“La discarica sequestrata a Bisaccia autorizzata nel ’95”. Tartaglia: va bonificata”

L'esponente della Giunta comunale spiega che il sito in questione e altre aree interessate dalla requisizione della Prefettura nel 1995 furono utilizzate per fronteggiare l'emergenza rifiuti in Campania. "Non possiamo parlare di abusivismo: la discarica era stata costruita con tutti i crismi per il deposito di rifiuti solidi urbani"

Il centro abitato di Bisaccia, nell'Irpinia Orientale

“La discarica sequestrata a Bisaccia fu autorizzata con l’emergenza rifiuti nel ’95: va bonificata. Escludo categoricamente che si possa parlare di inquinamento: nel sopralluogo congiunto fra i tecnici del Comune e i carabinieri sono state avviate le verifiche di radioattività su 10 siti, e il livello riscontrato è nettamente al di sotto dei parametri consentiti dalla legge”. Così Francesco Tartaglia, assessore comunale della Giunta Arminio, in merito alla denuncia di ritrovamento della maxi discarica di rifiuti poco lontano dal centro abitato bisaccese. “Si tratta di un sito voluto e autorizzato dalla Prefettura nel 1995, in piena emergenza rifiuti in Campania” continua. “Il sito era stato attrezzato rispettando tutte le norme allora in vigore in materia ambientale, con vasche di raccolta per il percolato e tutto quello che prevedeva la normativa. Ma sono stati collocati esclusivamente rifiuti urbani, non altro. Basti pensare che ci sono state anche indagini sull’inquinamento da parte del Comune, in attesa di ottenere i fondi regionali per la bonifica del sito, ma voglio precisare che non è mai stato rilevato niente”.

Sequestrata a Bisaccia maxi discarica abusiva interrata di 8mila metri quadri
Francesco Tartaglia, Vicesindaco di Bisaccia

Le scarse opportunità di concorrere ai bandi regionali per la bonifica dei siti dismessi aveva costretto gli amministratori a finanziare verifiche interne sullo stato di salute del sito. “Ci sono stati pochissimi bandi per la bonifica, dal 2009 al 2011, ma l’area era già sotto sequestro. Poi nel 2014 il Comune ha cercato di partecipare all’apertura dei nuovi bandi per la bonifica del territorio, in quanto non era riuscito a beneficiare dei fondi stanziati precedentemente per queste attività” sottolinea Tartaglia. “Tant’è che siamo invece riusciti ad ottenere un finanziamento di 50mila euro per avviare le indagini su un altro sito collaterale a questo indicato dalle forze dell’ordine. Stiamo solo attendendo un bando che ci consenta di partecipare”. Giovedì mattina il sopralluogo sul sito dell’ufficio tecnico comunale e dei carabinieri, e ieri mattina la visione di tutta la documentazione in comune da parte delle forze dell’ordine. “Sono certo che la questione verrà archiviata perchè ci sono già state indagini dello stesso tipo in passato, che però non hanno prodotto niente. Si tratta semplicemente di un sito che attende di essere bonificato, così come lo sono altre discariche autorizzate dal Prefetto”. Tartaglia evidenzia il paradosso: “Lo Stato requisisce le aree e autorizza le discariche, lasciando poi ai Comuni l’onere di bonificare, escludendo ogni responsabilità, che ricade sul sindaco ma non lo è”. Nessun pericolo incombente dunque grava sulla zona, nè sulla salute pubblica, nè per le colture per l’assessore Tartaglia, che esclude ogni ipotesi di inquinamento. “Questa è una occasione per fare chiarezza sulla priorità ambientale, che non possiamo più delegare all’attesa dei bandi regionali” tuona. “E’ necessario mappare i territori e definire le aree di criticità per ottenere da subito i finanziamenti necessari alla messa in sicurezza” conclude.

La sede dell’Ingv di Grottaminarda

Intanto, acquisiti gli atti e sequestrata l’area corrispondente a 8mila metri quadrati, così come riportano le affermazioni delle forze dell’ordine, si attende l’esito delle indagini dell’’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che potranno rivelare ulteriori elementi utili sia in ordine alla natura e consistenza dei rifiuti rinvenuti, sia alla profondità degli strati del sottosuolo interessato.


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