Frana di Montaguto. Il sindaco alla Protezione Civile: “fate presto”.

Lettera di sollecito del primo cittadino Marcello Zecchino al capo di Dipartimento dell'Ente. Necessario un intervento tempestivo per scongiurare una nuova "emergenza nazionale".

Il sindaco di Montaguto invia lettera di sollecito al capo di Dipartimento della Protezione Civile. Marcello Zecchino evidenzia i “danni irreversibili” provocati negli ultimi mesi dalla messa in moto della frana. Parte dei canali per il deflusso delle acque superficiali sono ostruiti e si sono creati cumuli d’acqua.

Due giorni fa il primo cittadino ha riferito dei continui appelli alle autorità preposte. Il pericolo è che la massa in movimento possa staccarsi e raggiungere i binari del treno e l’arteria SS 90, unica tratta ferroviaria di collegamento con la Puglia. A destare maggiore preoccupazione anche il periodo dell’anno in corso. Le piogge continue infatti possono essere determinanti rispetto ad uno scivolamento a valle del terreno.

“Ci sono movimenti nella parte alta della frana – ha dichiarato Zecchino – al momento il tutto non interessa la viabilità però siamo in allarme. Chiediamo alla Regione Campania riattivi l’attività di monitoraggio e di procedere con gli interventi necessari per evitare si ripeta il dramma del 2010”.

Allo stato gli interventi in corso sono quelli della Comunità Montana dell’Ufita “che sta pulendo alcuni canali”, dichiara il sindaco. “Ma le competenze dell’Ente montano in questo caso sono comunque molto limitate e quindi non sono sufficienti”.

Il segnale d’allarme è stato divulgato dalle testate locali già lo scorso autunno. Di recente l’architetto Gaetano Bevere da sempre interessato e competente in materia di programmazione ferroviaria, ha fatto eco alle dichiarazioni di Zecchino.

C’è poi la questione Alta Capacità e il raddoppio ferroviario Napoli Bari che dovrebbe attraversare il Cervaro. In merito il sindaco di Montaguto afferma: “il percorso sarà realizzato tutto in galleria e riguarda un’area in sicurezza. Auspichiamo facciano presto perchè se si stacca la frana viene bloccato l’attuale collegamento con la Regione Puglia. Che è l’unico. Il mio appello è a fare presto”.

Due mesi fa il grido di Montaguto con lettera alla Protezione Civile, alla Regione, al Prefetto e al dirigente del Genio Civile. La dirigente Claudia Campobasso a sua volta avrebbe chiesto chiarimenti alla Regione Campania. A riportare il dettaglio della vicenda Michele Pilla sulla testata on line Montaguto.com.

La scorsa settimana il professore Francesco Maria Guadagno dell’Università degli Studi del Sannio si è recato di nuovo sul posto. La situazione sarebbe molto preoccupante. Diviene fondamentale agire.

La lettera scritta dal primo cittadino fa anche riferimento a delle opere di intervento strutturale “finanziate e non compiute”. Tale mancanza, leggiamo dal testo, “oltre che causare ulteriori danni alle opere della parte alta e medio alta della frana, potrebbe dare origine a situazioni di pericolo nella parte bassa della frana, riportando il fenomeno, a riprendere le caratteristiche di emergenza nazionale”.

Il paese attende risposte e chiarimenti ma soprattutto un intervento celere.

La lettera al Cado di Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli:

Nota di sollecito del sindaco di Montaguto al Capo Dipartimento della Protezione Civile per acquisire informazioni circa le risultanze delle attività della Regione Campania in considerazione della continua evoluzione dell’evento.

Si relaziona altresì sulle attività del sottoscritto che sono state attivate nei limiti delle proprie competenze, infatti, nella funzione attribuita dall’art. 6 del D. Lgs. 1/2018, lo scrivente ha provveduto a sollecitare l’intervento degli enti preposti al monitoraggio delle aree in frana per garantire la pubblica e privata incolumità ed in particolare:

  • ai sensi dell’art. 2 comma 2 del D Lgs. 1/2018 ha avviato attività di previsione con il concorso di soggetti dotati di competenza scientifica, tecnica e amministrativa ed in particolare:
    • Prendendo atto di Studi e monitoraggi effettuati dall’Università del Sannio relativi al trend evolutivo della frana con l’ausilio di strumentazioni sofisticate e misure progressive per lo studio delle dinamiche evolutive;
    • Effettuando un sopralluogo col progettista e direttore dei lavori degli interventi effettuati nell’ambito dell’OPCM n. 3868/2010, e s. m. i. per la verifica dello stato delle opere realizzate e valutare la suscettibilità delle medesime alla perdita di efficacia in relazione alla evoluzione del movimento, nonché alla valutazione speditiva dei danni prodotti dalla riattivazione e di quelli potenziali in caso di ulteriore ritardi nell’attuazione degli interventi già previsti nella OCDPC n. 73/2013 ed effettuati solo nella parte di competenza del DPC;
  • ai sensi dell’art. 2 comma 3 del D Lgs. 1/2018 ha avviato attività di prevenzione rispetto alla possibilità che si verifichino danni alle persone conseguenti all’evoluzione dell’evento; in particolare, con Ordinanza n. 20/2018 ha disposto «l’interdizione, con espresso divieto di avvicinamento con veicoli o a piedi, delle aree limitrofe e direttamente adiacenti ai margini del corpo di frana denominato “Frana di Montaguto – S. Martino” […]» nelle aree interessate dal movimento in atto, con interventi “non strutturali”;
  • sempre ai sensi dell’Art. 2 comma 3 del D Lgs. 1/2018, ha manifestato la disponibilità a concorrere con la Regione Campania ovvero con codesto Dipartimento, ad interventi strutturali immediati per l’attività di prevenzione dei danni che possono verificarsi – e si stanno già verificando – alle opere già realizzate nell’ambito dell’OPCM n. 3868/2010, e s. m. i., ritenendo che, anche alla luce di quanto disposto nella OCDPC n. 73/2013, l’evento in atto risulti al momento ascrivibile alle disposizioni di cui alla lettera b) del comma 1 dell’Art. 7 del Dlgs. N. 1/2018.

Sulla base delle conoscenze acquisite durante l’attività di previsione i suddetti provvedimenti,  limitati alle competenze del sottoscritto, risultano tuttavia insufficienti in assenza di interventi strutturali; interventi peraltro già previsti nella OCDPC n. 73/2013, e già progettati da codesto DPC (Campo Pozzi a monte della corona di frana, mai realizzato), ovvero da pianificare ai sensi dell’art. 2, comma 4, della OCDPC n. 73/2013. In questo senso si richiede se la Regione Campania abbia o meno dato seguito alla richiesta del Capo Dipartimento di “riferire con urgenza […]circa le iniziative intraprese per il ripristino del monitoraggio sul movimento franoso e per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio”.

Si rappresenta che l’evoluzione del fenomeno di riattivazione, ad oggi, ha provocato danneggiamenti irreversibili su parte delle opere realizzate nell’ambito dell’intervento “Realizzazione delle opere di drenaggio delle acque superficiali e profonde della zona alta di frana e del “Lago Maggiore””, ostruendo parte dei canali per il deflusso delle acque superficiali e dando luogo alla formazione di zone di accumulo delle acque. Si evidenzia infine che la mancata realizzazione di interventi strutturali, che si ribadisce, erano stati previsti e finanziati con l’OCDPC n. 73/2013, oltre che causare ulteriori danni alle opere della parte alta e medio alta della frana, potrebbe dare origine a situazioni di pericolo nella parte bassa della frana, riportando il fenomeno, a riprendere le caratteristiche di “emergenza nazionale” secondo la fattispecie di cui all’art. 7, comma 1, lettera c) del D. Lgs. 1/2018.

Il sindaco,

Marcello Zecchino

 

ARTICOLI CORRELATI