Giovanissimi rifugiati

In queste ore il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha aperto al dialogo con l’Anci sulla possibile revisione del Decreto Sicurezza. La notizia è stata accolta con particolare soddisfazione in Alta Irpinia, dove nelle scorse settimane erano state segnalate criticità nella parte della norma che fa riferimento ai rifugiati.

Gli uffici municipali di Sant’Angelo dei Lombardi

Sulla questione si era espresso anche un tavolo congiunto di amministratori voluto dal sindaco di Lacedonia Antonio Di Conza. In una riunione a Sant’Angelo dei Lombardi, alla presenza anche dei sindaci di Bisaccia e Sant’Andrea di Conza, aveva manifestato l’urgenza di fare voti presso il Ministero per chiedere l’abolizione delle nuove misure sull’accoglienza, anticipando una linea che in queste ore vede impegnati nel merito delle osservazioni Sindaci di diversa estrazione politica, da Leoluca Orlando di Palermo a Luigi De Magistris di Napoli, da Dario Nardella di Firenze a Giuseppe Falcomatà di Reggio Calabria a Federico Pizzarotti di Parma. Ma se questi primi cittadini sostengono anche la necessità di non attuare le norme, i Sindaci dell’Alta Irpinia hanno invece da subito sostenuto la necessità di aprire un confronto con il Governo per cercare soluzioni praticabili, esattamente in accordo con quanto il Presidente dell’Anci, il Sindaco di Bari ha sollecitato in questi giorni, ottenendo la disponibilità al dialogo del Premier Giuseppe Conte.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte

Cobsiderato che il Decreto Sicurezza è ormai legge, i Comuni che gestiscono le strutture di concerto con le cooperative chiedono lumi per programmare le gestioni future. Il rischio maggiore che corrono oggi i piccoli comuni irpini, è quello di vedere sfumati una serie di interventi e investimenti realizzati in cofinanziamento con il Ministero degli Interni. Dal report consultabile sull’apposito portale di riferimento del sistema di Accoglienza istituito dal Viminale, emerge che l’Irpinia si è esposta per 352 posti ordinari, con l’attivazione di autentiche aziende dell’accoglienza che hanno creato posti di lavoro e incrementato l’economia locale.

Il Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, Marco Marandino

STOP DAL 4 OTTOBRE SCORSO. Dal 4 ottobre scorso i richiedenti asilo non entrano, ma gli operatori attendono di sapere sarà emesso un provvedimento per quelli che invece già ospitano, e se i contratti di accoglienza che ha sottoscritto ciascun ospite prima del 4 ottobre sarà soggetto a modifiche. “C’è grande disorientamento, da parte nostra e anche da parte degli ospiti, in quanto continuiamo ad utilizzare dei fondi per un numero complessivo di persone senza esclusione di sorta e rischiamo di incorrere in una infrazione nel rendiconto di gestione. Attendiamo che qualcuno ci dica se indistintamente tutti sono beneficiari del fondo assegnato”, aveva spiegato Gianni Farese, responsabile del Centro Sprar irpino, che vanta una radicamento decennale a Conza della Campania. “Oltre al provvedimento di sbarramento non abbiamo altre direttive, e i problemi di gestione nascono da una mancanza di informazione: i legali del Ministero degli Interni non ci indirizzano”.

Il Palazzo di Governo al corso Vittorio Emanuele II ad Avellino

LE CIFRE DEGLI SPRARR IN IRPINIA PRIMA DEL DECRETO SICUREZZA. Stando all’elenco del portale dedicato al sistema Sprar e aggiornato a luglio 2018, l’Irpinia contava fino all’entrata in vigore del decreto 352 posti ordinari sostenuti dai Comuni. Ma il dato è da ritenersi parziale e non esaustivo, in quanto mancano all’appello diversi comuni e altrettanti progetti di accoglienza. Il numero più importante sull’accoglienza rilevato dal portale è registrato a Sant’Angelo dei Lombardi, con 65 posti ordinari. Poi c’è l’Azienda speciale consortile per la gestione associata delle politiche sociali nei comuni dell’ambito territoriale A1 con 60 posti ordinari. Seguono i comuni di Bisaccia, con 40 posti, Conza della Campania con 42 posti, Lacedonia con 16 minori non accompagnati, Marzano di Nola con 10 ordinari, Petruro Irpino con 20 posti ordinari. Roccabascerana ne conta 30, Santa Paolina 20, Sant’Andrea di Conza ospita 28 minori non accompagnati, Sant’Angelo a Scala 45, Torrioni 15, Chianche 25 e Villamaina 40.

LE CRITICHE DI MERITO. Le nuove norme sull’accoglienza vengono considerate inefficienti perchè favorirebbero problemi di ordine pubblico e della gestione dei servizi sociali nelle città e sui territori. Secondo molti Sindaci italiani la legge non risolverebbe i problemi sul tappeto, ma li aggraverebbe. Una stima dell’Istituto studi di politica internazionale, l’Ispi, citato in un articolo del Corriere della Sera, sostiene che in due anni il giro di vite sui permessi produrrà un incremento degli immigrati irregolari in Italia, dimensionando il fenomeno in 130.000 unità. Chi finora è stato ospitato negli Sprarr e nelle altre tipologie di strutture per l’accoglienza si ritroverebbe ad autogestirsi senza diritti e senza doveri sul suolo italiano. La lentezza delle procedure di espulsione, l’arretrato delle commissioni prefettizie, i mancati rinnovi dei permessi o i rimpatri sospesi per le lungaggini burocratiche, sono alcune delle cause per le quali gli irregolari in Italia salirebbero dagli attuali (presunti) 470mila a 620mila.

I CONTENUTI DEL DECRETO SICUREZZA. La revoca della protezione internazionale. Lo status di protetto viene tolta al migrante rifugiato nel caso di reati gravi. L’espulsione scatta nel caso di una condanna di primo grado. Tra i reati, la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni gravi, il furto di armi e stupefacenti, la violenza sessuale o lo spaccio di sostanze narcotiche. Addio permesso di soggiorno umanitario. Fino a ieri il permesso di soggiorno per ragioni di protezione umanitaria durava due anni e dava diritto ad avere un lavoro, ai servizi sociali e anche ad un alloggio di edilizia popolare. I Sindaci contestano il fatto che di fatto non potrà essere riconosciuto salvo in casi speciali.

 

 

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