Gestione dei rifiuti in Irpinia, l’Ato prepara l’affidamento

L'ente d'ambito ha approvato la delibera per procedere all'analisi dello stato dell'arte sulla gestione integrata del ciclo dei rifiuti in provincia di Avellino. Il Presidente Tropeano pronto a convocare l'assemblea dei sindaci dopo Pasqua: "Su Chianche deve pronunciarsi il Comune, l'Ato Rifiuti non fa passi indietro"

Ato Rifiuti. La sede dell'ente d'ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

La nuova gestione dei rifiuti in Irpinia dovrà realizzarsi entro quest’anno. Per definirne l’assetto, l’Ato di Avellino affida l’incarico a 3 tecnici per supportare l’ente pronto a elaborare il nuovo modello organizzativo. Nel frattempo, dopo le festività pasquali il presidente dell’Ato Rifiuti riunirà l’assemblea dei sindaci per la presentazione del Piano Industriale. Un documento non ancora ultimato in tutte le voci e che attende ancora l’inserimento di alcune relazioni tecniche, prima di una chiusura ufficiale. Incalzato dal Comitato “No al biodigestore sì al greco di Tufo” in merito alla necessità di valutare un sito alternativo a Chianche, il presidente Valentino Tropeano dell’Ato Rifiuti conferma la delibera adottata in consiglio nel luglio 2020. “Il Comune di Chianche adotterà tutte le modifiche richieste, in quanto destinatario di un finanziamento da 24milioni di euro per la realizzazione dell’impianto” spiega. “Sulla scelta del sito per il biodigestore abbiamo fatto una delibera nel mese di luglio 2020, il ricorso al Tar presentato da alcuni Comuni chiama in causa il Comune di Chianche e la Regione Campania, non l’Ato Rifiuti e noi come ente d’ambito non possiamo tornare indietro rispetto alle scelte fatte” ha commentato. “Il tribunale amministrativo con la sentenza emessa ha evidenziato che la procedura non è stata eseguita correttamente, che l’impianto deve essere anaerobico e che vanno prodotti nuovamente i pareri di assoggettamento. In sintesi la sentenza indica il nuovo percorso da fare per il Comune di Chianche”. In merito alle continue proteste e sollecitazioni che arrivano, in particolar modo dal Comitato “No al biodigestore sì al Greco di Tufo”, Tropeano sottolinea che l’attività dell’ente d’ambito tiene conto degli umori del territorio, ma deve basare l’attività su documentazioni tecniche e amministrative.

Valentino Tropeano, sindaco di Montefredane e presidente dell’ente d’ambito irpino per i rifiuti

“Dovranno essere i sindaci, in assemblea oppure con l’apertura delle osservazioni al Piano, a pronunciarsi su un’alternativa a Chianche. Il Piano è suscettibile di modifiche e tiene conto delle indicazioni che arrivano dagli amministratori”. Ma la disputa sulla elaborazione del Piano d’Ambito non riguarda esclusivamente la scelta del sito per l’installazione del Biodigestore. Il consiglio dell’Ato Rifiuti di Avellino ha impiegato un mese per deliberare sull’ex art.34, che prevede la redazione di un documento tecnico sullo stato dell’arte della gestione del ciclo dei rifiuti su tutto il territorio provinciale. L’ente ha deliberato l’affidamento dello studio a tre figure professionali, che dovranno incrociare tutti i dati utili a valutare l’attuale gestione condotta da Irpiniambiente.

GESTIONE DEI RIFIUTI IN IRPINIA, IL NUOVO ASSETTO ENTRO L’ANNO. Dallo studio commissionato, l’Ato Rifiuti dovrà ricavare le informazioni necessarie a definire il modello di gestione dei rifiuti in Irpinia, quindi potrà procedere con l’affidamento del servizio integrato. Si dovrà decidere in sostanza, il futuro della società provinciale partecipata al 100 per cento dai Comuni. “I tecnici dovranno indicare se la gestione del ciclo integrato dei rifiuti può essere affidata ad una società pubblica o privata, e quali sono le condizioni. Non si tratta di una scelta di comodo, ma amministrativa e politica. Sarà sondato il bilancio della società che gestisce attualmente e se non ci saranno le condizioni per confermare l’affidamento, dovremmo trovare altre soluzioni. E’ pur vero che non è possibile azzerare di colpo quello che fino ad oggi è stato prodotto, tenendo presente la copertura finanziaria e l’efficienza del servizio. Il tema dei rifiuti è particolarmente complesso e lo studio che è stato affidato è un obbligo di legge” spiega Tropeano. “Il Piano è quasi pronto, mancano soltanto alcune relazioni e pochi dettagli. Sarà inviato in anticipo ai Comuni per consentirne una valutazione, presentarlo in assemblea e aprire le osservazioni. Queste serviranno a modellare il paino in base alle esigenze espresse. Sarà comunque l’Ato che deciderà dove allocare gli impianti” ha spiegato il presidente. Ai 118 Comuni della provincia intanto, è già stato inviato il piano di fattibilità tecnica ed economica, a cui non sono pervenute particolari obiezioni”.

ENTI D’AMBITO IN RITARDO SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI, BONAVITACOLA STRINGE I TEMPI. Intanto il vice presidente della Giunta Regionale Fulvio Bonavitacola ha sottolineato il grave ritardo degli amministratori in merito al passaggio di consegne della gestione agli Enti d’Ambito. “La Regione ha perfettamente ragione a evidenziare il ritardo: gli Ato non sono partiti al 100 per cento, ma riguardo al nostro ente vorrei sottolineare che io e il mio direttore generale abbiamo una sede ma non abbiamo dipendenti. Ho lavorato all’adeguamento del regolamento, ma non sono legato alla poltrona per avere l’indennità. L’intero consiglio lavora su base volontaria per dare a questa provincia un ente deputato alla gestione dei rifiuti” puntualizza. La elaborazione del Piano d’Ambito si è rivelata particolarmente complessa. “Intanto non riguarda soltanto l’individuazione del sito per il biodigestore come credono in molti. Ci sono una marea di numeri e dati che devono dialogare fra di loro, costi, distanze e piano industriale. Senza contare le lungaggini prodotte dai comuni, interpellati per fornici i dati utili. Vorrei sottolineare però nel contempo, che l’Ato di Avellino è l’unico ente d’ambito ad avere già un piano definitivo, comprensivo di fattibilità tecnica ed economica” conclude.


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