“Ma l’amore no”, romanzo epistolare di Mirella Napodano

Una serie di lettere scritte “per la memoria delle emozioni”, inframmezzate da canzoni d’epoca, che descrive, attraverso le parole, il profondo sentimento d’amore tra Emilia e Carmine

È un romanzo epistolare “Ma l’amore no” di Mirella Napodano. Una serie di lettere scritte “per la memoria delle emozioni”, inframmezzate da canzoni d’epoca, che descrive, attraverso le parole, il profondo sentimento d’amore tra Emilia e Carmine, che si dipana attraverso passione, incertezze, dubbi e un forte senso di protezione del giovane nei confronti della sua amata.

“Ma l’amore no”, romanzo epistolare di Mirella Napodano

Una miriade di lettere, scritte dal fronte in Africa settentrionale, in cui Carmine effondeva il suo amore profondo per Emilia, con le paure, le ansie e le delusioni di una lettera non arrivata: si scrivevano ogni giorno e Carmine viveva in una costante attesa di sue notizie, provando talvolta un profondo senso di smarrimento e solitudine, che solo le parole di lei potevano riempire. All’inizio il loro rapporto era osteggiato dal padre di lei, Fiorentino Cotone, una persona di altri tempi, dotata di un’enorme cultura e orgoglioso della creazione del suo giornale “Don Basilio” che si occupava di tutti gli aspetti della vita cittadina e culturale, “uno strumento palpitante di vita”, in grado di far circolare idee e notizie. Egli amava custodire intere annate di riviste, giornali nazionali e riviste locali, perché si sentiva immerso in quell’atmosfera, densa di stimoli. Attraverso le pagine del libro, si rileva la presenza di molte figure femminili nella famiglia di Emilia, un vero e proprio gineceo, con cui ella ha un sereno rapporto: nessuna delle cinque sorelle , né il fratello ingegnere alludevano mai al fatto di avere avuto madri diverse, si sentivano uniti nel costante affetto del padre e avvertivano il legame con quel cognome illustre che ognuno di loro sapeva di dover onorare tutta la vita. Rosa, un’orfana accolta in casa faceva di tutto per rendersi utile alla famiglia, parlava sempre nel suo dialetto di cui non si comprendevano tutti i termini: particolare è il riferimento alla “cascia ‘e bancaria” dove si conservava il corredo, elemento essenziale per ogni donna. Emilia era una giovane donna molto indipendente, lavorava presso la tipografia Pergola e preparava le buste paga per gli operai, ma spesso si rifugiava nel fatalismo di un destino a cui non ci si può sottrarre. Emilia aveva molto sofferto per la morte di sua madre e la rimproverava di averla lasciata: era una bambina, aveva solo tre anni e nutre un forte legame con gli oggetti appartenuti a chi non c’era più, come la spilla di oro rosa a forma di margherita, adornato di perline e smeraldi in un astuccio di velluto rosso, unico ricordo della madre. Avviene a un certo punto,qualcosa che intreccia i fili del destino, creando un profondo turbamento in Emilia, “è la vita che ci sorprende e scompiglia le carte”: la conoscenza con Domenico, un giovane che è legato da profonda stima con suo padre e che considera un vero e proprio “maestro di vita”. Egli le regala un disco “Amapola”, che la rende felice, poiché era appassionata di musica, ma il pensiero di lui si insinua inconsapevolmente nella sua mente e nel suo cuore. Con Domenico non potevano fare progetti in comune, anche perché entrambi erano impegnati, ma riuscivano a ”specchiarsi l’uno nell’altra senza confini”. Attraverso le parole di questo epistolario, si avverte la paura di Carmine che un giorno Emilia possa abbandonarlo, anche a causa della lontananza. Nonostante la soddisfazione di ricevere un encomio “per la responsabilità e lo sprezzo del pericolo, mantenendo l’ordine e la calma tra i militari, collaborando ad assicurare la difesa dell’accampamento”, egli, pur desiderandolo ardentemente,non riesce a partire, perché tutte le licenze sono sospese. Significativo è il racconto della promessa di nozze di Emilia fatta per procura, che Carmine vive, da lontano, con molta amarezza e nostalgia, perché il pensiero di lei non l’abbandona mai. Il ritorno a casa dopo tre anni racchiude un caleidoscopio di sensazioni e rappresenta il coronamento di un’attesa spasmodica, sostenuta sempre dalla certezza di riabbracciare la sua amata.
Ricordi ed emozioni che rendono questo libro un piccolo gioiello di istanti da vivere e di valori saldi e importanti.

Ilde Rampino


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