Riparto dei fondi per la Sanità, De Luca porta il Governo al Tar

Il Governatore della Campania chiede la nomina di un commissario che aggiorni i criteri di suddivisione delle risorse. IL RICORSO

Il Governatore della Campania chiede il commissariamento del Governo sul riparto dei fondi per la Sanità. Dopo aver diffidato Palazzo Chigi ad aggiornare i criteri di suddivisione delle risorse tra le diverse regioni, ha preannunciato un ricorso. Secondo Vincenzo De Luca il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Governo sono inadempienti rispetto ad un impegno stabilito di rivedere i parametri e i criteri, come si legge nel ricorso.

Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca

L’ACCUSA A MINISTERI E GOVERNO DI INADEMPIENZA. «A fronte della chiara disposizione che demanda ai Ministeri intimati l’adozione dei nuovi parametri per il riparto tra le Regioni del FSN sin dal 2015, e nonostante la previsione, a scopo evidentemente cautelativo, di tre regimi a carattere temporaneo, per le sole ipotesi di mancata intesa e/o di carenza dei dati, a tutt’oggi, i medesimi Ministeri non hanno ancora adottato il decreto di cui all’art. 27, comma 7, del citato d.lgs. n. 68/2011», si legge nella premessa del ricorso. «Non hanno neppure sottoposto alcuno schema di decreto alla Conferenza Stato Regioni», si sottolinea inoltre. «Nonostante le citate disposizioni di legge che attribuiscono il compito – e quindi un obbligo, non la mera facoltà- di determinarsi d’intesa nella elaborazione dei nuovi pesi, sulla base dei parametri indicati dalla norma, e di approvarli, previa acquisizione dell’Intesa, i Ministeri sono infatti rimasti del tutto inerti, senza neppure avviare il relativo procedimento». In prima istanza si richiede, dunque, la valutazione del Tribunale Amministrativo circa la eventuale inadempienza, disponendo conseguentemente un commissario espressamente deputato a porre in essere i provvedimenti necessari, come si legge ancora. Per «porre fine alla descritta situazione di illegittima inerzia», la Regione Campania ha prima notificato al Governo formale istanza con la quale ha richiesto di attivare «con ogni sollecitudine il procedimento di adozione del decreto previsto dall’art. 27, comma 7, del d.lgs. n. 68/2011», da sottoporre «all’ intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, secondo le modalità prescritte», poi non avendo ottenuto riscontro, ha scelto la strada del ricorso.

«SANARE IL VULNUS». Per il Presidente della Giunta Regionale della Campania gli italiani residenti a Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Benevento sono penalizzati rispetto a tutti gli italiani che vivono in ciascuna delle altre. «Per effetto del metodo sinora seguito al fine del riparto, alla Regione Campania è stata attribuita la più bassa quota pro capite di fondo sanitario, con un importo per ciascun cittadino campano pari in media a 45,00 € in meno rispetto alla quota pro capite nazionale, a discapito della qualità e della quantità dei servizi erogabili alla cittadinanza, pur a fronte di condizioni socioeconomiche oggettivamente e gravemente svantaggiate», rileva De Luca, proponendo che si prenda atto dei nuovi criteri per la ripartizione del fondo nazionale per la sanità tra le Regioni, mai applicati dal 2015: caratteristiche demografiche; contesto socioeconomico; stato di salute (o carico di malattia, soprattutto per patologie cronico degenerative); stato dell’offerta dei servizi quali-quantitativa.

«LA PAZIENZA È FINITA DOPO 7 ANNI». Il Presidente De Luca ritiene esauriti i margini per un confronto istituzionale sui criteri di riparto dei fondi per la Sanità, occorre accelerare. «Sono passati sette anni da allora» e in questo tempo «ci siamo trovati ogni volta nella Conferenza delle Regioni a essere ricattati dal governo con la complicità di gran parte dei Presidenti delle Regioni che dicevano: se non approviamo il riparto, si bloccano i finanziamenti e vi assumete la responsabilità». Ora il Governatore impone al Governo di ottemperare. «abbiamo deciso di assumerci la responsabilità e bloccare tutto e non arretriamo di una virgola».


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