavano: dai luoghi che frequentavano alle persone che venivano in contatto con le fibre delle tute da lavoro che indossavano. Si parla inoltre dell’interramento di decine di tonnellate di amianto che sarebbero state sepolte nel piazzale della fabbrica, e dal piano di caratterizzazione avviato dal Comune risultano contaminazioni nei cubi di cemento adagiati nell’area, così come non si escludono sversamenti nei corsi fluviali adiacenti.

Le cifre. Oggi il “Progetto definitivo di bonifica in superficie del sito industriale Isochimica” è inserito nel panel degli interventi strategici del Piano Regionale di Bonifica, ed è stato candidato al fondo del “Patto per lo sviluppo della Regione Campania” in cui sono compresi, tra gli altri, anche interventi e piani d’intervento finanziati con risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020. Il valore complessivo dell’opera, 12milioni e 966mila euro circa, attinge fino a 10milioni sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014/2020- Patto per lo Sviluppo della Regione Campania del 24/4/2016-  e per 2milioni e 966mila euro a valere su risorse trasferite dallo Stato con la legge di stabilità 2016.

La caratterizzazione. E’ bene ricordare che parliamo di un sito la cui contaminazione si estende su una superficie di 42mila mq, di cui circa 16mila sono occupati da capannoni, strutture ed altro. Il piano di bonifica candidato a valere delle misure europee e nazionali, è l’ultimo tassello di un complesso percorso di indagini (anche della magistratura) e di un vasto piano di caratterizzazione guidato dall’ingegnere Penna. Nel 2002 sono stati effettuati i primi carotaggi sull’area, e nel 2004 si è insediata una Commissione Straordinaria dell’Arpac a seguito dell’emergenza rifiuti. Dai carotaggi effettuati dalla stessa agenzia nel 2005, risulta che l’area sia stata ‘abbastanza indagata’, fatti salvi gli impianti di depurazione. Dai risultati del primo piano di caratterizzazione, emerse una diffusa presenza di berillio, oltre al rinvenimento di materiale contenente amianto in concentrazioni significative. I piezometri disposti in due punti, hanno riscontrato la presenza di cubi, ovvero lenti ritrovate a seguito di 152 carotaggi complessivi. Oltre all’amianto interrato, dal piano di caratterizzazione del 2005, sono stati rinvenuti metalli, e idrocarburi totali nelle falde.

La Procura di Avellino. Il 15 giugno 2013, la Procura della Repubblica del Tribunale di Avellino aveva adottato il provvedimento di sequestro preventivo dell’area e nominato il Sindaco del Comune di Avellino custode giudiziario anche al fine di porre in essere azioni mirate alla messa in sicurezza dell’area. Con Decreto del 22 febbraio 2014, il GIP del Tribunale di Avellino aveva nominato il Presidente della Giunta Regionale della Campania ulteriore Custode/amministratore del sito, ritenendo che “l’urgenza di provvedere alla concreta messa in sicurezza del sito richiedesse anche l’attivazione dei poteri surrogatori spettanti all’ente Regionale”.

Gli atti prodotti dal Comune. Con delibera di giunta comunale, il 9 giugno 2017, il Comune ha approvato il progetto definitivo dell’intervento complessivo di “Bonifica superficiale dell’ex stabilimento Isochimica” e il 17 gennaio 2018 ha chiesto l’ammissione a finanziamento provvisoria dell’intervento “Bonifica superficiale dell’ex stabilimento Isochimica”-  consistente nella rimozione di tutti i rifiuti e delle strutture superficiali dell’ex stabilimento Isochimica di Via Pianodardine.

L’11 aprile scorso, il Comune ha inoltrato una integrazione alla Regione Campania, formulando una richiesta di anticipazione del 10 per cento per fare fronte alle spese di progettazione sulla istanza di finanziamento del progetto definitivo. L’Ente ha dichiarato- in sintesi-  l’impossibilità di far fronte in via anticipata e con risorse proprie, ai costi di progettazione dell’intervento. E’ stato inoltre cadenzato il cronoprogramma dell’intervento coerente con il termine del 31 dicembre 2019, e il verbale di validazione e verifica del primo lotto appaltabile, e di cui il Comune ha già redatto il progetto esecutivo.

 

 

 

 

 

 

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