“Il quaderno dell’amore perduto” di Valerie Perrin

“Il quaderno dell’amore perduto” di Valerie Perrin. Un quaderno su cui annotare pensieri e ricordi diventa per Justine, che lavora da tre anni alla casa di riposo “Le Ortensie”, il mezzo attraverso cui confluire le vite degli altri, di coloro che, diventati ormai vecchi, ripensano al passato. Justine che si definisce, come le altre infermiere, “la custode del tempo degli amori passati”, crea un ponte tra il mondo in cui essi erano felici e un presente che vorrebbero dimenticare, perché denso di solitudine e tristezza, lontano dai propri cari. Justine fa molti straordinari non retribuiti e si occupa con amore dei suoi pazienti, come se fosse la sua famiglia, soprattutto dei “dimenticati della domenica” che nessuno va mai a trovare. Gli ospiti della casa di riposo le raccontano le loro storie: Helene, che immagina sempre di stare su una spiaggia a riscaldarsi al sole,  è l’unica residente che Justine chiama per nome. Standole vicina, si appassiona al racconto della sua vita e al grande amore che ha provato per Lucien “che non l’ha mai sposata”. Lucien era figlio di un cieco ed è vissuto sempre col pensiero di ereditare la sua malattia: questo senso di tristezza era acuito dal fatto che sua madre Emma lo aveva abbandonato, andandosene con un altro e lasciando un vuoto incolmabile . Col passare del tempo, egli scopre di non essere condannato alla cecità, come tutti i maschi della sua famiglia, perché “ha gli occhi della madre” e, diventato ormai un giovane nel fiore degli anni, viene attratto da una ragazza, Helene, che gli fa una richiesta singolare: insegnarle a leggere. Helene faceva fatica a leggere per un disturbo dell’apprendimento e non tratteneva le parole nella memoria: “era come se il vento gliele scompigliasse”, sente e vede con l’immaginazione la presenza di un gabbiano accanto a sé che la protegge. Nasce un profondo sentimento tra loro e Lucien le fa una proposta di “non matrimonio” e la sposa in un finto municipio: in seguito acquistano un bistrot in cui lavoreranno insieme per anni e rappresenterà tutta la loro vita.  Significativo sarà l’incontro con Simon, un violinista ebreo, che essi nasconderanno in cantina, ma che susciterà una forte gelosia in Lucien, perché comprende che egli si è innamorato di Helene, anche se in segreto. Inconsapevolmente comincia ad accennare qualcosa con gli altri avventori del locale in cui trascorre qualche ora e ciò porta a conseguenze gravi: Lucien viene portato via e Simon ucciso in modo crudele.

Successivamente mentre Lucien vaga senza memoria alla stazione, stringendo tra le mani fogli di giornale stropicciati,  incontra Edna, un’infermiera, che si prenderà cura di lui e, quando guarisce, le rivela di chiamarsi Simon, una sorta di immedesimazione con chi aveva tradito. Il sentimento di amore che Edna prova per lui le fa compiere gesti sbagliati: distrugge la lettera in cui Helene cerca disperatamente Lucien. La nascita di una bambina, a cui sarà dato il nome di Rose, la rende felice, ma comincia a sentirsi un’usurpatrice, perché ha nascosto la verità ed è come se la bambina dovesse essere in realtà figlia di Helene e del loro amore. Lucien non ricorda niente, ma è molto legato alla sua bambina. Un giorno, trova per caso quei fogli di giornale che Edna aveva nascosto, in cui egli rivelava il suo amore per Helene e si rende conto che il loro rapporto è fondato su una menzogna. Edna decide di recarsi al bistrot di Helene, rivelandole tutta la verità, perché ella “ha passato uno straccio sulle impronte di un’altra”. Il ritorno di Lucien a casa non è facile: non sapevano come ritessere il filo che li univa e non aveva ricordi da condividere con lei. Rose crescerà con loro e, molti anni dopo, scriverà una lettera a Edna dicendo che ha fatto bene a riportare Lucien da Helene perché è morto felice.

Il racconto di quelle storie riempie il vuoto emotivo che Justine ha sempre provato. Aveva alle spalle un passato difficile: i suoi genitori e gli zii erano morti in un incidente, suo padre e suo zio erano gemelli e suo cugino Jules era diventato suo fratello e lei se ne era preso cura, pagandogli, di nascosto gli studi, per dargli una possibilità. Essi erano stati accolti con amore dalla nonna, che tuttavia si rifiutava  di parlare del suo dolore, lo nascondeva dentro la propria anima, come faceva del resto anche suo nonno Armand che chiudeva la porta del cuore ai ricordi dolorosi. La nonna di Justine, Eugenie, viveva in un perenne stato di ansia e tentava spesso il suicidio, mentre il nonno, Armand, dopo la morte dei suoi figli, bruciò gli alberi da frutto che aveva piantato il giorno in cui essi erano venuti al mondo. Justine non conosceva la modalità dell’incidente: sentiva dentro di sé che la vita non le aveva regalato nulla e provava nostalgia per ciò che non aveva mai vissuto. Era consapevole che ci fosse qualcosa di non detto, un segreto inconfessabile, che poi un giorno scoprirà: la relazione sentimentale tra Armand e Annette, la madre di Jules. Eugenie era convinta che non lo avrebbe perdonato ma non lo avrebbe lasciato andare, l’umiliazione per quel tradimento le farà fare un gesto inconsulto e il destino mescolerà le carte in modo tragico.

A cura di Ilde Rampino

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