Enzo De Luca avvisa Pizza: Pd irpino a congresso, ultima chiamata

«RESTO, MA ORA VA RIPRISTINATA LA PARTECIPAZIONE». Il Presidente dell'Osservatorio Regionale dei Rifiuti in Campania interviene nel Polo dei Giovani di Avellino per chiedere un congresso immediato. «Il patto unitario è ormai superato, per costruire un nuovo centrosinistra ripartire dai territori»

Non è più ragionevole né possibile soprassedere su un congresso provinciale ad Avellino, ha spiegato Enzo De Luca, che con una conferenza stampa ha ammonito il segretario della Federazione Pd avellinese, Nello Pizza. Il Presidente dell’Osservatorio Regionale dei Rifiuti in Campania, senatore e figura di riferimento del partito dalla sua nascita, è intervenuto presso il polo dei Giovani, per annunciare il suo dissenso rispetto «alla deriva che il partito sta tenendo dopo le elezioni politiche del settembre scorso».

Enzo De Luca

Le scelte, le decisioni, persino gli obiettivi, «sono oscuri anche ai riferimenti istituzionali di un partito che viene gestito in una via Tagliamento inaccessibile, interdetta ad una partecipazione vera», ha spiegato. Enzo De Luca preannuncia la rottura del patto unitario che portò alla nomina «e non alla elezione», come ha rimarcato, di segretario, direzione e assemblea. «Quei nomi scritti a tavolino per consentire alla Federazione di uscire dal commissariamento e affrontare le scadenze elettorali oggi non hanno alcuna residua legittimazione ad operare, essendo venuti meno al mandato: portare i circoli al congresso democratico in pochi mesi», ha affermato. «Diedi il mio avallo come atto di responsabilità, in vista della scadenza elettorale su esplicita richiesta del partito nazionale». Si trattava, ha puntualizzato, di «circostanze straordinarie, che oggi sono abbondantemente superate».

«SERVE UN MANDATO DEMOCRATICO PER DISCUTERE LE ALLEANZE». In una iniziativa aperta, alla presenza di iscritti e amministratori locali, prendendo atto che gli impegni unitari assunti con il patto per l’uscita dal commissariamento sono stati disattesi, De Luca invita Pizza e gli altri a farsi carico della situazione, rinunciando a ricercare intese su alleanze per le prossime amministrative prima di aver consentito il ripristino del processo democratico. L’attuale gruppo dirigente ha superato i propri limiti anche in altre occasioni, ha segnalato. Una per tutte, il documento prodotto contro il Presidente della Provincia Rizieri Buonopane, espressione nelle istituzioni irpine del Partito Democratico. «Il futuro del Pd dovrà essere deciso a valle di un congresso, non compete ad un commissario nominato, né ai suoi collaboratori». Per queste ragioni, ha spiegato, l’assenza al tavolo del centrosinistra di venerdì scorso «è stato un atto compiuto per amor di Patria. A quel tavolo serve un Pd credibile perché legittimato democraticamente, non personalità certamente degne sul piano umano, ma prive di un mandato a rappresentare iscritti ed elettori». Con il suo intervento, De Luca offre l’ultima opportunità al segretario Pizza di rispettare quell’impegno. L’alternativa è l’uscita dal patto di Enzo De Luca e dei suoi riferimenti, come ha rimarcato con i cronisti in mattinata.

«RESTO NEL PD, MA SERVE UN CONGRESSO». Ricordando di essere stato l’ultimo segretario provinciale della Democrazia Cristiana all’inizio degli anni ’90 e il primo parlamentare del Partito Democratico eletto in Irpinia dopo il congresso costituente del 2007, Enzo De Luca ha spiegato che da cattolico democratico non può accettare ciò che «senza alcun consenso richiesto agli iscritti sta avvenendo». È in atto «una mutazione genetica del partito, nato per volontà di Romano Prodi e Gerardo Bianco, che con Walter Veltroni composero pazientemente a partire dal 1995 in quello che è stato il cantiere de L’Ulivo». Sgomberando il campo dagli equivoci, ha chiarito che non intende lasciare il partito di cui è co-fondatore in Irpinia e in Campania, rifiutando nel contempo la trasformazione neo movimentista in base alla quale «un assemblearismo di facciata, orchestrato a colpi di ordini del giorno dal vertice, sostituisce nei fatti il processo democratico». Ammonendo i dirigenti di via Tagliamento, ha aggiunto: «Non siamo populisti, ma parte di un partito nel quale il Popolarismo, il cattolicesimo democratico, le lezioni di Aldo Moro, la tradizione di Ciriaco De Mita e Gerardo Bianco, l’impegno democratico di David Sassoli, il patrimonio culturale di Don Sturzo e De Gasperi, non possono essere riposti in una vetrina da riaprire solo nelle grandi occasioni». Il Pd «è un partito, non un movimento», ha aggiunto. «Ad Avellino serve un congresso, ma nel Paese occorre ristabilire una linea politica», ha osservato. «Alle primarie è stato eletto un segretario per governare il partito, non per cancellare decenni di centrosinistra, disarticolando il Partito Democratico con il progressivo confinamento in un angolo di un pezzo fondamentale del suo dna politico e culturale». Al contrario, rammentando che «il Pd è opposizione in Parlamento», ha lanciato un monito alla responsabilità. «Dobbiamo ricostruire sui territori un consenso ampio in grado di rilanciare il nostro progetto democratico nel Mezzogiorno, riportando il Pd alla guida del Paese: le elezioni europee sono un appuntamento decisivo che deve trovarci preparati».

«AL FIANCO DI AMMINISTRATORI E COMUNITÀ LOCALI UN PD APERTO ALLA PARTECIPAZIONE PER COSTRUIRE UNA ALTERNATIVA CREDIBILE ALLA DESTRA». Per Enzo De Luca, insomma, il Partito Democratico deve ritrovare ad Avellino il suo status, la sua funzione, quindi la sua utilità nel merito dei problemi, delle questioni, ricordando che da Presidente dell’Osservatorio Regionale sui Rifiuti «solo in via Tagliamento non è stato coinvolto nella discussione sul riassetto del ciclo integrato, a differenza di quanto avviene nel resto del territorio regionale». Per l’esponente irpino e campano dei Democratici, il Pd nei prossimi mesi deve recuperare, se non vuole dissolversi «ruolo e funzione sui temi ambientali, sociali, sulle questioni economiche e industriali, sull’agenda degli investimenti pubblici, dei diritti, della sicurezza e della legalità». In questo scenario, «occorre un Pd capace di dialogare con i territori, di alimentare la discussione, di partecipare ad un dibattito, supportando il buon governo che Provincia di Avellino e Regione Campania portano avanti in contrapposizione alla Destra che guida senza visione e volontà di ascolto il nostro Paese».


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