Sul mercato il 49% di Asidep per 2,7 milioni. Bando per la depurazione industriale

A FINE MARZO IL BANDO EUROPEO. Il capitale resta a maggioranza pubblica ma l'amministratore toccherà al privato. Sembra perdere quota l'ipotesi di un ingresso dell'ente Provincia con la partecipata Irpiniambiente

Asidep Avellino

Il Consorzio Asi colloca sul mercato il 49% di Asidep, la società che gestisce i servizi di depurazione industriale in provincia di Avellino. Fissata la base d’asta in 2,7 milioni di euro. Il Comitato Direttivo dell’Asi si è riunito in Contrada Capo di Fiume ad Avellino per il via alla pubblicazione a breve della gara a doppio oggetto relativa all’Asidep. Si è trattato di una riunione allargata ai tecnici e ai consulenti del lavoro, per mettere a punto le regole ritenute sufficienti a garantire i livelli occupazionali con i nuovi equilibri societari. Sono settanta i lavoratori impegnati a vario titolo nella gestione dei servizi di depurazione industriale nell’ambito delle 12 aree industriali (otto delle quali nell’ex Cratere) attive in provincia di Avellino.

TIMONE PRIVATO, CONTROLLO PUBBLICO. La gara assegnerà il 49% delle quote ad un socio industriale – sia pubblico che privato – che otterrà per 25 anni la guida operativa e la gestione diretta delle attività attualmente svolte da Asidep, che resta però sotto il controllo pubblico. In questa nuova composizione aziendale, all’Asi resterebbe la presidenza in quanto socio di maggioranza, mentre la figura di amministratore delegato spetterebbe al nuovo socio, che svilupperà il nuovo corso aziendale. L’intera operazione conclude l’accordo concordatario con il tribunale di Avellino per superare la precedente gestione del Cgs messo in liquidazione, garantendo i creditori.

Provincia di Avellino. La sede di Palazzo Caracciolo

ENTE PROVINCIA ALLA FINESTRA. Mentre si avvicina la pubblicazione della gara per il collocamento sul mercato del 49% di Asidep, perde quota l’ipotesi di un ingresso nel capitale dell’Ente Provincia con la partecipata Irpiniambiente. I contatti intercorsi tra Provincia di Avellino e Asi per un ingresso del gestore irpino dei servizi ambientali, con l’obiettivo di acquisire una ulteriore pezzo da comporre nel futuro ciclo integrato dei rifiuti, sembrano non avere prodotto i risultati sperati da alcuni settori sindacali. Almeno finora. Non si esclude però, che l’ente intermedio presieduto da Domenico Biancardi possa presentare al commissario liquidatore una proposta per anticipare il bando ad evidenza europea. L’importo minimo della base d’asta imposto dal liquidatore ammonta a 2 milioni e 750mila euro, cifra stimata sufficiente a coprire il fabbisogno per chiudere la partita debitoria dell’ex Cgs. La quota sarà trasferita interamente al commissario liquidatore per il concordato. Se vorrà avere un ruolo, la Provincia dovrà presentare istanza al Tribunale di Avellino e uscire allo scoperto prima della pubblicazione del bando, che sarà pubblicato entro la fine di marzo.

Il cartello all’ingresso dell’area industriale di Pianodardine ad Avellino

I MARGINI. La convenzione fra Asi e Asidep prevede il pagamento di una quota di 840 mila euro annui per la gestione degli impianti per un periodo di 25 anni. L’Asi si aspetta una risposta importante dal mercato, valutando l’alta professionalità e qualificazione del suo personale e la qualità degli impianti, oggetto di un intervento di efficientamento e ammodernamento tecnologico prossimo a concludersi. Entro due mesi, a gara ultimata, il Consorzio conta di consegnare all’azionista privato una azienda redditiva e competitiva, in grado di crescere in un settore, quello della depurazione industriale in Irpinia, destinato ad incrementare i suoi volumi operativi anche per effetto dei nuovi investimenti industriali attesi con l’attuazione della Zes, la Zona Economica Speciale. Al momento si ritiene sussista un certo interesse per la depurazione industriale irpina. Diversi imprenditori risulta stiano raccogliendo informazioni sul concordato pubblicato dal commissario liquidatore. La somma del “riscatto” del Cgs viene infine considerata irrisoria, considerati i margini dell’operazione, appena sei mesi di ordinaria attività.


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