Il Ceo di Fca, Mike Manley

La FCA annuncia la proposta di fusione con Renault precisando che non prevede chiusure di stabilimenti. Inizia la settimana decisiva per le 1800 famiglie di altrettanti addetti in forza alla Fca di Pratola Serra, così come per quelle degli ottantamila sparse in Italia.

Da oggi è ufficiale: è stata presentata la proposta da Fca per una fusione con il gruppo Renault finalizzata a “creare uno dei principali gruppi automobilistici al mondo”. L’annuncio è arrivato con una nota Fca. Secondo l’ipotesi avanzata, la nuova società risultante dalla fusione sarà detenuta per il 50% dagli azionisti di Fca e per il 50% dagli azionisti di Groupe Renault. Ci sarà una struttura di governance paritetica e una maggioranza di consiglieri indipendenti. Questa proposta avanzata da Fca, è stata inviata con una lettera non vincolante a Renault. “La fusione tra Fca e gruppo Renault non comporterà nessuna chiusura di stabilimenti.

IL COMUNICATO UFFICIALE FCA. Di seguito alcuni passi della nota pubblicata sul sito di Fiat Chrysler Automobiles. L’offerta non è vincolante, si premette. “FCA presenta una proposta per una importante fusione con Group e Renault per creare uno dei principali gruppi automobilistici al mondo”, si intitola la nota. “La Società risultante dalla fusione sarà detenuta per il 50% dagli azionisti di  FCA e per il 50% dagli azionisti di Groupe Renault, una struttura di
governance paritetica e una maggioranza di consiglieri indipendenti”, in primo luogo. “La fusione porterà alla nascita del terzo più grande Original Equipment
Manufacturer (OEM) con 8,7 milioni di veicoli venduti e una forte presenza di
mercato nelle regioni e nei segmenti chiave
 Il portafoglio di marchi ampio e complementare fornirebbe una copertura
completa del mercato, dal segmento luxury fino al mainstream”. Inoltre, “la Società risultante diventerebbe un leader mondiale nel settore automobilistico in rapida evoluzione con un forte posizionamento nelle nuove tecnologie inclusi i veicoli elettrici e quelli a guida autonoma”. Soprattutto, “la fusione non comporterà nessuna chiusura di stabilimenti”. L’azienda stima “oltre € 5 miliardi di sinergie run-rate annuali in aggiunta alle sinergie
esistenti nell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi (‘Alleanza’)” e “un solido bilancio combinato che consente una allocazione flessibile del  capitale e una solida politica di dividendi”. Secondo FCA ci saranno “significativi benefici per gli altri partner dell’Alleanza, incluso ~ €1 miliardo di sinergie run-rate aggiuntive stimate”.

SVOLTA FCA: OBIETTIVO ESPANSIONE, IMPLEMENTAZIONE E CRESCITA COMPETITIVA, NON TAGLI. I benefici dell’operazione proposta, si legge ancora, “non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme
globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie. FCA ha una
storia di aggregazioni di successo di OEM con culture diverse per creare solidi leadership team e strutture dedicate a un singolo obiettivo. Quindi, il Consiglio di Amministrazione di FCA crede fermamente che l’aggregazione, che avrebbe la dimensione, l’esperienza e le
risorse per destreggiarsi con successo nell’industria automobilistica in rapida evoluzione, creerebbe nuove opportunità per i dipendenti di entrambe le società e per i principali stakeholder”. Per quanto riguarda le modalità della fusione, si chiarisce, tra l’altro, che: “Secondo i termini della proposta, gli azionisti di ciascuna società riceverebbero una quota
azionaria equivalente nella Società risultante dalla fusione. L’aggregazione verrebbe effettuata come operazione di fusione sotto una capogruppo olandese. Il Consiglio di Amministrazione della Società risultante dalla fusione sarebbe inizialmente composto da 11 membri con una maggioranza di consiglieri indipendenti e con un numero uguale di
consiglieri, 4 ciascuna, in rappresentanza di FCA e Groupe Renault ed uno designato da Nissan. Inoltre, non sarebbero trasferiti i diritti di doppio voto oggi esistenti”.

La Fca di Pratola Serra

SCENARIO IN EVOLUZIONE PER GLI ASSETTI. La svolta FCA e la possibile fusione con Renault aggiorna quanto delineato a dicembre 2018 dal responsabile di Fca Emea, Pietro Gorlier. Anche se è presto pensare che si delineare subito il futuro degli stabilimenti del gruppo Fiat Chrysler Automobiles in Italia e, soprattutto, dirá quali prodotti saranno loro assegnati. Come è oramai ampiamente noto, sono soprattutto le fabbriche di motori Diesel ad attendere con maggiore apprensione i contenuti di una programmazione che riguarderà il periodo 2019-22. Su Pratola Serra, ormai divenuto il simbolo del cambiamento, si concentra l’attenzione di tutti gli osservatori, che si faranno un’idea chiara delle intenzioni della Fca da quelli che di deciderà per lo stabilimento avellinese. La riconferma degli stabilimenti, il mantenimento dei livelli occupazionali, la determinazione a rilanciare il marchio Fiat, continuano ad essere ribaditi. Tuttavia, lo scenario che si delinea cambia la prospettiva per l’intera articolazione di un Gruppo che sta preparando una revisione profonda della sua strategia industriale a lungo termine, a partire da una forte volontà di innovare tecnologicamente il settore dell’auto e della mobilità nel suo complesso e nella sua concezione.

Pietro Gorlier, nuovo capo dell’area EMEA FCA

LEGGI ANCHE (LO SCENARIO CON SERGIO MARCHIONNE UNDICI MESI FA):

Fca rilancia in Italia, Cisl ottimista sull’occupazione

 

ARTICOLI CORRELATI