Controvento, Picone: i bisogni sociali non siano merce di scambio delle campagne elettorali

L'associazione del capoluogo ha provato a fornire una traccia di lavoro alla politica su temi particolarmente delicati e di grande attualità, come la povertà ed il disagio sociale

Un momento del convegno promosso dall'Associazione Controvento sulle povertà e la questione sociale

«Per dare risposte efficaci ai bisogni sociali occorrono investimenti sistematici ed una programmazione della politica della casa». E’ quanto ha affermato Generoso Picone, presidente dell’associazione Controvento, durante l’incontro-dibattito sul tema: “La città invisibile: disagi, sofferenze sociali”, tenuto nel pomeriggio, presso il circolo della Stampa di Avellino.

Al suo fianco Gennaro Bellizzi, don Vitaliano Della Sala, Carmine De Blasio e Stefano Kenji Iannillo.

Dal rapporto dell’Osservatorio sulle povertà della Caritas emerge un quadro articolato: povertà, solitudine, emarginazione colpiscono soprattutto gli anziani, principalmente donne, mentre la precarietà diffusa è ormai una realtà quotidiana per ampie fasce delle nuove generazioni.

«I dati raccolti dall’Osservatorio sulla povertà della Caritas – ha proseguito Picone – ci offrono almeno tre spunti di riflessione: 1) Esiste una città che non si conosce; 2) Le risposte che vengono date ai problemi sono autoreferenziali, caratterizzate da lentezza burocratica e condizionate dagli equilibri amministrativi degli enti; 3) Non si può consentire che simili argomenti siano relegati nelle sole campagne elettorali, diventando merce di scambio. Dietro ogni persona c’è un cittadino».

Ma la povertà ed i disagi sociali sono gli effetti di un sistema economico che da priorità al profitto, relegando in secondo piano la vita delle persone, come ha sottolineato Gennaro Bellizzi, richiamandosi all’insegnamento di don Michele Grella, riferimento importante, in anni passati, per molti cattolici avellinesi, impegnati nel sociale: «L’economia da strumento a servizio dell’uomo, si è trasformato in fine stesso dell’esistenza, che esclude chiunque non riesca ad entrare nel circuito». Spetta, dunque, a chi riveste un ruolo istituzionale, soprattutto di governo, riuscire a dare risposte ai problemi: «Gli slogan non bastano, servono un’approfondita conoscenza delle dinamiche sociali ed una capacità concreta di costruzione degli interventi».

Don Vitaliano Della Sala ha invece invitato tutti ad allargare lo sguardo, per non ignorare le implicazioni che spesso le emergenze hanno: «Quando si sgombera una famiglia che, mossa dal bisogno, occupa abusivamente un alloggio, si dimentica che in questo modo il problema non si risolve. Ci sarà una famiglia in più a cui dover fornire assistenza sociale. Occorrono perciò soluzioni strutturali. Sicuramente non è facile, ma le risposte estemporanea, anche quando nascono dalla generosità dei volontari, non bastano. Anche i poveri hanno bisogni quotidiani».

Carmine De Blasio, direttore del Consorzio dei servizi sociali di Atripalda, ha sottolineato l’evoluzione del welfare negli ultimi anni: «Soltanto con l’introduzione del Rei prima e del reddito di cittadinanza adesso, l’Italia ha posto al centro degli interventi la povertà. Allargare la sfera d’azione è importante. Bisogna però saper distinguere tra i diversi livelli di bisogno e trasformare le risposte sociali delle istituzioni, in un esercizio del diritto di cittadinanza».

Con il convegno sul disagio sociale, Controvento ha voluto indicare – hanno spiegato i rappresentanti del sodalizio – una traccia di lavoro per la politica. E’ stato infatti ribadito che l’associazione non parteciperà, con una propria lista, alle prossime elezioni amministrative e che da parte degli attivisti non c’è alcuna intenzione di candidarsi.

 

 

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