Rubava marche da bollo per rivenderle, arrestato ex cancelliere del Giudice di Pace nel Vallo di Lauro

La Guardia di Finanza di Avellino ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP di Avellino, nell’ambito di un’inchiesta avviata nel 2017

Il Palazzo di Giustizia di Avellino

Arrestato ex cancelliere del Giudice di Pace nel Vallo di Lauro. Rubava marche da bollo per rivenderle. L’uomo è accusato di peculato e falsificazione. Secondo quanto scoperto nel corso di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, tra il 2012 e il 2014, l’indagato allora in servizio nel Vallo di Lauro avrebbe sottratto e sostituito i valori bollati di almeno 150 procedimenti penali, intascando complessivamente 24mila euro. L’uomo è stato sottoposto ai domiciliari in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare. In particolare, sono stati individuati 150 procedimenti civili in cui sarebbero stati trafugati valori bollati per complessivi 23.9760 euro.

L’indagine era stata avviata nel 2017 dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino, della Sezione di P.G. presso la Procura di Avellino e Sezione Tutela Economia, e della Sezione di P.G. della Polizia di Stato.

Un’auto della Guardia di Finanza

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino hanno eseguito nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP di Avellino, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal Procuratore della Repubblica di Avellino L’indagato si occupava della ricezione delle note di iscrizione a ruolo delle varie controversie depositate dagli avvocati. Secondo quanto gli viene contestato, avrebbe reiteratamente indotto gli avvocati a non incollare i valori bollati, in modo da sostituirli successivamente con valori falsi o alterati. Si offriva di agevolarli nel compito così da poter metterli da parte, per poterli rivendere. Gli investigatori avrebbero riscontrato 231 valori bollati falsi, di cui 167 alterati, o nell’importo oppure nel numero identificativo, e 64 contraffatti in 150 procedimenti civili manomessi per un valore che sfiora i 24mila euro, frutto della rivendita sotto banco. L’ex cancelliere dovrà rispondere di peculato, falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate e di falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione e messa in circolazione di valori di bollo falsificati.

 

 

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