L’Asi liquida le partecipate in passivo. Solofra Service verso la dismissione

Al vaglio dei contabili il Solofra Service, mentre si attende la scadenza del bando Asidep. L'assemblea pone la questione politica sulla necessità di pianificare interventi ad horas sulla costruzione della piattaforma logistica in Valle Ufita, nelle mire del sindaco di Benevento Clemente Mastella

L’Asi liquida le partecipate in passivo. Sul piatto potrebbe finire a settembre la Solofra Service, ormai avviata verso la dismissione. Risanare il debito con la liquidazione delle partecipate passive: l’Asi cambia strategia politica.

Solofra Service, la sede

L’approvazione del bilancio di esercizio 2019 del Consorzio Asi di Avellino discusso ieri in Consiglio Generale non ha trascurato la politica economica dell’ente, caratterizzata da una fase di rientro degli investimenti, rilancio dei siti industriali indeboliti dalla crisi del 2008 e ottimizzazione delle risorse in vista dell’apertura delle Zes in Campania. La riduzione della perdita annunciata dal presidente Vincenzo Sirignano si traduce in indirizzo politico consolidato e punta ad una verifica di produttività delle partecipate, che ad oggi rappresentano le maggiori fonti di perdita del Consorzio. Oltre all’approvazione del bilancio infatti, è stata sollevata la questione del complesso polifunzionale Solofra Service, che è per il 99% di proprietà Asi e l’1% di proprietà comunale. La questione però è stata rinviata a settembre. Secondo la valutazione fatta dal consulente dell’Asi, Francesco Tedesco, ci sono le condizioni per procedere alla liquidazione della società. L’Asi liquida le partecipate in passivo ma non solo. Il Consorzio in questo momento è orientato a monetizzare liquidando i beni non essenziali. È stata annunciata la volontà di rientrare nella proprietà dell’immobile, dal valore stimato di 12milioni di euro, per venderlo agli imprenditori della concia o al Comune qualora presentasse istanza. Il Comune di Solofra e il sindaco Michele Vignola hanno risposto dal canto loro di commissionare uno studio tecnico ad un consulente per controdedurre la valutazione di Tedesco.

Il Presidente del Consorzio Asi di Avellino, Vincenzo Sirignano

ASIDEP, SI APRONO LE BUSTE. La partita decisiva è più vicina e si gioca il 14 luglio prossimo, data di scadenza del bando europeo per l’acquisizione del 49% di Asidep con una base d’asta di 2,7 milioni di euro. Una cifra che andrà dritta nelle casse del Tribunale di Avellino, in base al concordato. I creditori del Cgs ormai in liquidazione attendono la svolta. Sfumata la possibilità di una joint venture con Irpiniambiente, che non aveva i requisiti per partecipare al bando, si attende l’apertura delle buste per la valutazione delle offerte. Ad oggi sono pervenute almeno tre richieste di sopralluoghi e di invio documentazione tecnica, che lasciano presupporre l’invio di altrettante partecipazioni al bando.

Asidep Avellino

RECUPERARE I SUOLI INUTILIZZATI DALLA EDISON. Nel corso dei lavori assembleari è stata sollevata la necessità di intervenire con una politica di investimenti più aggressiva sulla logistica in Valle Ufita, alla luce di un presunto interesse intercettato nell’area sannita e da parte del sindaco di Benevento. “La costruenda Stazione Hirpinia è strettamente legata al polo logistico e rafforzare gli investimenti per valorizzare le infrastrutture deve essere una priorità dell’intera classe dirigente, a partire dai sindaci” è il monito registrato. L’opera di ammodernamento dei siti industriali condotta dall’Asi e la strategia di attrazione degli investimenti previsti per le tre Zes irpine guarda ad una estensione dei benefici fiscali a tutte le aree industriali della provincia. Ma se è vero che il consorzio dovrà farsi carico di intercedere presso la Regione Campania, altrettanto vero è che gli amministratori hanno un ruolo di primo piano nella strategia economica, con l’azzeramento della burocrazia e l’affiancamento diretto alle imprese e a possibili start up. Il sindaco di Flumeri Angelo Lanza ha affermato a Nuova Irpinia la volontà dell’Asi di candidare i terreni ex Edison a nuova vita industriale. Gia destinati ad una centrale elettrica mai costruita, oggi risultano appetibili. I 75mila metri quadrati della Edison nulla hanno a che vedere con i terreni della Industria Italiana Autobus, che pure al momento utilizza solo una parte del lotto da 925mila metri quadri, e che potrebbe utilizzare i suoli in esubero rispetto all’attuale fabbisogno per l’indotto o per ospitare altre aziende. Il piano industriale presentato Industria Italiana Autobus, intanto, prevede la saturazione del lotto nella previsione di massima espansione.


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