Si era incatenato per una pratica respinta, la Regione Campania chiarisce

Il dirigente degli uffici avellinesi fornisce i dettagli sul caso, dopo l'intervento dei Carabinieri e della Polizia nei giorni scorsi: «Non era un atto dimostrativo contro la burocrazia»

«Si era incatenato per una pratica respinta, non a causa di lungaggini burocratiche». Il dirigente del Servizio territoriale provinciale di Avellino per le Politiche Agricole Marco Toto interviene per chiarire la vicenda diffusa dalle forze dell’ordine di Avellino dei giorni scorsi, in merito alla vicenda di un uomo di 50 anni di Nusco che si è incatenato ad un palo della luce davanti agli uffici regionali di Collina Liguorini.

La targa all’ingresso del palazzo che ospita la Giunta Regionale della Campania, nella suggestiva zona napoletana di Santa Lucia

“Intervengo per chiarire che la spiacevole vicenda che si è verificata nei giorni precedenti non è causa della burocrazia, nè demerito dei cosiddetti burocrati” sottolinea Marco Toto. “Si tratta del padre di un ragazzo che ha presentato istanza per ottenere i finanziamenti del Piano di Sviluppo Rurale, a valere sulle misure disponibili per il primo insediamento. L’istanza è stata valutata, ma la domanda non è stata ritenuta ammissibile” spiega. “Il padre del ragazzo è già stato ricevuto una prima volta nei nostri uffici e ha avuto la possibilità di un colloquio con i nostri tecnici e tre funzionari per chiare le motivazioni del rigetto della domanda: gli sono stati illustrati gli elementi critici da parte di chi ha valutato la pratica e le motivazioni per cui non è stata ammessa a finanziamento. Il nostro incontro si è concluso in maniera serena, ma dopo un pò di tempo, siamo stati informati del gesto di protesta nel piazzale degli uffici. Davanti a quel gesto estremo e alla presenza delle forze dell’ordine intervenute sul posto, io stesso mi sono impegnato a prendere un nuovo appuntamento, ma a Napoli presso gli uffici regionali competenti. Lunedì 3 agosto, il padre del ragazzo avrà la possibilità di esporre il caso in Regione e di avere una nuova valutazione della sua pratica” conclude. L’uomo si era incatenato per una pratica respinta, dunque.


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