«Partecipazione e legalità», Mele: restituire il Pd irpino alla gente

«COSTRUIRE UNA PROPOSTA DI GOVERNO COMPETITIVA IN IRPINIA IMPONE DEMOCRAZIA E LEGALITÀ. IL TEMPO È ARRIVATO». Intervista alla componente della Commissione di Garanzia del Partito Democratico di Avellino

«Costruire una proposta di governo competitiva in Irpinia, in Campania e nel Paese impone alla maggiore forza che si oppone al Centrodestra di aprirsi alla partecipazione e alla legalità. Ad Avellino per il Pd il tempo di cambiare è arrivato». Lo dice l’avvocato Teresa Mele, componente della Commissione di Garanzia del Partito Democratico ad Avellino, intervenendo a poche ore dalla conferenza stampa promossa dal suo partito su Reddito di cittadinanza, Polo logistico e Fondi PNRR.

Teresa Mele

«Il Partito Democratico va avanti da dieci anni senza aver mai celebrato in questo lungo periodo un congresso vero», ricorda Teresa Mele, osservando che «il confronto di merito sui temi di stretto interesse generale impone un coinvolgimento della gente, delle famiglie, delle imprese e delle rappresentanze sociali». Per l’ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Avellino «l’area culturale alla quale si richiamano tutte le forze del Centro e della Sinistra, tra le quali in primo luogo il Pd, si fonda sulla partecipazione, il confronto, il dialogo, non sui concetti espressi dal leader di turno». In questo scenario, Teresa Mele considera preoccupante quanto sta accadendo in via Tagliamento. «L’Irpinia come l’Italia ha bisogno di riscoprire la funzione imprescindibile della politica, non può accontentarsi di una parvenza ad uso di comode cartoline mediatiche». Per questo, «il primo passo è ripartire dalle basi: serve una chiamata alla consultazione degli iscritti, occorre un congresso per mettere ordine nel metodo, nell’agenda e nella linea di un partito che può e deve ripartire», spiega.

Teresa Mele, nella conferenza stampa tenuta martedì in via Tagliamento il suo partito ha provato a mostrarsi unito, almeno nella compresenza dei suoi principali esponenti. Ma la sintonia c’è stata? Lei sembra dubitarne.
«Sulla critica all’operato e alle scelte del governo c’è stata e c’è identità sostanziale di vedute. Resta una forte riserva su ben altro, sulla legittimità di un gruppo dirigente che oggi si presenta come rappresentante della Federazione senza però essere stato eletto democraticamente».

Dunque non c’è…
«Diciamo che se un partito è un po’ come un’orchestra, nell’armonia eseguita in via Tagliamento non sono sfuggite a nessuno le diverse intonazioni. Si è rivelata una discussione improvvisata, dove personalità autorevoli del Pd irpino e campano sono state chiamate ad esprimere riflessioni che richiedevano tempi e modi precisi, ma nel contesto di una frettolosa conferenza stampa. Negli interventi sono emerse differenze profonde»

Continui.
«In questi mesi c’è qualche segnale di maggior attivismo, certo, timidi segnali di apertura. Ma non arriva ai territori e alla gente, al nostro popolo, cioè agli iscritti, una volontà chiara di cambiamento. Il partito ha convocato una conferenza stampa per parlare di Reddito di cittadinanza e PNRR, benissimo. Ma qualcuno ha chiesto ai nostri iscritti, ai soci del Partito Democratico, che cosa ne pensano?. Gli organismi – che pure ci sono – sono stati coinvolti…? La situazione è ormai è insostenibile».

«L’accordo unitario non c’è più», ha detto recentemente il consigliere comunale avellinese Franco Russo.  Condivide?
«Certo. L’accordo unitario ha avuto una funzione – per dichiarazioni preventive dei contraenti – funzionale ad un momento storico. Doveva durare fino alle primarie, giusto il tempo delle elezioni politiche. Oggi è inaccettabile, alla luce della fuoriuscita dal Pd di una parte dei sostenitori di quell’accordo. Parliamo di esponenti ed iscritti transitati nella Destra».

Allora perché il Congresso non si fa?
«Su questa domanda il gruppo dirigente fa calare un assordante silenzio, trovando sul punto una sorprendente sintonia con la segreteria nazionale. Ricordo che le feste natalizie erano alle nostre spalle da pochi giorni, quando si attendevano le primarie che avrebbero segnato una ripartenza per il nostro partito. Siamo ora a Ferragosto, ma di congresso tra la gente non parla ancora nemmeno chi ha vinto, sovvertendo il pronostico nel nome della discontinuità. Mi pare che poco sua cambiato invece».

Vuol dire che cambiano i segretari, ma non la linea. È così?
«È così ormai da anni e anni. Sono dieci da quando è stato celebrato l’ultimo congresso provinciale ad Avellino. Politicamente è un’eternità. Per usare un’immagine, basta dire che allora a Palazzo Chigi c’era Matteo Renzi, mentre oggi abbiamo Giorgia Meloni. In mezzo un referendum costituzionale perso, tre anni di pandemia e quasi due di una guerra in Europa che non sembra voler terminare. Ma in via Tagliamento il tempo sembra fermo».

Conclusione?
«Ha ragione il senatore Enzo De Luca quando ripropone con forza la questione delle regole, il rispetto della democrazia interna, quando chiede un congresso ‘per creare il cambiamento necessario a risalire la china e tornare a sfidare la Destra’. Lo pensiamo in tanti, migliaia di tesserati irpini. Chi ha paura di dare voce agli iscritti prima o poi dovrà spiegarlo nei Circoli».

Perciò crede ancora possibile una soluzione?
«So solo che ad un partito non può bastare stringersi intorno ai propri riferimenti istituzionali, per quanto autorevoli, anzi: si finisce per indebolirli agli occhi dell’opinione pubblica, caricandoli di un doppio ruolo. Gli iscritti nei circoli devono poter essere liberi di esprimere autonome opinioni, contribuire alla linea con istanze e proposte che tocca poi agli eletti portare nelle sedi istituzionali, dalla Regione alla Provincia ai Comuni».


TAGS:

Avellino, Elly Schlein, Pd, Regione Campania, Stefano Bonaccini, Teresa Mele

 

 

 

 

 

 

 

«Partecipazione e legalità», Mele: restituire il Pd irpino alla gente

«Partecipazione e legalità», Mele: restituire il Pd irpino alla gente

«Partecipazione e legalità», Mele: restituire il Pd irpino alla gente

ARTICOLI CORRELATI