Brucia un pozzo artesiano a Guardia, arrivano i tecnici da Roma

Da lunedì un getto incandescente è in fiamme nei pressi di un'azienda zootecnica. I vigili del fuoco di Avellino chiedono aiuto al Comando nazionale e al Viminale. Il sindaco Antonio Gentile sul posto segue le operazioni

Brucia un pozzo artesiano a Guardia, arrivano i tecnici da Roma. Cercava l’acqua e invece ha trovato una sacca di gas che sprigiona la sua fiamma da oltre 48 ore. L’area di Contrada Lagoni a Guardia Lombardi è tutt’oggi presidiata da una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Lioni, che vigila sulla fuoriuscita del gas per proteggere l’allevamento di vitelli e il deposito di fieno. Visto il perdurare della fiamma, che in queste ore non ha mia perso potenza, il comando provinciale dei vigili del fuoco di Avellino ha interpellato il Ministero degli Interni e la direzione generale dei vigili del fuoco di Roma, per chiedere l’attivazione degli esami strumentali tesi a verificare la giacenza di gas nel sottosuolo. Ad oggi infatti non si ha contezza della grandezza della vena intercettata, nè della possibile presenza di un giacimento. L’ipotesi più accreditata al momento riguarda la trivellazione di una vena lungo l’arteria della Mefite di Rocca San Felice, ma fino a quando il personale specializzato non certificherà in maniera puntuale il giacimento, non sarà possibile azzardare deduzioni. La zona è sempre stata sotto la lente di ingrandimento delle compagnie di estrazione petrolifera, e il rinvenimento attuale della sacca al confine fra Guardia e Rocca potrebbe riaprire la questione sollevata con l’ormai celebre “Progetto Nusco”. L’interrogativo infatti riguarda la titolarità delle operazioni: ad opera di chi devono avvenire gli esami strumentali nel sottosuolo altirpino?

Artefice ignaro della scoperta è il titolare del macello di nuova costruzione a Guardia Lombardi. Aveva dato mandato allo scavo di un pozzo artesiano all’interno della sua proprietà di 100 metri circa per recuperare l’acqua necessaria all’abbeveraggio degli animali. Ultimati i lavori di scavo gli operai incaricati hanno lasciato la zona, ma dopo circa un’ora un botto ha messo tutti in allarme. La successiva fuoriuscita del fuoco ha allarmato il proprietario, che ha attivato i soccorsi. “Anche io mi sono subito secato sul posto, insieme ai vigili del fuoco e ai carabinieri” ha raccontato il sindaco di Guardia Antonio Gentile, che sta seguendo da vicino tutte le operazioni. “Una fiamma alta 2 metri divampa da 48 ore alla stessa intensità e con la stessa pressione, ma non è ancora possibile accertare il quantitativo. Può essere che si esaurirà a breve, ma anche che brucerà per giorni”. Resta ferma intenzione del sindaco allertare tecnici e geologi, e supportare le attività dei vigili del fuoco per accertare la natura della perdita di gas.

La zona- come conferma anche il primo cittadino- è stata già esplorata dalle compagnie petrolifere, che hanno effettuato carotaggi e altre esplorazioni. “Si tratta soprattutto di ricerche fatte dopo il terremoto del 1980, quando furono installate le trivelle, anche nel perimetro in cui oggi divampano le fiamme. Non escludiamo che possa trattarsi di una vena ad esaurimento, o magari di un corso più piccolo che però sfocia in una arteria più grande. Se potessimo parlare di giacimento, certo si aprirebbe un discorso differente, con opportune valutazioni, ma al momento resta tutto avvolto nel mistero, almeno fino a quando non si farà luce sul sottosuolo con studi specifici” conclude. L’area intanto resta transennata, non solo in quanto proprietà privata, ma anche per questioni legate alla pubblica sicurezza.


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