«Giunta senza donne a Guardia Lombardi», l’Opposizione attacca

La ‘Giunta senza donne a Guardia Lombardi’ scatena la reazione della minoranza, con una nota del Gruppo “Guardia Unita”, ha criticato la scelta. Sono entrambi uomini i due assessori scelti dal Sindaco Francescantonio Siconolfi, si rileva, ricordando la regola ribadita dal Consiglio di Stato. Di seguito la nota.


Giunta senza donne a Guardia. In un attimo è tornata al più remoto passato

Nota del Gruppo di minoranza “Guardia Unita”

Il profilo di Guardia Lombardi

Lo scorso 12 ottobre 2021 il neoeletto Sindaco di Guardia Lombardi ha nominato assessori i signori Angelo Salvatore, con delega all’Ambiente, e Francescantonio Rossi, con delega al patrimonio e ai lavori pubblici, in aperta violazione della normativa che impone il rispetto della parità di genere nella composizione della giunta comunale. La decisione del Sindaco e Capo della lista “Guardia Futura” ha fatto tornare il paese indietro di almeno dieci anni, considerato che Guardia Lombardi ha sempre espresso nelle ultime legislature una presenza femminile in giunta. Si tratta, dunque, di un salto nel passato, non solo nel campo dei diritti civili, ma anche nel modo di fare politica, da parte di un primo cittadino che si è presentato in campagna elettorale come il volto del cambiamento. Come prevedibile, il velo è caduto al primo spiffero e sono venuti fuori i veri volti di questa compagine amministrativa, che nuovi non sono. (…) A firmare questo decreto di nomina è stato lo stesso candidato sindaco che in campagna elettorale diceva di voler realizzare a Guardia la Consulta delle donne, salvo poi dimenticarsi di avere in Consiglio Comunale una giovane consigliera democraticamente eletta e da lui voluta all’interno della sua lista, che è stata scartata senza che ne venissero esplicitate le ragioni. Non un buon inizio per l’amministrazione Siconolfi, che già al primo atto si pone sulla difensiva, fino al punto di violare la legge, che impone al sindaco di nominare, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, i componenti della Giunta, garantendo la presenza di entrambi i sessi (art. 46, co. 2 TUEL). Il Consiglio di Stato ha più volto chiarito che la possibilità di nominare giunte di soli uomini rappresenta un caso assolutamente eccezionale, che può verificarsi solo a condizione che vi sia un’impossibilità oggettiva e documentata di nominare una donna (CdS V Sez, 2016, n. 406), perché, ad esempio, non presente in consiglio comunale. Tuttavia, anche in questo caso limite, il Sindaco che non voglia eludere il dettato normativo ben può (e deve) sondare la disponibilità delle concittadine a ricoprire l’incarico come assessore esterno, dandone adeguata motivazione nell’atto di nomina. Nel decreto non c’è traccia di queste spiegazioni, ma lasciamo stare le carte illegittime e veniamo agli uomini: spieghi il Sindaco all’intera cittadinanza le motivazioni dell’oggettiva impossibilità di garantire la presenza in giunta di una figura femminile e le ragioni che lo hanno condotto a violare la legge, creando un grave precedente nella storia politica del Paese. Sarebbe un primo passo verso quel futuro fatto di competenza, rispetto delle donne e cambiamento tanto sbandierato in campagna elettorale: per il momento siamo solo all’inizio di un film già visto.


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