Il Consorzio di Bonifica dell’Ufita compie 73 anni: festa a Grottaminarda

Il 28 luglio del 1950 è stato riconosciuto ufficialmente con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1501 prima di costituirsi il 19 dicembre 1948

Il Consorzio di Bonifica dell’Ufita compie 73 anni. Il 28 luglio del 1950 veniva riconosciuto ufficialmente, con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1501, il Consorzio di Bonifica dell’Ufita, costituitosi il 19 dicembre 1948 a seguito dell’Adunanza Generale appositamente convocata dal Prefetto di Avellino, Giovanni Velasco, presso la sede comunale di Grottaminarda.

Il Consorzio di Bonifica dell’Ufita compie 73 anni: festa a Grottaminarda

Nella stessa riunione, veniva eletto Presidente provvisorio, Antonio Romano, e la Deputazione Provvisoria nelle persone dei deputati, Gerardo Zerrella, Andrea Cozzo, Carlo Flammia, Angelo Frattolillo, Benedetto Enrico Piccarini, Francescopaolo De Feo e Mario Conte. All’Assemblea costituente erano presenti e partecipi due influenti parlamentari irpini dell’epoca, Enea Franza e Alfredo Amatucci.

GLI ALBORI DEL CONSORZIO. Il comprensorio consortile viene limitato al bacino del fiume Ufita ed a quello del torrente Fiumarella. Successivamente, con D.P.R. n. 1714 del 09/05/1961, il comprensorio del Consorzio viene ampliato ricomprendendo il bacino del Torrente Miscano. Negli anni si sono poi succeduti diversi consiglieri e vari Commissari Straordinari e Presidenti. Una storia gloriosa, quella fin ad ora scritta dal Consorzio di Bonifica dell’Ufita. Una storia che si è strettamente intrecciata con il percorso di sviluppo e progresso di tutta la categoria agricola e le comunità locali del territorio e che ha significativamente contribuito alla rinascita e al riscatto di un mondo che usciva drammaticamente provato dalla seconda guerra mondiale. Genti e agricoltori che scontavano la loro appartenenza alla “terra dell’osso”, come l’aveva definita un meridionalista insigne, Manlio Rossi-Doria.

L’OPERA. Il Consorzio di Bonifica dell’Ufita ha avuto un ruolo insostituibile e decisivo in questa ripresa, soprattutto negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, quando attraverso di esso transitavano i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno, del Governo e del Piano Marshall. E lo ha svolto fino in fondo, realizzando opere di bonifica idraulica, acquedotti rurali, impianti di elettrificazione rurali, strade rurali, invasi per la captazione e distribuzione delle acque, difesa idrogeologica e conservazione del suolo (soprattutto per usi produttivi agricoli), promozione dello sviluppo socio-economico (favorendo la sperimentazione di colture innovative e/o la formazione di associazioni di coltivatori per specifiche colture e trasformazione dei prodotti agricoli). Ha realizzato anche strutture di socializzazione per ricostruire lo spirito e l’identità di un popolo. Con il passare degli anni il ruolo e le funzioni del Consorzio sono cambiate con i nuovi ordinamenti statali e le nuove funzioni assegnate agli Enti Pubblici periferici.

IL CONSORZIO OGGI. “Una storia gloriosa alle spalle, ma anche una grande storia che si sta attuando nell’oggi e si continuerà a costruire nel futuro”, afferma il presidente Francesco Vigorita, che presiede oggi il Consorzio di Bonifica dell’Ufita, assieme al Consiglio e alla Deputazione Amministrativa, supportato dalle maestranze tecnico-economiche, coordinate dal direttore, Elziario Grasso. “E’ cambiato il ruolo e diversi sono gli obiettivi che il Consorzio è oggi chiamato a conseguire in base alle mutazioni socio-economiche della società e della grande sfida rappresentata dalla gestione del cambiamento climatico in atto che richiede un impegno insostituibile e rinnovato del Consorzio – aggiunge Vigorita. – Il Consorzio farà la sua parte anche per onorare che ci ha preceduto e per continuare a far crescere questo territorio, le imprese, l’agricoltura e le comunità che insistono su di esso” – conclude il presidente Vigorita. “Una storia di uomini e di realizzazioni vere, di riscatto e di affermazioni, sicuramente da far conoscere alle nuove generazioni, recuperando una memoria foriera di futuro”.


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