Al termine dei cinque anni di vantaggi e premialità indicate dalla Convenzione Farina del 2012, il bilancio del Comune delle sorgenti oggi è in passivo di 520mila euro. Tanto deriva dal conteggio delle bollette del consumo idrico fatturate dalla società di Bari, sommate al costo della manutenzione della rete idrica che la convenzione ha addebitato al Comune di Caposele. Per questo, il sindaco Lorenzo Melillo ha convocato un consiglio comunale straordinario, invitando il Governatore della Campania Vincenzo De Luca a presiedere la seduta.

Domenica 24 febbraio l’assise caposelese porta un solo punto all’ordine del giorno: diffida alla Regione Campania ad autorizzare la concessione di derivazione all’Acquedotto Pugliese dell’uso dei 363 litri in diritto d’uso del Comune di Caposele e dei caposelesi, prima di una concertazione fra Regione Campania, Comune di Caposele e Acquedotto, utile al riequilibrio del contratto di cessione stesso.

“Constatiamo un paradosso inaccettabile che deve necessariamente arrivare ad una soluzione immediata” ha annunciato il sindaco Melillo al termine di una consultazione cittadina avvenuta già domenica 17 a Caposele, in cui è emersa la richiesta ufficiale da candidare ai vertici regionali: “Ricordando alla società di Bari la titolarità del diritto d’uso dell’acqua a Caposele, che la legge dello Stato e un parere dell’avvocatura regionale del 26 settembre 2012 hanno stabilito come perpetua a inalienabile, la Regione Campania non deve procedere all’autorizzazione fino a quando i rapporti fra i due enti non saranno soddisfatti” ha spiegato il sindaco.


Il manifesto affisso in questi giorni a Caposele a proposito della nuova segreteria vertenza idrica

LE TESI DEL COMUNE DI CAPOSELE PER SUPERARE LA CONVENZIONE. In sintesi. La Giunta sostenuta dalla task force esterna sull’acqua, ha sollevato un vizio formale e procedurale della Convenzione del 2012, teso a ribaltare i rapporti fra Comune e Aqp: essendo i 363 litri un diritto d’uso perenne, non potevano essere soggetti a tariffa. E ancora: le somme che il Comune di Caposele ha versato (con la ‘scontistica’ applicata nei primi 5 anni dall’entrata in vigore della convenzione Farina) a Bari conteggiate alla voce “consumo” sono la risultante dell’applicazione della tariffa stabilita autonomamente dall’Acquedotto, e non adeguate a quella della Regione Campania, né dall’applicazione del tariffario previsto per legge per i comuni depositari di sorgente.

Il Sindaco di Caposele, Melillo

SI VALUTANO ANCHE ISTANZE DI RISARCIMENTO. Gli addetti ai lavori impegnati sulla questione in questo momento non escludono la possibilità di avanzare la richiesta di un risarcimento nei confronti dell’Acquedotto, ma su questo aspetto il sindaco prende tempo, e conferma soltanto la stesura di un “manifesto dei diritti” della comunità di Caposele sulla parte della sorgente Sanità come parte integrante del patrimonio idrico comunale. “Il Comune di Caposele rivendica legittimamente la possibilità di ridiscutere la convenzione: le tariffe idriche a carico dei caposelesi esistono per effetto della convenzione Farina, ma sono illegittime” tuona il sindaco.
Caposele e i caposelesi, per intenderci, non hanno mai pagato il consumo d’acqua, né sono mai stati soggetti a contatori per monitorare i consumi. La convenzione del 2012, intanto, ha prodotto uno sconto sul consumo conteggiato da Bari per il primo anno dell’’80%, con riduzioni progressive fino ad arrivare al quinto anno, alla riduzione del 20%. L’apertura del bilancio 2019 ha aperto il problema: l’entrata in vigore del regime ordinario implica il pagamento sull’intero consumo, e il corrispettivo che Aqp riconosce al Comune non basta a pagare la bolletta.
“Il primo anno nelle casse del comune è entrato quasi un milione di euro: a 1milione e 350mila euro è stato sottratto il 20% del consumo; ma conclusi i cinque anni paghiamo la totale acqua che si consuma, ovvero una somma superiore all’indennizzo che riconosce l’Acquedotto Pugliese. A questo si somma la gestione idrica, che prima era a carico di Bari. Se volessimo replicare il bilancio dell’anno scorso siamo sotto di 520 mila euro” continua.

La targa dell’Acquedotto Pugliese, ex Eaap

LA STRATEGIA DEL COMUNE DI CAPOSELE. La rivendicazione annunciata dal Comune corre su doppio binario: il primo riguarda la richiesta di rinegoziazione della convenzione alla luce del parere dell’avvocatura regionale del 26 settembre 2012 che blinda il diritto d’uso della quota idrica assegnata a Caposele, come “atto transattivo irretrattabile”, ovvero “Caposele non deve pagare l’acqua”; e il secondo riguarda la sollecitazione all’adeguamento della tariffa a quella stabilita dalla Regione Campania, nella declinazione del tariffario in vigore per i comuni depositari di sorgente.
Su quest’ultimo punto insiste in realtà un ulteriore paradosso: la richiesta di adeguamento della tariffa – si ricorda che Caposele paga l’acqua allo stesso costo di Santa Maria di Leuca- era stata inoltrata dall’ex sindaco Farina nel 2017 all’Ato di Avellino, e sollecitata dall’attuale sindaco Melillo all’indomani del suo insediamento. L’ex commissario dell’ente Giovanni Colucci aveva elaborato lo studio ma l’assorbimento delle competenze all’Ente Idrico Campano ne ha impedito di fatto l’approvazione. Ad oggi, è l’Eic a doversi pronunciare su questo aspetto, ma si attende il completamento dell’organizzazione della struttura. Ergo: nulla di fatto.
“Vogliamo un consiglio comunale interlocutorio, il nostro vuole essere un atto moderato. Dall’Eic non abbiamo avuto ancora nessuna risposta, e più volte sono partite sollecitazioni al direttore Belgiorno” aggiunge Melillo. “L’ex Commissario Colucci aveva già approntato lo studio e licenziato la tariffa ma al Comune di Caposele continuano ad arrivare bollette con un conteggio determinato da una tariffa pari a 0,59 centesimi (basti pensare che quella ordinaria della Campania è di 0,24). Caposele l’acqua non la deve pagare e questo è il punto fermo per noi inamovibile sul quale faremo tutte le battaglie necessarie”.
Dal 2012 ad oggi, l’Acquedotto Pugliese non ha ancora ottenuto la concessione di derivazione della quota idrica “di esclusiva proprietà dei caposelesi” dalla Regione Campania, in quanto il decreto dirigenziale del novembre sorso, è stato pubblicato e annullato in 24 ore. “La Regione Campania ha ancora potere, e il Comune chiede un affiancamento nella rinegoziazione. Dopo sei anni affrontiamo il primo tagliando alla convenzione, e vogliamo mettere in luce la illegittimità dell’atto sottoscritto nel 2012, che mette in serie difficoltà le casse comunali, ma anche che il diritto perpetuo del Comune non si può mettere in discussione: è arrivato il momento di rinegoziare” conclude.

Un tecnico dell’Acquedotto Pugliese osserva la portata del Sele (Foto Aqp)

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI