Omaggio a Ciriaco De Mita oggi alla Camera. «Addio alla Dc»

OSSERVATO UN MINUTO DI SILENZIO. Il ricordo degli ex Dc oggi nel Pd. Franceschini: il suo pensiero è oggi ancora il riferimento per la famiglia democristiana dispersa nei diversi fronti. Letta: dal suo rinnovamento viene parte dell’attuale gruppo dirigente italiano

La Camera dei Deputati ha reso l’omaggio solenne a Ciriaco De Mita, protagonista a Montecitorio da parlamentare, ministro e presidente del Consiglio tra il 1963 e il 2008, prima di proseguire la sua attività democratica nell’Europarlamento.

Ciriaco De Mita
Ciriaco De Mita e il simbolo della Democrazia Cristiana

Un lungo applauso si è levato dall’emiciclo al termine del minuto di silenzio, osservato in suffragio di un italiano considerato – evidentemente non solo dagli storici – un protagonista autentico nella vita politica e istituzionale del Paese. L’ultimo omaggio a Ciriaco De Mita è stato in qualche modo l’ultimo estremo saluto alla Democrazia Cristiana di cui continua a rappresentare autorevolmente l’emblema. Oggi alla Camera si è forse commemorato lo stesso partito che l’ex premier ebbe la capacità di guidare in un crocevia delicatissimo della vicenda democratica nazionale, negli anni che seguirono il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro. In molte espressioni adoperate dai tanti eredi della tradizione democristiana presenti nei vari schieramenti si è percepita una punta di rammarico.

FRANCESCHINI: «UN GRANDE LEADER PER LA FAMIGLIA DEMOCRISTIANA OGGI DISPERSA». Tra questi, certamente c’è Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e riferimento all’interno del Partito Democratico, tra i continuatori del retaggio moroteo. Franceschini non ha esitato a indicare Ciriaco De Mita come «un grande leader» per quella che ha definito «la grande famiglia democristiana», oggi «dispersa» lungo molte forze dell’arco costituzionale. Franceschini ha sottolineato i valori guida che hanno scandito il cammino di Ciriaco De Mita nella sua lunga vicenda politica. Definendolo «uomo di partito e uomo di Stato», lo ha indicato come un esempio. Attraverso il partito, che nell’architettura costituzionale è lo strumento con cui i cittadini concorrono attivamente alla vita del Paese, De Mita ha contribuito a scrivere la storia dell’Italia non solo con le decisioni, il dialogo e la politica, ma come «formatore di intere generazioni di protagonisti della vita pubblica». Franceschini ha ricordato la figura di De Mita come quella di un maestro, che con il ragionamento, denso della sua curiosità e della profonda cultura, ha seminato «spighe di grano nuovo che ancora oggi continuano a crescere».

LETTA: «TANTI DI NOI PROVENGONO DALLA SUA STAGIONE DEL RINNOVAMENTO». Anche Enrico Letta, oggi segretario del Partito Democratico, ha sottolineato la stagione del rinnovamento segnata da Ciriaco De Mita per un intero decennio, gli anni Ottanta. «Da quella storia siamo venuti in tanti», ha ammesso durante la commemorazione. Anche per Letta l’ex premier e segretario della Dc ha lasciato un segno che continua a segnare profondamente la vita del Paese, anche con il tentativo convinto e infaticabile di rilanciare la democrazia italiana con una stagione di riforme coraggiose. Forza intellettuale e concretezza dell’azione hanno caratterizzato il modus operandi del leader Ciriaco De Mita, che Letta ha ricordato pronto ai cambiamenti, ma nel solco dei valori democratici.

L’ADDIO ALLA DC. In un Paese che oggi fatica a trovare leadership durature, condizionate dalla volatilità di un consenso spesso evanescente, la solidità del metodo demitiano e del suo approccio riformista hanno offerto spunti di riflessione in chi soprattutto oggi ripensa e rivaluta la funzione e i valori della Democrazia Cristiana, a quasi trent’anni dalla sua (forse) frettolosa liquidazione.


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