Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell'Alto Calore Servizi spa, in audizione parlamentare sulla gestione idrica

L’Alto Calore si prepara a chiedere alla Cassa deposito e Prestiti il mutuo da 50 milioni che consentirà il salvataggio dell’Azienda di corso Europa. Entro una settimana sarà pronto il dossier finanziario richiesto dall’ente Provincia come condizione preliminare all’avvio dell’iter per ottenere il prestito presso Cdp.

Lo ha spiegato Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell’Alto Calore Servizi spa, che tra pochi giorni convocherà nuovamente il tavolo istituzionale con Provincia di Avellino e Regione Campania, tra gli altri, per sciogliere la riserva sul piano di risanamento e salvataggio dell’Alto Calore.

LA SVOLTA. L’amministratore unico di Alto Calore Michelangelo Ciarcia ha ottemperato alle richieste venute dalla Amministrazione provinciale, attualmente il primo socio rappresentato, dato il commissariamento del Comune di Avellino. La ricognizione finanziaria sulle capacità operative della società è stata completata. Entro la fine della settimana, al più tardi all’inizio della prossima, potrà essere esaminato il dossier permettendo al tavolo tecnico istituzionale di riinirsi successivamente per prendere atto delle cifre e autorizzare la società a compiere i passi necessari, che porteranno l’Alto Calore ad avanzare alla Cassa Deposito e Prestiti la richiesta di un mutuo pluriennale per un importo di 50 milioni. L’operazione sarà praticabile solo attraverso l’avallo dell’ente di Palazzo Caracciolo, che il Presidente Domenico Biancardi ha vincolato alla effettiva dimostrazione conti alla mano delle capacità dell’azienda di restituire quanto ora andrà a chiedere alla Cdp. La strada del debito si annuncia a questo punto in discesa.

La sede dell’Alto Calore Servizi in corso Europa ad Avellino. Il particolare degli uffici di presidenza

Nel frattempo, il numero uno della spa di corso Europa non nasconde la propria soddisfazione per i passi avanti compiuti in queste settimane, grazie alla rinegoziazione dei crediti vantati dall’Alto Calore Servizi. L’azione di risanamento ha prodotto una riduzione della spesa complessiva, con la razionalizzazione dell’organizzazione aziendale, oggi pronta a contrastare il fenomeno dell’abusivismo e dell’evasione tariffaria. Ma è sui crediti che si stanno recuperando risorse importanti grazie a rinegoziazioni e recuperi bonari.

L’obiettivo di Michelangelo Ciarcia è riconvocare l’assemblea dei soci per annunciare il successo della operazione di salvataggio già entro il mese prossimo. Con i 50 milioni contratti a tassi sostenibili cambierà il peso dell’esposizione, distribuita su un periodo più lungo, permettendo di alleggerire interessi e dare maggiore operatività.

Il Presidente della Provincia, Domenico Biancardi

LA VENDITA NON È PIÙ ALL’ORDINE DEL GIORNO.  Nella sua relazione introduttiva all’ultimo incontro istituzionale, Michelangelo Ciarcia aveva ridefinito il quadro finanziario dell’Alto Calore alla luce di tutti gli eventi registrati dall’inizio del suo mandato, tenendo presente la posizione dei soci sindaci nell’ultima assemblea e dei colloqui istituzionali intercorsi, non ultimo quello con i Comitati per l’Acqua pubblica, ai quali ha anticipato alcuni contenuti del Piano di ristrutturazione e risanamento a cui Ciarcia sta dando forma. “Alto Calore non soffre di crisi di liquidità”, aveva spiegato ai Comitati l’Amministratore Unico. “Disponiamo di un cash flow importante. Abbiamo, inoltre, da tempo e non solo di recente con l’iniziativa della società di recupero crediti, avviato un’azione di rientro delle morosità. Infine, il pensionamento anticipato di un consistente numero di dipendenti consente un alleggerimento dei costi per il personale”. Per questo, “eviterei, quindi, di parlare di crisi. Anche se all’orizzonte restano problemi che potrebbero portare ad un fallimento, oggi la situazione è in miglioramento”. Il Piano di Ciarcia appare chiaro: l’abbattimento della spesa strutturale con i pensionamenti, il recupero di efficienza sbloccando gli investimenti sulle reti con i fondi regionali, con conseguente taglio dei capitoli manutentivi, la riduzione delle morosità, la rinegoziazione con i Comuni dei crediti per intaccare la debitoria, quindi un prestito (con Cdp) che consenta di portare l’esposizione entro limiti fisiologici. Su queste basi Ciarcia ha le condizioni e le basi per chiedere a tutti, ciascuno per la propria competenza, un supporto: alla Campania di trasferire i 60 milioni necessari a mettere in sicurezza un primo decisivo modulo di impianti e reti; al Governo nazionale un ragionevole sostegno per il mutuo da Cassa Deposito e Prestiti; all’Ente idrico Campano garanzie sull’affidamento del Servizio integrato. Il dossier finanziario approntato dimostra la solidità della società che, al netto dell’indebitamento oggi destinato ad essere affrontato, mostra fondamentali affidabili.

Altre ipotesi per ora esulerebbero dalle posizioni espresse e dal cammino avviato dopo l’assemblea nella quale l’opzione ricapitalizzazione è stata ritirata dall’amministratore unico, vincolato dal mandato sulla salvaguardia della gestione pubbica.


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