Sabino Aquino: proteggere la Bocca del Dragone, bacino idrico strategico per Campania e Puglia

L'analisi: l’inghiottitoio al centro di un sistema di sorgenti utilizzate per l’approvvigionamento idropotabile di Irpinia e Puglia di importanza strategica. Prevenire il rischio ambientale

Docente di Geologia Applicata, già dirigente dell’ex Consorzio Interprovinciale idrico Alto Calore e presidente degli nei Parco ‘Picentini’ e ‘Partenio’, Sabino Aquino analizza la situazione ambientale della Piana del Dragone, chiedendo la messa in sicurezza. “L’inghiottitoio al centro di un sistema di sorgenti utilizzate per l’approvvigionamento idropotabile di Irpinia e Puglia”, come ricorda, è sottoposto alla rete di monitoraggio realizzata nell’intera struttura montuosa del Monte Terminio-Tuoro, per prevenire i rischi di inquinamento, ma per il geologo non basta. Per scongiurare ogni minimo possibile rischio che possa pregiudicare la funzione di filtro naturale della Piana, conclude la sua analisi sollecitando “interventi strutturali finalizzati alla protezione delle ingenti risorse idriche da potenziali o reali rischi di inquinamento”. Nell’intervento che segue, Sabino Aquino ricorda che il bacino idrico irpino è di “importanza strategica eppure a rischio ambientale”. Di seguito l’analisi.


LA VULNERABILE PIANA ENDOREICA (BOCCA) DEL DRAGONE

L’analisi: l’inghiottitoio al centro di un sistema di sorgenti utilizzate per l’approvvigionamento idropotabile di Irpinia e Puglia, un bacino idrico di importanza strategica eppure a rischio ambientale

Sabino Aquino, docente di Geologia Applicata, già Presidente del Parco Regionale dei Monti Picentini

Analisi di Sabino Aquino | Docente di Geologia Applicata

Il rischio di inquinamento per le acque di falda assume rilevanza ed interesse nel caso dei bacini endoreici (chiusi), vale a dire quelle particolari aree a drenaggio esclusivamente interno le cui acque, superficiali, non sfociano in mare ma s’infiltrano in falda attraverso inghiottitoi carsici per cui tutto ciò che dovesse contaminare tali acque finirebbe per essere scaricato negli acquiferi che alimentano le sorgenti. La presenza in Irpinia di altopiani carsici che alimentano, con le loro acque, acquiferi di notevole potenzialità e qualità e che sono, in alcuni casi, abitati e sfruttati dal punto di vista agricolo-zootecnico, rendono il problema molto sentito. La Piana del Dragone ricadente per la maggior parte nel territorio Comunale di Volturara Irpina con una superfice a forma ellittica di circa quattromila trecento ettari che si estende in posizione baricentrica nell’ambito della struttura montuosa del Terminio-Tuoro è una delle più ampie aree a deflusso endoreico (chiuso) presenti nell’Appenino meridionale. Ricerche scientifiche di carattere idrogeologico hanno accertato che le acque di ruscellamento superficiale vengono smaltite da un unico inghiottitoio (Bocca del Dragone) posto in diretta comunicazione con la falda di base del Monte Terminio-Tuoro.

PIANA DEL DRAGONE

Questo massiccio montuoso è sede di cospicue emergenze basali, a cui corrispondono rendimenti medi dell’ordine di quaranta litri al secondo per ogni chilometro quadrato, nettamente superiori a quelli degli altri massicci montuosi dell’intero Appennino meridionale. La Piana del Dragone, per la sua posizione orografica in riferimento al massiccio del Terminio-Tuoro, risulta tributaria dei più grandi gruppi sorgivi dalla stessa emergente. Pertanto, tale conca endoreica riveste un ruolo di rilevanza interregionale per quanto attiene all’approvvigionamento idrico per uso potabile; infatti, la stessa alimenta gli importanti gruppi sorgivi gestiti dall’Acquedotto Pugliese S.p.A. (sorgenti di Cassano Irpino), dall’Azienda Acqua Bene Comune Napoli S.p.A. (Sorgenti del Serino) e dall’Azienda Alto Calore Servizi S.p.A. di Avellino (sorgenti di Cassano Irpino – sorgenti di Sorbo Serpico – sorgenti Alte del Calore e sorgente Baiardo). Complessivamente tutte queste sorgenti erogano in media annua circa cinquemila litri al secondo e riescono a garantire l’approvvigionamento idropotabile ad oltre due milioni di persone residenti in due regioni del meridione d’Italia (Campania e Puglia). La vulnerabilità all’inquinamento del predetto massiccio, e in modo particolare della Piana del Dragone, è molto elevata per la presenza di una circolazione idrica sotterranea veloce essendo le scaturigini, come già innanzi evidenziato, in diretta comunicazione con l’anzidetto inghiottitoio tramite grossi canali carsici. Se ora si fa riferimento al tipo di acque che vengono immesse nell’inghiottitoio (provenienti dalle fogne e/o dal ruscellamento superficiale che dilava zone di pascolo bovino, equino e caprino e zone agricole in cui vengono utilizzati pesticidi, fitofarmaci e diserbanti), ci si rende subito conto che, nella Conca del Dragone, esiste già un importante fenomeno di inquinamento, che col tempo può interessare anche le sorgenti. È pur vero che, finora, gli Enti che gestiscono gli acquedotti non hanno mai lamentato fenomenologie simili, ma è anche vero che, spesso, quando esiste la diluizione in falda (come nel caso specifico), l’effetto dell’alterazione qualitativa delle acque sotterranee si manifesta, in genere, dopo parecchio tempo dall’avvio del fenomeno. Basti considerare, a tal proposito, che l’inquinamento non è ancora arrivato alle sorgenti, ma ha già interessato un pozzo realizzato da alcuni decenni in località “Vallone Oscuro” proprio da uno degli enti acquedottistici innanzi citati che utilizza il predetto acquifero. In tale pozzo, messo fuori esercizio già da diversi anni, è stata rilevata la presenza di clostridi (batteri Gram-positivi indicatori di inquinamento remoto). In ogni caso, l’attuale equilibrio risulta decisamente instabile; infatti, non si può escludere che, col tempo, si possa verificare un accumulo in falda degli inquinanti presenti nelle acque che si immettono nella Bocca del Dragone. Tale situazione risulterebbe pressoché irreversibile, tenuto conto che, se l’accumulo di inquinanti è avvenuto cosi lentamente, altrettanto tempo potrebbe occorrere per la bonifica e l’eventuale risanamento. Pertanto, essendo le acque che scaturiscono dalle sorgenti di Cassano Irpino, di Serino, di Sorbo Serpico e Baiardo così importanti perché utilizzate a scopi idropotabili e, nello stesso tempo, essendo l’acquifero che le alimenta così vulnerabile, risulta necessario e indispensabile intervenire preventivamente per consentire l’eliminazione di tutti gli agenti inquinanti che giungono attualmente attraverso le acque in corrivazione sulla piana all’inghiottitoio. Ciò può avvenire mediante la realizzazione di oculati e razionali interventi mirati alla bonifica e al risanamento ambientale dell’intero bacino imbrifero della Piana del Dragone senza alterare le attuali condizioni idrogeologiche dello stesso. A tal proposito indispensabili, per le tipologie di intervento a farsi, risulteranno i dati idrogeologici, meteoclimatici e geochimici che vengono acquisiti in tempo reale da alcuni anni dalla sofisticata rete di monitoraggio realizzata nell’intera struttura montuosa del Monte Terminio-Tuoro. Attraverso l’analisi nel tempo di questi dati, unitamente al rilievo sistematico dei parametri generici di inquinamento e dei micro-contaminanti organici presenti nelle acque superficiali del bacino, va valutato il carico inquinante sulla Piana e l’eventuale rischio di contaminazione delle acque potabili con l’individuazione degli interventi strutturali finalizzati alla protezione delle ingenti risorse idriche da potenziali o reali rischi di inquinamento.


TAGS:

Bocca del Dragone, Comune di Volturara Irpina, Piana del Dragone, Volturara irpina

Invaso naturale a Volturara Irpina nella Valle del Dragone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabino Aquino: proteggere la Bocca del Dragone, bacino idrico strategico per Campania e Puglia, Sabino Aquino: proteggere la Bocca del Dragone, bacino idrico strategico per Campania e Puglia, Sabino Aquino: proteggere la Bocca del Dragone, bacino idrico strategico per Campania e Puglia, Sabino Aquino: proteggere la Bocca del Dragone, bacino idrico strategico per Campania e Puglia, Sabino Aquino: proteggere la Bocca del Dragone, bacino idrico strategico per Campania e Puglia, Sabino Aquino: proteggere la Bocca del Dragone, bacino idrico strategico per Campania e Puglia

ARTICOLI CORRELATI