M5s ad Avellino. Il palco montato dal Movimento Cinque Stelle in via Matteotti ad Avellino per il comizio del Vice Premier Luigi Di Maio

M5s verso l’addio alla Lega. La decisione presa dai vertici riuniti nella villa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona (nel livornese) sarà condivisa con i gruppi parlamentari nella giornata di oggi. La deputazione pentastellata incontrerà il Vicepremier Luigi Di Maio per fare il punto, in vista dell’approdo al Senato di una crisi di governo ancora non  formalizzata. In attesa di sapere se il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà direttamente al Quirinale, non concedendo margini per una retromarcia parlamentare all’ormai ex alleato della Lega, gli eletti in tutta Italia si troveranno al bivio: col Pd o al voto. In serata la linea di tendenza è per un governo di legislatura con i Democratici basato su un nuovo Contratto incentrato sui temi ambientali. Non mancano i mal di pancia, ma ci sarebbe la convergenza di tutti i big, presenti al vertice di Villa Grillo. Per ora c’è di certo solo il divorzio dal Carroccio, comunque. Il resto maturerà nelle prossime ore, quando potrebbe venire fuori anche un possibile accordo per mantenere Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Ieri Luigi Di Maio ha condiviso con Davide Casaleggio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista, presenti i capigruppo di Camera e Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli e la vicepresidente di Palazzo Madama, Paola Taverna, la decisione maturata in questi giorni sulla spinta data proprio dall’anfitrione della riunione di ieri, Beppe Grillo. Il Movimento prepara il dopo-Lega preparandosi ad ogni evenienza, consapevole che da martedì tutto dipenderà dal Quirinale. Con la formalizzazione della crisi spetterà al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, assumere le decisioni più opportune nell’interesse nazionale, in accordo con il dettato Costituzionale.

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella
Mara Carfagna, Forza Italia

Il destino della Legislatura dipenderà dalla disponibilità di una possibile maggioranza alternativa a quella franata poco prima di Ferragosto, esattamente come accadde nella primavera del 2018. Come è noto, anche allora il Presidente della Repubblica guidò una complessa e articolata serie di consultazioni per tentare di comporre in Parlamento la maggioranza che non era uscita dalle urne. Con i Cinque Stelle allora primo gruppo nelle Camere, si tentò in un primo tempo di raggiungere una intesa con il Partito Democratico, che poi venne meno. Successivamente, si esplorò la strada della collaborazione con la Lega, che si staccò dallo schieramento di Centrodestra con cui aveva conquistato molti collegi uninominali, per aderire ad un Contratto programmatico bilaterale con il M5s. Chiusa la porta al Carroccio, il Capo dello Stato rimetterà indietro le lancette dell’orologio al primo tentativo fatto ad aprile 2018. La convergenza con Pd ed altre forze (ad esempio Leu, Più Europa e altri gruppi parlamentari del gruppo misto) è sul tappeto. Ma non sono esclusie altri appoggi. Tra i centristi c’è un certo subbuglio. E se il Governatore della Liguria Giovanni Toti ha strappato con il Cavaliere per correre alla corte della Lega, dentro Forza Italia Mara Carfagna rema dalla parte opposta, non facendo mistero di non gradire una alleanza con il Carroccio.

Il senatore M5s, Ugo Grassi

UN GOVERNO PER LA XVIII LEGISLATURA. Come ripetono i costituzionalisti e i quirinalisti, in sede di consultazioni il Capo dello Stato non agirà per dare vita ad esecutivi di scopo, istituzionali o a tempo determinato. L’obiettivo imposto dalla Carta al Capo dello Stato è assicurare stabilità di governo entro i limiti della scadenza naturale. Se ci riuscirà o meno, dipenderà dalle forze politiche, in particolare da M5s e Pd. In giornata la riunione dei gruppi parlamentari pentastellati sarà il momento decisivo per i futuri scenari. Luigi Di Maio condividerà con le rappresentanze la situazione attuale, spiegando le ragioni per le quali si ritiene inaffidabile la Lega come interlocutore, al netto di diverse personalità all’interno del Carroccio apprezzate dal Movimento. Lo spartiacque sarà il voto sul taglio dei parlamentari. Un provvedimento che modificherà molti equilibri e rimetterà all’ordine del giorno parlamentare le riforme costituzionali.

Il post di Luigi Di Maio sulla legge M5s che taglierà 345 parlamentari tra Camera e Senato

PRODI AL PD: «SERVE GOVERNO DI LEGISLATURA CON IL MOVIMENTO 5 STELLE». A tessere la tela di un governo di legislatura non ci hanno pensato ieri soltanto i vertici del Movimento Cinque Stelle, ma anche il fondatore del Partito Democratico, Romano Prodi. L’ex Presidente della Commissione Ue ha fornito il quadro strategico di una alleanza pensata per rilanciare a Bruxelles il peso specifico dell’Italia. M5s e Pd hanno già votato insieme per il Presidente attuale della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. E i Democratici vantano David Sassoli alla presidenza del Parlamento Europeo. L’uscita della Lega dal Governo equivarrebbe ad un allontanamento delle forze sovraniste, che in Italia si ritroverebbero tutte all’opposizione, mettendo peraltro in imbarazzo Forza Italia, come da giorni lascia intendere l’ex Ministro Gianfranco Rotondi. «Serve un governo di solidarietà nazionale sul modello di quello che Andreotti fece nel 1976», ripete l’esponente avellinese della Fondazione Dc. L’orizzonte disegnato da Romano Prodi per l’accordo tra Pd e M5s è impegnativo, giungendo a ipotizzare fasi congressuali all’interno delle due forze politiche. Il nome della nuova esperienza politica lo ha già trovato: «Orsola», italianizzando quello della Presidente della Commissione Europea “Ursula”.

Romano Prodi a Repidee

LEGGI ANCHE: 

«Governo di legislatura Pd-M5s», Franceschini: sì all’ipotesi Bettini

Crisi di governo, a rischio Whirlpool, IIA e vertenze. Pd e M5s verificano l’alleanza

Renzi gela Lega (e Zingaretti): stop voto. Senatori Pd con lui

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI