Voto disgiunto a favore di Biancardi, la verità di Vignola

«L'UNITÀ PREMESSA PER RILANCIARE LA PROPOSTA POLITICA «Il Partito Democratico è chiamato a compiere, insieme alla coalizione, una riflessione vera sulla prospettiva politica, a partire dalla sconfitta registrata alle elezioni provinciali: l'unità oggi è fondamentale»

Ingresso alla sede nazionale del Partito Democratico a Roma

Michele Vignola, sindaco di Solofra e candidato alla presidenza della Provincia del centrosinistra, affronta la sconfitta elettorale con fair play. E’ quanto emerge dalla lettura della sua nota ufficiale (integralmente riportata in fondo), anche se poi il primo cittadino rinvia l’approfondimento dei temi ad una successiva conferenza stampa, convocata per sabato mattina.

La questione che viene maggiormente evidenziata è che il Pd ed il centrosinistra debbono ripartire dai territori, dai problemi concreti, dalla diffusa classe dirigente impegnata sul campo, in uno slancio unitario, che il difficile e conflittuale confronto interno pre-elettorale non ha permesso che maturasse adeguatamente, per poterne dispiegare tutte le potenzialità, nella sfida per il governo di Palazzo Caracciolo, considerata anche l’esiguità del tempo a disposizione.

Il Sindaco di Solofra Michele Vignola, candidato alla Presidenza della Provincia di Avellino

Nonostante la delusione per il risultato, dunque, da questa esperienza emerge – sostiene ancora Vignola – uno stimolo per guardare con più fiducia al futuro politico.

Viene però difficile credere fino in fondo, che il candidato del centrosinistra non abbia provato, dopo la constatazione della sconfitta, una cocente delusione, per il tradimento politico dei colleghi amministratori del suo stesso partito e di quelli alleati.

Il risultato elettorale consegnato dalle urne era inatteso, perché sulla carta Vignola partiva nettamente avvantaggiato, considerata la nutrita presenza sul territorio di sindaci e consiglieri democratici, popolari e, più in generale, del centrosinistra. Nemmeno tenendo conto delle difficoltà e delle divisioni interne al Pd si poteva preventivare la netta debacle registrata, soprattutto perché c’era già un precedente.

Soltanto ricorrendo ad una diversa e precisa chiave di lettura, la sconfitta poteva essere presa in considerazione, più che prevista: la specifica attitudine del Pd alle complicazioni, alle divisioni e agli avvitamenti su se stessi. Ma forse ciò non basta a spiegare completamente e soprattutto con esattezza ciò che è successo.

E’ ciò che dice anche il segretario provinciale del Pd, Giuseppe Di Guglielmo. Non è solo una questione di scontri interni a via Tagliamento o di perenne pulsione congressuale dei democratici, ma è anche una storia di defezioni degli alleati, di tatticismi, di opportunismi. Il messaggio che il numero uno lancia è destinato anche ai Popolari, che probabilmente non sono o preferiscono non essere consapevoli che una quota della sconfitta è stata determinata anche da loro. Dagli amministratori di quel partito che non hanno rispettato o semplicemente condiviso le indicazioni. Probabilmente certi riferimenti politici non esercitano più la loro presa. Sono al declino. Ma forse è in crisi un modello politico e gestionale.

Tutto vero, come è vero che la politica e la rappresentanza sono diventate – troppo di frequente e più di prima – mero consumo e carrierismo, spesso terra terra, senza alcuna credibilità.

Il Pd, comunque, non può autoassolversi perché è portatore di quegli stessi germi. Troppi gli errori commessi, che non sono stati riconosciuti. Finora è mancata una vera autocritica, sia sul piano locale, che su quello nazionale. Ma sia chiaro che non stanno messi meglio né il centrodestra, né i presunti nuovi movimenti.

E’ un’altra politica quella di cui ha bisogno la comunità, insieme ad un’altra cittadinanza, una diversa coscienza civica.

Che cosa dirà, dunque, Vignola nella conferenza stampa prevista per sabato. Archiviato il galateo istituzionale, affronterà i problemi spinosi che sono davanti e le scomode verità che hanno causato la sconfitta elettorale?

C’è da chiedersi, dopo le rotture emerse durante l’appuntamento congressuale del Pd irpino e le parziali ricuciture registrate negli ultimi mesi, dal dopo-Cortona in poi, tra deluchiani e dameliani, con quale spirito si guarda alla prossima assise nazionale. Che tipo di partito si intende costruire, su quale linea, con quale orizzonte, puntando su quali uomini e donne. Domande e problemi che non riguardano soltanto la federazione provinciale irpina. Questioni che avranno ripercussioni anche sulle prossime scadenze elettorali, a cominciare da quella del capoluogo irpino. Sempre che si vada effettivamente al voto anticipato.


Ripartire dall’unità del Pd per non fallire la sfida elettorale di primavera

di Michele Vignola*

Nel congratularmi con Domenico Biancardi per la sua elezione, porgo al nuovo Presidente della Amministrazione Provinciale di Avellino i miei complimenti per il risultato conseguito e gli rinnovo in questa sede gli auguri di buon lavoro, come ho già avuto modo di fare telefonicamente questa mattina, all’esito dello scrutinio.

Ringrazio tutti gli amministratori locali per il consenso che mi hanno tributato, ma anche per l’affetto e il sostegno dimostrato nella breve campagna elettorale ormai alle nostre spalle.

Troppo poco il tempo disponibile per poter approfondire e discutere tutti gli importanti e urgenti temi sul tappeto, ma sufficiente per constatare la vivacità e la ricchezza della classe dirigente attiva sui nostri territori, alle prese con il difficile contesto economico e sociale di una Irpinia dalle mille potenzialità.

Queste donne e questi uomini rappresentano la vera speranza per il futuro della nostra provincia, chiamata nei prossimi mesi e anni a compiere scelte decisive per il futuro delle sue comunità nell’interesse, innanzitutto, delle nuove generazioni.

Va rispettato il sentimento che ne ha motivato l’impegno, l’aspirazione alla unità del Partito Democratico e del Centrosinistra, tardivamente realizzata in un contesto molto complesso.

Il supporto dei tanti amministratori locali in questa campagna elettorale è per me motivo di orgoglio e soddisfazione, ma anche di rammarico, proprio per il ritardo con cui siamo entrati in partita con il nostro programma finalmente unitario e condiviso.

Se il risultato non ci premia, è anche vero che ci motiva ancora di più sulla strada tracciata della unità e della rigenerazione del Partito Democratico e della coalizione, che ho accettato di rappresentare in questa competizione elettorale con spirito di servizio, nella coerenza della appartenenza ai valori e ai princìpi che hanno sempre guidato i miei passi in politica e nella responsabilità istituzionale.

L’amarezza della sconfitta elettorale non deve farci deviare dall’impegno politico e dal percorso unitario tanto faticosamente tracciato, salvaguardando il futuro di una proposta politica che va implementata e rilanciata nei prossimi mesi, quando alle amministrative di primavera Città e Comuni dovranno rinnovare le proprie rappresentanze.

Oggi è a quella prospettiva che ciascuno di noi deve guardare, con la fiducia di aver gettato il seme di una ripartenza a portata di mano, se non disperderemo il patrimonio di consensi e credibilità raccolto con un programma riformista di governo, fondato su una visione del futuro per l’Irpinia nel Mezzogiorno e nel Mediterraneo.

In queste settimane ho avuto modo di riscontrare tra gli amministratori locali e, diciamolo, tra la gente ingiustamente tenuta fuori da una elezione nella quale ancora si sente coinvolta, il desiderio di unità del Pd e del Centrosinistra.

Sabato mattina, nel corso di una conferenza stampa in via Tagliamento, a partire dalle ore 10,30 presso la sede del Partito Democratico irpino, approfondirò questi temi, analizzando l’esito del voto.

(*): Sindaco di Solofra

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