Luca Cipriano

A cento anni dalla nascita, l’associazione Ossigeno ricorda l’ex sindaco di Avellino, giornalista e docente di liceo, Giovanni Pionati. Una riflessione su una figura di spicco della città del passato, per provare a guardare in avanti. (Leggi l’articolo)

La locandina dell’iniziativa

«Dobbiamo recuperare – ha affermato Luca Cipriano, presidente del sodalizio che ha organizzato l’iniziativa presso il Carcere borbonico – la memoria della nostra storia e tornare ad innamorarci di Avellino. Soltanto così possiamo risvegliare un nuovo senso civico e diventare protagonisti di ciò che succede. I cittadini debbono dare il loro contributo per voltare pagina, impegnandosi in politica. Un messaggio che lancio anche e soprattutto ai giovani».

A ricordare la figura di Pionati testimoni a vario titolo ed in periodi differenti come Francesco Barra, Gennaro Bellizzi, Vincenzo Caprioli, Gianni Festa, Antonio Forgione, Carmine Malzoni, Andrea Massaro e Antonio Spina.

«E’ stato l’ultimo degli avellinesi – ha sostenuto il docente universitario, Francesco Barra -, di una città che non c’è più. Non è possibile dimenticare la sua partecipazione umana ed emotiva agli eventi del terremoto del 1980 che colpì Avellino e l’Irpinia, mentre guidava Palazzo De Peruta. Fu anche uno studioso profondo e raffinato, dalla scrittura sempre controllata. Era un archivio vivente. Conosceva bene tutte le dinamiche della città». Anche l’ex vicesindaco e medico, Antonio Spina ha tracciato un profilo del docente, avendolo conosciuto proprio dai banchi di scuola del “Mancini”: «Un professore autorevole e di grande spessore, che aveva fama d’essere severo e burbero. Ma, in realtà, non era così».

Francesco Barra, professore ordinario di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno, Presidente Onorario della Associazione Democrazia Compiuta di Avellino

L’ingegnere Caprioli, dirigente del Genio Civile, ha invece ricordato con viva emozione il dramma del terremoto, lo scenario spettrale di Avellino e degli altri centri della provincia colpiti dagli effetti delle scosse telluriche e gli sforzi profusi, in quei giorni, dal sindaco Pionati. Tra le principali preoccupazioni, dopo i primi soccorsi, la ricostruzione della città ed in particolare del centro storico ed i palazzi storici ed i monumenti.

Per ricostruire e ristrutturare la Torre dell’orologio, uno dei simboli della città, Caprioli fece venire il decano della scienza ingegneristica, il professor Morandi. Un intervento per cui Pionati espresse grande gratitudine, testimoniata da una lettera, successivamente pubblicata in un volume dallo stesso Caprioli.

Anche il primario di Cardiologia dell’ospedale “Frangipane” di Ariano Irpino, Gennaro Bellizzi, compagno di scuola di Francesco Pionati, ha portato la sua testimonianza: «Era una figura austera, ma anche ironica. Sicuramente un riferimento culturale per la città. Ci vorrebbe una figura così per rilanciare Avellino. Non c’è dubbio che non comprenderebbe e non apprezzerebbe il clima da rissa al quale assistiamo».

Gennaro Bellizzi

Il primario Carmine Malzoni, anch’egli studente di Pionati, dopo i ricordi personali, si è soffermato sulla condizione di sofferenza del capoluogo e dell’Irpinia: «La città è assolutamente ferma. In tutta l’Irpinia si registra una denatalità preoccupante. I centri del nostro territorio si stanno spopolando e la maggior parte dei residenti è avanti con gli anni».

Il giornalista Gianni Festa, invece, ha messo in evidenza uno degli aspetti del pensiero e dell’attività dell’ex sindaco, analizzando anche quanto è successo in questi anni sul fronte amministrativo e poltico: «La sua grande lezione è il recupero della memoria. Senza di essa non è possibile creare la città del sogno. Non è un caso il suo forte attaccamento al centro antico di Avellino. Purtroppo è mancata una classe dirigente con l’orgoglio del territorio e la conoscenza dei luoghi. Ce lo confermano gli scempi compiuti, che Pionati in qualche modo aveva previsto».

IL giornalista Gianni Festa

 

 

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