Congresso Pd: anche in Irpinia è sfida tra Zingaretti e Martina

Doppio appuntamento ad Avellino delle liste che sostengono i due principali candidati alle primarie. L'unità del partito e le scadenze elettorali i temi al centro del dibattito.

Ingresso alla sede nazionale del Partito Democratico a Roma

«Il Pd può voltare pagina soltanto se si superano i personalismi e si costruisce un campo largo, che coinvolga anche la società civile». E’ quanto affermato da Marina Sereni, coordinatrice nazionale di Area Dem ed vicepresidente della Camera, che nel pomeriggio ha fatto tappa ad Avellino, presso l’ex Eca, per la campagna delle primarie di Nicola Zingaretti.

Enzo De Luca

Al suo fianco l’ex senatore Enzo De Luca, capolista della squadra per l’assemblea nazionale, l’ex segretario provinciale del Pd, Carmine De Blasio, capolista della compagine franceschiniana che sostiene il candidato alla segreteria regionale, Leo Annunziata, ed Ida Grella, ex consigliere comunale del capoluogo, numero due della lista per Zingaretti.

«Soltanto con una leadership autorevole – ha incalzato Sereni – come quella del presidente della giunta regionale del Lazio , è possibile riconquistare un ruolo significativo e determinante sulla scena politica nazionale e ridare speranza al Paese. Il governo sta producendo disastri, costringendo l’Italia all’isolamento rispetto al resto dell’Europa e del mondo. Per questo motivo, il 3 marzo dovremo essere in tanti a votare Nicola Zingaretti. Con lui potrà esserci una ripartenza».

Sulle divisioni interne che si registrano tra le fila dei democratici in Irpinia, come negli altri territori e al Nazareno: «Non possiamo far prevalere la logica delle correnti. Il caso delle elezioni regionale in Abruzzo ci ha detto che partendo da un candidato autorevole c’è la possibilità di riunire i mondi del centrosinistra, comprese le forze civiche».

Anche l’ex senatore De Luca ha lanciato un appello all’unità: «Di fronte a noi c’è una strada obbligata: ricompattare le diverse anime del partito e trasformare il Pd in una vera comunità politica. Questo Congresso “biblico”, durato un anno, ci ha creato problemi. Manca l’opposizione al governo gialloverde che ha dimenticato il Mezzogiorno. Mi auguro che Zingaretti sia il nuovo segretario nazionale del partito, ma auspico che il Pd avvii un percorso condiviso per affrontare al meglio le prossime scadenze elettorali europee ed amministrative».

Un punto sul quale De Luca ha incalzato le altre componenti: «Sono pronto già da domani ad avviare un confronto interno, nel rispetto delle differenze di posizione. Il Pd è la principale alternativa a questo governo e può aiutare la politica ed i partiti a ritrovare credibilità agli occhi dei cittadini».

Non è mancato un segnale all’indirizzo di chi si dichiara contrario alla lista di partito per le comunali di Avellino ed è pronto alle fughe in avanti: «Quando ci sarà uno scatto di orgoglio ed un atto di responsabilità, di fronte al disastro che abbiamo intorno? Non possono prevalere gli individualismi ed i trasformismi. Chi non ci tiene al partito, non è costretto a restare».

Il deputato sannita del Pd, Umberto Del Basso De Caro

Al Carcere borbonico, intanto, anche il deputato Umberto Del Basso De Caro, candidato alla segreteria regionale del Pd, ha presentato – insieme ai capilista Gianfranco Iacobelli e Alessandro Ciasullo e all’ex parlamentare Luigi Famiglietti – le compagini che lo sostengono e quella a supporto di Maurizio Martina: «Voglio rappresentare le zone interne della Campania e darò voce ai territori. Dall’altra parte c’è una corazzata, ma alle convenzioni dei circoli ho raccolto un buon consenso. Il punto di partenza è il 25% dei voti espressi. Non possiamo consentire che ci sia un pensiero unico».

Il parlamentare ha poi chiarito le priorità del partito: «L’unità del partito è una necessità assoluta, se vogliamo risalire la china. Ma c’è bisogno anche di tanta umiltà. Qualità che non difetta a Maurizio Martina, che ha dimostrato grande equilibrio e buon senso alla guida del Pd. I pessimi risultati del governo del Movimento Cinque Stelle e della Lega dovrebbero consentirci di raggiungere il 30% dei voti alle prossime europee, senza nemmeno la campagna elettorale. Se, invece, andasse diversamente, vorrebbe dire che non siamo più in grado di parlare ai cittadini».

Sul futuro della Lioni-Grottaminarda l’affondo nei confronti dei grillini irpini: «E’ necessario ripartire per contrastare gli analfabeti a Cinque Stelle, ci stanno trascinando in una decrescita. Basta vedere cosa hanno fatto con la Lioni–Grottaminarda. È gravissimo fermare un’opera da 430 milioni di euro. Il blocco porta la firma di Carlo Sibilia».

Per quanto riguarda le amministrative di Avellino, De Caro si dice disponibile ad una lista unitaria con il simbolo del partito: «Non ho nessuna preclusione, ma dipende dai percorsi che si vuole avviare. Non sono favorevole, comunque, ad un candidato sindaco della società civile. La volta scorsa, con Nello Pizza, non è andata bene. Abbiamo tempo per confrontarci».

I rapporti con la segreteria provinciale del Pd, comunque, restano tesi: «Senza segnali di novità non è possibile aprire il dialogo. Una parte consistente del partito resta fuori dagli organismi».


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