L'area di carico e scarico dei container nel porto di Napoli

Nei prossimi giorni Palazzo Santa Lucia ufficializzerà la governance delle Zes, le Zone economiche speciali, aree di insediamento produttivo nelle quali sono previste semplificazioni amministrative e benefit per le imprese che vi rientreranno, della quale farà parte anche l’Asi di Avellino, che avrà competenza diretta per i nuclei di Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio.

Il Presidente del Consorzio Psi di Avellino, Vincenzo Sirignano

Presidente, a che punto è il percorso di riorganizzazione delle Asi in Campania?

«Siamo ancora in attesa di una legge regionale di riassetto, che ne ridefinisca i compiti ed individui i canali di finanziamento. Nel 2016 è stata presentata una proposta, a firma del consigliere Maurizio Petracca, che però non è approdata in aula. L’anno successivo, invece, la giunta ha approvato una delibera di indirizzo. L’obiettivo annunciato è la creazione di un unico soggetto che inglobi strutture e funzioni delle attuali Asi, eventualmente mantenendo la dislocazione territoriale. Negli ultimi mesi, infine, c’è stata una fase di ascolto, per raccogliere indicazioni da parte dei consorzi. Adesso bisognerà arrivare ad una sintesi. Noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo».

Qual è la proposta del consorzio industriale di Avellino?

«Nella comunicazione che ho inviato alla Regione ho sottolineato il ruolo che ancora può svolgere l’Asi, in una logica di autosostenibilità: affiancare le agenzie di sviluppo regionale e nazionale nell’espletamento delle pratiche di finanziamento alle imprese dell’area di competenza, a fronte di una piccola percentuale dei fondi gestiti da queste strutture, il cui lavoro verrebbe notevolmente agevolato, delegando le operazioni a chi già è presente sul territorio. Andrebbero poi rivisti strumenti e funzioni nella gestione dei servizi delle aree industriali, per renderli maggiormente produttivi».

Alla fine, come crede che si chiuderà questa partita?

«Non è facile dirlo. Dalla ricognizione avviata dalla Regione è sostanzialmente emersa la disomogeneità delle Asi campane. Esistono articolazioni e presenze differenti. Ridurle ad un unicum sarà complicato».

Nuove possibilità dovrebbero aprirsi con l’inserimento di tre nuclei industriali (Valle Ufita, Pianodardine e Calaggio) nelle Zes, le Zone economiche speciali. E’ così?

«Sì, infatti. Siamo in attesa dei decreti attuativi che vareranno la cabina di regia per la governance, della quale è confermato che farà parte anche l’Asi di Avellino, insieme agli altri consorzi. Ormai è questione di giorni. Nei nostri uffici di Avellino verrà istituito un punto informativo, per fornire alle aziende tutte le notizie utili su questa nuova realtà ed i vantaggi che potranno derivarne».

Resta, intanto, ancora da gestire la vertenza del Cgs, la società partecipata di depurazione di Solofra, ormai in liquidazione, con oltre 70 dipendenti in attesa di comprendere quale sarà il loro destino. Sul caso è stata avanzata un’ipotesi, che dovrà essere valutata dal Tribunale.  

«Anche questo nodo dovrebbe essere sciolto a strettissimo giro. Abbiamo presentato nel corso dell’ultima udienza in Tribunale il piano approvato dal consiglio di amministrazione dell’Asi. La controllata Asidep fitterebbe il ramo d’azienda della depurazione e pubblicherebbe un bando per l’esternalizzazione delle altre attività. I lavoratori verrebbero assorbiti dalla società».


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