Santoli (Confimprenditori): ‘partite Iva’ offese dal decreto Cura Italia

L'affondo del Vicepresidente nazionale dell'associazione: «Seicento euro una tantum, tanto valgono i sacrifici fatti dalle partite Iva per il Governo»

Per Gerardo Santoli, Vicepresidente di Confimprenditori, «le partite Iva sono state offese dal decreto Cura Italia». E spiega: «Nel decreto Cura Italia vi è scritto infatti chiaramente ‘ai liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020, iscritti alla Gestione separata non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie è riconosciuta un’indennità una tantum pari a 600 euro’. Eppure si tratta di «quasi 5 milioni di persone che in questi anni hanno tirato la baracca senza nessuno ammortizzatore sociale e permesso allo Stato di andare avanti  finalmente sanno quanto è il loro valore», scrive Santoli. Inoltre, osserva Santoli, «il ministro Gualtieri inoltre ha chiarito che il bonus potrà essere richiesto all’Inps da chi ne ha effettivamente bisogno e ha rivolto un invito a chi ha meno problemi di liquidità di non richiederlo».

Gerardo Santoli, Vicepresidente di Confimprenditori

Santoli declina la disponibilità. «Stia tranquillo signor ministro, ne faremo volentieri a meno: si tenga pure i nostri seicento euro e li utilizzi per reperire i presidi sanitari e medico-chirurgici che occorrono per questa emergenza, magari evitando di requisire così come previsto ancora una volta nel vostro bel decreto». Il vicepresidente di Confinprenditori cita un passaggio della norma: «Fino al 31 luglio 2020, la protezione civile potrà autorizzare la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria».


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