Feudi di San Gregorio riparte sostenendo la ristorazione irpina

L'annuncio del presidente Antonio Capaldo: «Iniziare dal territorio per mettere in moto l’economia del comparto horeca nel più breve tempo possibile». L'iniziativa: sull’acquisto di 60 euro in vino o formaggi Carmasciando si riceverà un buono di 25 da spendere per una cena o un pranzo nei 30 locali aderenti

Feudi di San Gregorio riparte sostenendo la ristorazione irpina. Il Presidente Antonio Capaldo annuncia una iniziativa a sostegno della ripartenza dell’economia locale legata alla ristorazione e ai prodotti dell’agroalimentare. «Ripartire e fare rete» è la parola d’ordine attraverso cui «Feudi di San Gregorio interpreta la Fase 2», si legge nella nota. «La cantina irpina, oggi riferimento nel panorama vitivinicolo italiano, è promotrice di una cultura del vino che passa attraverso il ristorante interno Marennà e un comparto di visite e accoglienza molto attivo (30.000 ospiti l’anno)», fa sapere l’Azienda.

Antonio Capaldo, presidente della Feudi San Gregorio

L’INIZIATIVA PER LA RISTORAZIONE. Feudi di San Gregorio riparte puntando a rivitalizzare sul territorio la ristorazione. «Il 18 maggio è ripartita, in maniera innovativa e con nuovi slanci, l’Enoteca interna all’azienda che si fa promotrice di una particolare iniziativa volta a fare rete sul territorio», si premette, annunciando l’iniziativa: «Sull’acquisto di 60 euro in vino o formaggi (Feudi è proprietaria dell’azienda casearia Carmasciando, gioiellino dell’alta Irpinia specializzata nell’affinamento dei formaggi) si riceve infatti un buono di 25 euro da spendere entro agosto in circa trenta ristoranti del territorio che hanno aderito».

CAPALDO: «SOSTENIAMO LA FILIERA IRPINA». L’obiettivo è «sostenere la filiera irpina, spiega il presidente Antonio Capaldo: «Bisogna partire dal territorio per mettere in moto l’economia del comparto horeca nel più breve tempo possibile. È stato bello riscontrare quanto entusiasmo abbia riscosso questa iniziativa tra i ristoratori irpini, uniti dal desiderio di fare squadra”.

SUI SOCIAL ENOTECHE DEL CUORE. Feudi di San Gregorio annuncia anche attività di comunicazione «volte allo stesso obiettivo: ripartire tutti, ripartire insieme». Tra queste «le ‘Enoteche del cuore’, finalizzata a far conoscere attraverso le pagine social della cantina tutte le enoteche in giro per l’Italia dove è possibile trovare i vini Feudi e raccontare le storie di questi luoghi di cultura del vino».

Una suggestiva immagine del ristorante Marennà dei Feudi di San Gregorio (Foto Feudi)

DA DOMANI 21 MAGGIO LE VISITE IN CANTINA E DA VENERDì IL RISTORANTE MARENNÀ. Da giovedì ripartono anche le visite in cantina e il giorno successivo riapre il ristorante, annuncia l’Azienda. «Come sempre su prenotazione, per rendere l’esperienza personalizzata e in totale sicurezza» mentre «al via da venerdì anche il ristorante Marennà, dove gli ampi spazi e i posti a sedere già ben distanziati hanno agevolato la messa in atto di tutte le norme sanitarie vigenti». Inoltre, fa sapere ancora Feudi di San Gregorio, «durante il periodo di ‘Fase 2’, accanto alla carta vini digitale (che ospita oltre 200 etichette provenienti da tutto il mondo) e ai menu monouso, lo chef Roberto Allocca ha ideato tre percorsi di degustazione ad hoc, in modo che l’ospite possa lasciarsi andare in serenità al piacere della buona tavola». Ancora, «per chi volesse una coccola a domicilio, dal 5 giugno partono anche le ‘consegne stellate’ per ricevere a casa alcune prelibatezze del Marennà».

SOLIDARIETÀ CON IL ‘SACCO’ DI MILANO. E per risvegliare i sensi dei consumatori a distanza, non mancano le attività digitali di comunicazione: ne è un esempio quella solidale – destinata al Sacco di Milano – in collaborazione con Italia Keeps On Cooking: gli chef Mirko Ronzoni, Federico Trobbiani e Franco Aliberti condivideranno con i loro followers sul profilo @italiakeepsoncookingl’esecuzione di tre menu che saranno poi abbinati ai vini Feudi. In conclusione, afferma l’Azienda, «Feudi di San Gregorio riparte, dunque, al pubblico ancora più consapevole dell’importanza di fare rete sul territorio e più in generale nel Paese».


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