«Governo di legislatura Pd-M5s», Franceschini: sì all’ipotesi Bettini

Mentre al Senato si vota il calendario della crisi alla Camera la conferenza dei capigruppo fissa la data del voto sulla riduzione dei parlamentari proposta dal Movimento Cinque Stelle. Saltato il confronto tra Lega e Forza Italia, con la possibile annessione degli Azzurri al Carroccio, mentre i Centristi sono in subbuglio

«Governo di legislatura Pd-M5s», Franceschini e Martina dicono sì all’ipotesi di Goffredo Bettini. Sulla scia dell’ex Premier Matteo Renzi, che nei giorni scorsi aveva proposto un governo per mettere a posto i conti pubblico evitando l’aumento già programmato delle tasse, nel Partito Democratico cresce il consenso attorno alla necessità di avviare un dialogo con il Movimento Cinque Stelle. La differenza sta nella durata dell’operazione. In queste ore la proposta di ‘un governo politico di legislatura’ costruita su un patto di maggioranza tra Pd e M5s, così come descritta da Goffredo Bettini, trova l’appoggio di Dario Franceschini e Maurizio Martina, ma anche di altri esponenti nel partito, al netto dei dubbi che continua a professare la vicesegretaria Paola De Micheli, che si riserva un giudizio finale dopo la conferenza stampa di Matteo Renzi attesa nel pomeriggio. Nicola Zingaretti, dopo un primo momento in cui si era dichiarato contrario ad ogni ipotesi di accordo in questo Parlamento, ora resta alla finestra. Per Zingaretti il Paese deve comprendere che l’artefice della fine del governo Conte è unicamente Matteo Salvini. Il resto verrà dopo l’apertura formale della crisi. Un Governo di legislatura Pd-M5s per Zingaretti potrà essere accettabile solo se le condizioni saranno costruite all’interno del percorso che il Capo dello Stato disegnerà con le sue consultazioni. Questi ed altri scenari che si affacciano all’orizzonte dipendono da ciò che accadrà dalle ore 18 in Senato, quando in aula si voterà il calendario della crisi di governo. Si deve decidere la data in cui il premier Giuseppe Conte dovrà pronunciare a Palazzo Madama le sue comunicazioni. Ma l’attenzione è anche sulla Conferenza dei Capigruppo convocata alle ore 19 alla Camera dei Deputati. Si deciderà quando discutere la proposta di legge sostenuta dai Cinque Stelle che prevede il taglio dei parlamentari. Si tratta di un argomento chiave, perché dall’esito di una eventuale approvazione della riforma si imporranno a cascata altri provvedimenti. Tra questi, il principale è la rielaborazione della legge elettorale.

Rosetta D’Amelio,  Coordinatrice della Conferenza dei Consigli regionalaccanto al Presidente della Camera, Roberto Fico, e al Vicepresidente della Camera, Ettore Rosato
Silvio Berlusconi ai tempi dell’ultimo governo da lui presieduto, nel 2011, ospite di Bruno Vespa nella trasmissione di Raiuno ‘Porta a Porta’

L’ANNESSIONE DI FORZA ITALIA ALLA LEGA, CONFRONTO SALTATO. GLI AZZURRI FERMANO IL CAVALIERE. Sul piano squisitamente politico, c’era particolare attesa per l’esito dell’incontro che nel pomeriggio l’ex Premier Silvio Berlusconi avrebbe dovuto avere con il capo della Lega, Matteo Salvini. Al di là del passaggio forte atteso dal Carroccio, che potrebbe ritirare la delegazione ministeriale dal Governo, al partito di via Bellerio preme ridefinire gli equilibrio nell’ambito di quello che era il Centrodestra. C’è chi pensa ad una vera e propria annessione di Forza Italia nel partito che fu di Umberto Bossi. Nell’incontro interno al partito del Cavaliere tenuto in mattinata a Palazzo Grazioli è emersa la contrarietà ad ogni soluzione che non garantisca il mantenimento del simbolo. In sostanza, no alla lista unica in caso di voto anticipato. Al momento l’unica certezza è il tentativo del Ministro dell’Interno di aumentare la propria rappresentanza nell’attuale Parlamento, dove conta solo sul 17 per cento dei seggi. La conta di oggi al Senato sul calendario della crisi serve proprio a questo, misurare le forze degli schieramenti in campo. La Lega conta anche sulla battaglia per evitare il taglio dei parlamentari. Sullo sfondo c’è il destino della diaspora democristiana e delle forze un tempo parte del pentapartito nella lontana Prima Repubblica. Un futuro cedimento del Cavaliere potrebbe provocare uno smottamento, con conseguenze soprattutto sui territori.

La Camera dei Deputati, l’Aula di Montecitorio

«NO Al TAGLIO DEI PARLAMENTARI». BUSSONE (UNCEM): IL PAESE HA BISOGNO DI POLITICI CAPACI CHE CONOSCONO I TERRITORI. “Il taglio dei Parlamentari, 400 Deputati e 200 Senatori, distrugge rappresentanza e democrazia. Ci perderebbero le aree interne e montane del Paese, oltre la metà dell’Italia, che in collegi elettorali grandi vedrebbero spostare tutti gli eletti verso le aree urbane dove si concentrano tanti voti e grandi interessi». Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, Unione Comuni, Comunità ed Enti montani. «Il Paese ha bisogno di riforme, dal Parlamento alle Regioni agli Enti locali. Serie e capaci di costruire una classe politica che ridia piena dignità alla politica, soprattutto che conosca i territori, li sappia rappresentare, conosca le comunità che li abitano e poi sappia guidare processi di unità e coesione dove è eletto».


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